lunedì 31 marzo 2008

Acqua alta a Venezia, e prove di fotografia.

...e via con un'altra carriolata di foto! Queste a dire il vero le devo caricare su da un po', visto che sono state fatte la sera del giorno dopo Pasqua... Il luogo lo riconoscerete di sicuro: alla mia ex non piaceva per nulla, ma io continuerò sempre ad essere innamorato di quella città a metà tra terra ed acqua che risponde al nome di Venezia...

Erano più o meno le due di notte e stavo girando per la città con mio fratello, quando ci è venuto il ticchio di arrivare fino a Piazza S. Marco: venivamo da Rialto, che pian pianino stava finendo sotto l'acqua alta, e sapendo che il punto più basso di Venezia è proprio quella piazza non volevamo perderci lo spettacolo...

Dietro avevo solo la mia "piccolina", la Canon Digital Ixuss 55, e mi sono smesso a smanettarci un po' sopra... Il risultato lo trovate qui sotto...

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Queste sono le Procuratie, con un piccolo gioco di esposizione maggiorata più un altro paio di effettini...
Il difficile? Riuscire a fare tutto senza flash e stando solo sotto i portici: 1) non avevo nemmeno pensato di prendere un ombrello, e pioveva che Dio la mandava, 2) Con la pioggia usare il flash era letteralmente impossibile, perchè il tutto esplodeva in un mare di riflesso! Difatti tante foto sono un po' sfocate, ma negli esperimenti succede anche questo... Chi sbaglia impara, in ogni campo!

Qui poi ho provato un po' anche col "seppiato"...sono sfocate, forse un po' troppo, ma mi piace il riflesso dell'acqua...
Si cambia lato: angolo campanile e sotto palazzo Ducale... Qui si vede l'acqua già un po' di più: arrivava abbondante sopra le caviglie...
Questi sono i due fotografi: in primis mio fratello Lorenzo, ed in secundis il sottoscritto, anche se mio fratello che mi ha fatto la foto dice che non mi somiglio per niente... Qui invece un altro piccolo esperimento: come trasformare coi settaggi adatti un paesaggio standard (La Salute vista dal ponte dell'Accademia) in una cartolina stile anni '30... :) Il risultato mi pare carino...voi che ne dite? :) Poi, per chi non avesse mai visto l'acqua alta a Venezia, un piccolo video fatto lì per lì di Piazza S.Marco. Il suono di sveglia gigantesco che sentite in sottofondo è quello delle nuove sirene dell'acqua alta! Questo tra l'altro è rimasto col colore originale: confrontatelo con le foto sopra, e vedete quanto cambia la luce con due soli settaggi diversi... :)



Per chi poi volesse sapere infine da dove derivi il fenomeno dell'acqua alta, la risposta è qui, in questo pezzettino preso da questo sito, che riporto qui sotto:

Il fenomeno dell'acqua alta è antico e periodico nemico della città lagunare.
E' stato chiarito che l'acqua alta è determinata dalla concomitanza di diversi fenomeni, tra i quali la normale marea astronomica, il vento di scirocco che insacca le acque alla sommità dell'Adriatico, lo squilibrio di pressione atmosferica fra le due estremità dell'Adriatico che provoca l'oscillazione del mare (la cosiddetta "sessa") e, infine, gli aumenti stagionali del livello del Mediterraneo.
A questi fattori si sono aggiunti, negli ultimi decenni, l'innalzamento del livello medio del mare, eustatismo causato dallo scioglimento dei ghiacci, e la subsidenza determinata dal bradisismo naturale e dal prelievo artificiale di acque dal sottosuolo mediante pozzi artesiani.
Gli effetti combinati di eustatismo e subsidenza hanno comunque provocato, in questo secolo, un abbassamento del territorio veneziano rispetto al mare di circa 23 centimetri.

Già a 0,70 m vi è qualche presenza di acqua nell'atrio della Basilica di San Marco, che segna il punto più basso del centro storico. A 0,90 m comincia l'invasione dell'acqua nella parte meno elevata della città, mentre al di sopra di 1,50 m praticamente la parte vecchia di Venezia è allagata.

