lunedì 18 agosto 2008

Fantasmi a Milano

Stavo cercando informazioni per un pezzo sui luoghi nascosti e dimenticati di Milano, quando hanno cominciato a saltarmi tra le mani storie di fantasmi di ogni tipo... A me piace leggerle ogni tanto, per cui le ho raccolte tutte qui per condividerle con voi: devo dire che non pensavo fossero così tanti i racconti di spettri meneghini...
Beh, bando alle ciance: per rimediare alla calura estiva niente di meglio che un brividino freddo giù per la schiena... Sciuri e sciure...fantasmi a Milano!

-----

Si dice che al teatro della Scala compaia spesso la Callas che vorrebbe vendicarsi d’essere stata lì fischiata durante una delle sue ultime rappresentazioni, mentre Bernarda Visconti, figlia di quel bel tipino che era Bernabò, si aggira nel chiostro di Santa Redegonda: colpevole d’adulterio fu imprigionata dal dolce papà e lasciata morire di fame.
Gianni Caproni, che cerca inutilmente la sua scomparsa officina d’aerei.


Nel Parco Sempione sino agli anni ’50 compariva una misteriosa e fascinosa signora vestita e velata di nero che adescava i passanti; portava il sedotto in una splendida casa che appariva all’improvviso nel parco, e poi si toglieva il velo svelando un teschio dal sorriso civettuolo.


In via Paolo Sarpi vaga un monaco scarmigliato che urla invettive feroci contro la corruzione della società: se però qualcuno si ferma ad ascoltarlo, lui timidone svanisce.


In via Mecenate si vede talvolta la figura di un robusto signore in antiquato giubbotto di pelle; sembra si tratti di



In piazza Santo Stefano, in un loco ameno quale la cappella brulicante ossa umane chiamata “San Bernardino dei Morti” ovviamente non può mancare un fantasma; lo scheletro di una bimba, probabilmente la più giovane del mucchio, che la notte del 2 novembre si disincastra dal cumulo dei suoi simili posto alla sinistra dell’altare, mettendosi a capo di una lunga processione scatenata di scheletri danzanti.  


Vi è poi lo spettro di Carlina di Schignano; il giorno che sposò il suo Renzino vestiva completamente di nero, come fosse in lutto: stratagemma questo usato dalle fanciulle del paese per tenere nascoste le nozze ed evitare quindi d’esser sottoposte allo “jus primae noctis” del feudatario locale.


In realtà Carlina aveva già concesso ad un altro quel diritto, rimanendo incinta; e sposando Renzino sperava di spacciargli quel figlio per suo. I due sposi andarono in viaggio di nozze a Milano, e da perfetti turisti salirono sul tetto del Duomo; era un freddo autunno avvolto di nebbia.Carlina, circondata da tutte quelle statue di draghi e mostri che parevano guardarla furenti per il suo inganno, in preda ai sensi di colpa si buttò di sotto; il marito vide il corpo cadere, ma arrivato in piazza non lo trovò. Non fu mai trovato. In compenso oggi Carlina vestita di nero dicono appaia nelle foto scattate agli sposi che escono dal Duomo.


Nella strettissima via Bagnera infine si avverte talvolta un misterioso soffio d’aria gelida; pare si tratti della “presenza” del muratore Antonio Boggia che dal 1849 al 1859 ammazzò quattro persone , murandole poi tagliate a pezzi nel magazzino che aveva in quella strada; la sua fu l’ultima impiccagione che avvenne a Milano, in uno slargo tra porta Vigentina e porta Ludovica, il 6 aprile 1862.
La testa del “Mostro di Via Bagnera” venne analizzata dal Lombroso, che ne fece l’archetipo di “fisionomia tipica dell’assassino”.

Gli appassionati d’arte invece presso la Pinacoteca Ambrosiana potrebbero imbattersi nell’ammaliante spettro di Lucrezia Borgia che vagherebbe per le sale della pinacoteca milanese, precisamente durante la notte dei morti, alla ricerca della famosa teca con i suoi capelli che in vita donò a Pietro Bembo. Essa si preoccuperebbe di lavarli e pettinarli. Ciò starebbe a spiegare la lucentezza della ciocca bionda inalterata fino ai giorni nostri.

E pure alla Pinacoteca di Brera le cose non sono diverse: le telecamere del museo sono le testimoni di una delle più straordinarie apparizioni spettrali di Milano. Era la notte di San Giovanni di alcuni anni fa’ e il circuito interno di videosorveglianza riprese una misteriosa figura femminile fuoriuscire dalla “Ninfa dei boschi”, dipinto risalente al XII secolo e attribuito a Bernardino Luini. La donna, completamente nuda e avvolta da strani bagliori, indicò il quadro dal quale era uscita e poi svanì. Successivamente si procedette all’esame dell’opera d’arte attraverso i raggi x. Sotto l’attuale dipinto fu scoperto un altro soggetto ben più inquietante dell’ apparizione stessa: un prato con al centro un oggetto non identificato, simile a un disco, e alcune figure umanoidi con quattro braccia. Dopo l’analisi il dipinto stranamente fu ritirato e mai più esposto al pubblico.