Alle prossime foto, e ai prossimi viaggi... :)


Ps in codice per la famiglia De Faveri: Ho lasciato il biglietto dei watussi a casa a Venezia... Se tyrovate il modo di farmelo arrivare lo pubblico, altrimenti tenetemelo in caldo per la prossima volta che passerò di là! Lo scoop aspetterà... :)

Mattia Lorenz si è laureato!!!

Oggi il primo post lo dedico ad una persona speciale: un amico, un compagno di università, un compagno di bevute, un compagno di biliardi, un compagno di studi, un amico che c'è sempre stato per cose serie e meno serie quando c'è stato bisogno di lui. Dai discorsi di donne fumando sigarette sui gradini fuori dalla mitica "Sdc" ai ripassi di esame dell'ultimo minuto, dai pomeriggi rintanati sotto alla sala biliardi del "S.Felice" che non esiste più agli happy hour improvvisati lì per lì vicino piazza Verdi, a tutto quello che è stato e che spero sarà ancora per un bel pezzo!

Ebbene, signori e signore, quest'uomo il 28 marzo (grazie Bea!) scorso si è ri-laureato diventando "dottore magistrale in Scienze della Comunicazione! (Tia , perdonami, ma il voto non me lo ricordo!!!!)

Per chi c'era e per chi non c'era, questo è quello che è accaduto veramente a Mattia Lorenz da Trento, fino a quando l'alcool non mi ha sopraffatto.. :)
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28 ottobre 2008, più o meno verso l'una: Tia riceve dalla commissione la notizia che gli è stato conferito il titolo di "nuovo ennesimo disoccupato con laurea magistrale in biliardino": purtroppo il pezzo di carta ce l'hanno, il lavoro no...Gioioso per la notizia, Tia saluta la commissione: non sperava in tanto!Ma fuori è un'altra storia: «Mi sono fatto un mazzo così per 5 anni: ora che fò?»
Fulminante, la prima idea: travestito da nano Brontolo, nessuno gli negherà un posto alle Poste... ..ma l'unica cosa che rimedia è una bottiglia servita dall'amico Claudio. Che fare ancora?«Beh - suggerisce Claudio - potresti fare il cantante maledetto emo-core come sognavi da bambino!». Detto fatto, comincia la vestizione..."Via gli occhiali e vai col trucco pesante: alle donne piacerà..."..e difatti le donne arrivano subito, e cominciano a toccarlo in ogni dove e ad abusare di lui senza freni... «E' quello che avevo sempre sognato - pensa Tia - : sarò più tremendo di Bono Vox!»Glorificato dal rock, già si sogna in odore di santità unto dal gel del Signore...Ma all'improvviso tutto finisce: «Cosa vuol dire che non ho una band satanica e un contratto discografico, ma solo una laurea in biliardino!?!»L'interrogativo è sempre quello: «E ora che faccio? Adesso che sono anche vestito da pirla poi..«Ho trovato: venderò foto ricordo fingendomi lo stesso bello e dannato! Le donne non se ne accorgeranno...» ...ma viene subito sgamato, e costretto a raccontare la sua triste storia davanti a tutti! Che tristezza, il sogno dell'emo-core è già finito...
In realtà la festa è andata avanti tra un devasto e l'altro fino a oltre le 4, ma dopo il papiro (e soprattutto le birre e gli alcolici che lo hanno accompagnato prima e dopo) non sono più stato in grado di fotografare nulla... :)

Per chi volesse altre foto della serata, basta mandare una mail! Per chi invece volesse le foto a cui accennava la Claudia durante la serata, (sì, avete capito quali...) basta mandare 5 euro! Per chi volesse lasciare gli auguri a Tia...lo spazio commenti è vostro!!!


Auguri Tia, e grazie di essere l'amico che sei!

Ti aspetto a Padova: quando vuoi! :)

giovedì 27 marzo 2008

Non sapete come votare? Ve lo dice la Rete!

Che faccio il 13 e il 14 Aprile?!? Vado al mare? Vado in collina? Voto? E per chi? Per chi come me non ha la più pallida idea di chi o cosa votare, oggi dopo la vacanza pasquale ho scoperto che su internet sono disponibili addirittura le guide!

Precisamente due, accessibili dai siti dei principali quotidiani online, il Corriere della Sera e Repubblica, che dovrebbero in teoria in base ad una serie di risposte date dall'utente a quesiti riguardanti un po' tutti gli aspetti dei vari programmi politici, dare la vostra posizione all'interno del panorama politico italiano.


Quello del Corriere si appoggia ad un sito già diventato famosissimo nella scorsa tornata elettorale,
www.voisietequi.it, che assegna la posizione politica in base ad un questionario di 25 domande miste, scelte sul modello di Wikipedia dopo una consultazione con tutti gli utenti del sito.

Come è stato fatto il questionario? Dal sito del Corriere, che lo presenta qui, si legge che "per realizzare il quiz che vi colloca politicamente sullo scacchiere dei candidati alle elezioni è stato seguito questo criterio: gli utenti hanno inviato le domande e gli argomenti di maggiore interesse, 221 i quesiti totali poi scremati a 25 da una discussione pubblica aperta a tutti. I 25 quesiti sono stati inviati a tutti i partiti, anche quelli molto piccoli quindi, presenti con liste alla Camera e al Senato. Nove partiti hanno risposto al questionario in modo completo. Tra i grandi assenti si segnalano il Partito Democratico e l'Udc; la Destra di Daniela Santanché ha invece inviato risposte spurie. Per questi tre partiti il gruppo di Depp ha compiuto un accurato studio dei programmi elettorali deducendone le risposte".

"Voi siete qui" è un progetto realizzato da un'associazione senza scopo di lucro che promuove l'uso delle Rete per favorire la trasparenza pubblica e la partecipazione collettiva al controllo delle informazioni e delle scelte politiche, Democrazia Elettronica Partecipazione Pubblica (Depp), un'associazione senza scopo di lucro che promuove l'uso delle Rete per favorire la trasparenza pubblica e la partecipazione collettiva al controllo delle informazioni e delle scelte politiche, interamente con software Open Source.

Il test di Repubblica.it è invece il "Politometro": dal sito si legge che "Il Politometro è un gioco per scoprire il proprio orientamento rispetto ad alcuni temi chiave della campagna elettorale per le Politiche 2008. Esprimendo il grado di consenso rispetto a 15 affermazioni si ottiene la propria collocazione rispetto a due assi: conservatori-progressisti, confessionali-laici. Il test è liberamente ispirato a esperienze analoghe, quali
Political compass e The compass, realizzata dal Washington Post per Facebook.

L'orientamento dei principali candidati premier è stato ottenuto mappando con il maggior rigore possibile le affermazioni rispetto ai rispettivi programmi elettorali. In diversi casi, dove nel programma non era prevista una risposta esplicita sull'argomento, si è proceduto sulla base di approssimazioni".

Ovviamente spinto dalla curiosità li ho provati tutti e due: devo dire che certe volte le risposte alle domande sono un po' troppo radicali, pendendo o decisamente in un senso o nell'altro e discriminando un po' chi si trova nel mezzo. Per questioni come la regolamentazione dell'immigrazione ad esempio, o la ricerca o ancora precariato e tasse secondo me una risposta si/no secca lascia da parte un po' troppe questioni e spedisce chi prova a fare il questionario abbastanza agli estremi di ognuno dei due "mondi possibili".

Difatti guardate un po' dove sono finito..


Per il "Politometro" di Repubblica io sono qui:



Mentre per "Voi siete qui" mi potreste scambiare per il figlio illegittimo di Antonio Di Pietro...














...e voi? Fatemi sapere, e buon voto in ogni caso...

mercoledì 19 marzo 2008

Vacanze di Pasqua, saluti e auguri.

Per chiusura delle aule universitarie il master resterà chiuso fino al 27 di marzo, e quindi non potrò aggiornare il blog per un po'...

Quindi ne approfitto ora per fare gli auguri di Buona Pasqua a chiunque passerà di qua, e augurare buone vacanze per chi potrà averle, visto che il master chiude ma il ristorante no e mi toccherà rimanere in quel di Padova anche questa volta...

Ed in più un piccolo appello a tutti i visitatori: votatemi il sondaggio sulla stampa sportiva che trovate qui alla vostra destra (per saperne di più cliccate qui) : mi servono numeri per poterlo presentare!

Au revoir, e a presto!

(Thanks for the image to Pirate - Street art blog)

Ci si rivede il 27!