Arriviamo infine al Castello Sforzesco, vero tripudio di apparizioni, una sorta di rendevouz delle anime inquiete.
Il tour comincia dalla torre quadrata dove Bona di Savoia piangerebbe ancora la morte dei propria amati. Il fantasma di Ludovico il Moro tenterebbe ancora la fuga dai suoi nemici verso il Parco Sempione nei pressi della Ponticella del Duca. Accanto alla fontanella dei leoni non è difficile scorgere lo spirito dell’infelice Bianca Sforza, intenta a intrecciare funeree ghirlande di rovi, ricordando la prima notte di nozze in cui morì tra le braccia del marito Galeazzo Sanseverino.

All’appello fantasmatico non mancherebbe Isabella d’Aragona, intenta a cercare il veleno per sterminare gli Sforza e ancora la sfortunata Beatrice d’Este, morta per emorragia dopo aver dato alla luce un figlio morto.
Nella notte dei morti si materializzerebbe il terrificante fantasma di Bianca Scappardone Visconti che quì fu decapitata nel 1526. La nobildonna infatti aveva spinto uno dei suo tanti amanti, Pietro Cardona, ad ucciderne un altro che aveva umiliato in pubblico la donna parlando di una voglia dalla strana forma. Costui si chiamava Ardizzino Valperga e il suo sangue, raccolto in un’anfora, fu donato come pegno d’amore da Pietro a Bianca. Lo spettro della donna apparirebbe nell’atto di bere il sangue dall’anfora e dopodiché la sua testa si staccherebbe dal collo per rotolare lontano".

Le sorprese però non sono ancora finite: stavolta non si tratta di fantasmi in città, ma di (pezzi di) città fantasma. La più vasta cavità artificiale esistente sotto Milano, dimenticata ormai dai più, si troverebbe nientemeno che sotto la Stazione Centrale. L'ambiente comprenderebbe un cinema, un ricovero antiaereo per qualche migliaio di persone, ed altri ambienti ancora inesplorati di cui si è persa memoria. Ad una profondità di circa 6 metri nel sottosuolo esiste una sorta di stazione gemella, similare a quella che noi vediamo alla luce del sole, ed anche sotto gli stessi binari ne esistono di speculari, tristemente noti per l'uso che ne fecero i nazisti durante la seconda guerra mondiale (vedi la storia del famigerato binario 21).

Un assaggio dell'ignoto nascosto lì sotto si può avere attraversando i sottopassaggi di Via Tonale: qui si aprono delle grandi aperture, attraversate da condutture varie che correndo per centinaia di metri scompaiono poi nel sottosuolo. Uno speleologo sostiene anche di aver individuato, durante un suo sopralluogo, anche un passaggio che permetteva ai clienti del prestigioso Hotel Gallia di arrivare direttamente alla stazione attraverso una sorta di passaggio segreto.

-----
Niente male eh? Se trovate informazioni sui fantomatici sotterranei della Stazione Centrale fatemi sapere! Ho in programma un pezzo proprio su quello, e prometto citazione nell'articolo... :)

Ps: a quanto mi hanno segnalato una parte del pezzo viene dal blog "Placida Signora": vista la segnalazione dell'autore, riporto doverosamente il link, raggiungibile cliccando qui.

3 commenti:

Mitì ha detto...

Sono felice che il mio articolo sui fantasmi di Milano http://www.placidasignora.com/2007/10/08/fantasmi-a-milano/ ti sia piaciuto tanto da riportarlo integralmente sul tuo blog. Ma essendo protetto da copyright, ti prego di lincarne l'origine e di indicare il nome dell'autore. Grazie

Gig ha detto...

Nessun problema! Se non fosse che...non l'ho preso da te!

A tre anni di distanza sinceramente non so dirti da dove provenisse il pezzo che ho riportato, ma come scoprirai girando nel blog di solito è mia abitudine mettere sempre i riferimenti, quando prendo pezzi da altri blog: stavolta non c'è, forse perché mi era arrivato via mail o con qualche copia e incolla da Word. L'avrei messo: di solito lo faccio... Daà fastidio anche a me quando accadono cose così.

Tant'è che nei tuoi commenti al tuo post ho visto che ci sono anche altri racconti, riportati nel pezzo unico che ho messo sul mio blog. Purtroppo neanche l'autore dei commenti ne indica la fonte, così non può essere d'aiuto: le date sono precedenti, ma è possibile che la fonte sia la stessa.

Se ti è sembrato un "furto" mi scuso, ma mancava proprio il dolo! Forse è stata la copia di una copia, ma presa, ti prego di crederlo, senza saperlo!

Comunque complimenti per il blog: le tue storie sono molto belle!

Un saluto!

Gig:)

Anonimo ha detto...

Ciao,
sarebbe possibile usare la foto di via bagnera? Ti ho anche inviato una mail al riguardo. Nel caso, sarebbe possibile avere la foto in hd? L'hai scattata tu?
Grazie
Valerio