Gig :)

Solidarietà a Sarkozy!

...d'altra parte, come si fa a resistere? :)

martedì 18 marzo 2008

Come godersi Venezia spendendo solo 7 euro!

Venezia è cara? A sentire i turisti che la visitano ogni anno da tutte le parti del mondo sì, e anche tanto!

Caffè e panino a 5 euro l'uno, vaporetti a quasi 7 euro e soprattutto tanti (anzi troppi) bar e ristoratori in agguato che non vedono l'ora di spennare i poveri incauti visitatori, specialmente se stranieri. L'unica soluzione per evitare di tornare con le tasche vuote e tanta insoddisfazione parrebbe essere quella di conoscere qualcuno che ci viva e la conosca bene, ma non tutti purtroppo possono avere questa possibilità.

Ieri invece, girando sul sito di Venessia.com ho trovato questa simpatica inchiesta che voglio girarvi, che dimostra come sia possibile godersi la città riuscendo a spendere in un giorno anche solo 7 euro!

Si tratta di 7 itinerari da "veri" veneziani, corredati da tutte le vecchie leggende e storie su tutti gli angoli nascosti che incontrerete: un po' fuori (salvo gli inevitabili incroci) dalle normali rotte turistiche, intasate di giapponesi come tangenziali all'ora di punta, per consentire ai visitatori di godersi al meglio la città. Io li ho già percorsi tutti più di una volta, e posso garantirvi che sono stati progettati veramente bene!

Qui sotto trovate l'articolo integrale con i link agli itinerari: tra poco ci saranno le vacanze di Pasqua e la tradizionale gita fuori porta...che ne dite di provare?

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VENIRE A VENEZIA SPENDENDO 7 EURO

Venezia è cara? Sicuramente non di più di qualsiasi altra città turistica. Si può risparmiare facendo comunque risultare la gita una cosa che ne valga la pena?

Prima di tutto bisogna pensare se è più conveniente arrivare col treno o con la macchina. Col treno si arriva alla stazione di Santa Lucia e si è già in isola. Con la macchina bisogna parcheggiarla e pagare all'incirca una ventina di euro.

Siamo arrivati e vogliamo girare la città. Assaporare Venezia significa viverla come i veneziani. Andare sempre a piedi quindi.

Vuoi vedere Venezia a piedi seguendo degli itinerari alternativi?

Itinerario 1
Stazione dei treni / Rialto

Itinerario 2
Sacca Fisola / Zitelle (Giudecca)

Itinerario 3
San Marco / San Pietro di Castello e ritorno

Itinerario 4
San Marco / Fondamente Nove

Itinerario 5
San Basilio / Salute

Itinerario 6
Ferrovia / Rialto via Ghetto

Si presuppone che vogliamo girare la città e vedere piazza San Marco. Desideriamo pure mangiare. A Venezia non ci sono i grandi supermarket della terraferma ma ci si può far fare un panino e comperarsi una birra da un fornaio o "luganegher" spendendo circa 5 €. Supermarket aperti alla domenica Billa a piazzale Roma, San Basilio e Strada Nuova.

Visitare la basilica di San Marco non costa niente. Il palazzo ducale costa 11 € ma ne vale la pena.

Mangiato ai giardini napoleonici (si prende la multa se lo fate in piazza San Marco) si ci può incamminare verso la stazione mangiandosi un gelato (2 € circa per due palline). Uno Spritz? Circa 2 €.

Acqua gratis? Alla fontanella prima di arrivare ai giardini.

Siamo arrivati alla stazione a piedi. Stanchi e appagati. Abbiamo visitato le parti nascoste e più caratteristiche della città, abbiamo mangiato in tutta tranquillità pur stando al centro, abbiamo visitato la Venezia storica.

Costo totale della gita? Dai 7 ai 18 euro!

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Per concludere il post, due piccole precisazioni.

1) Tutte le foto di questo post sono di Riccardo Roiter Rigoni, un giovane fotografo del Lido, prese dal sito Venessia.com. Vi consiglio di cliccare qui per guardarvi anche tutte le altre che ci sono sul sito, che secondo me meritano!

2) Per chiunque fosse interessato a saperne di più su Venezia vi consiglio infine questa guida: "Cortosconto, itinerari fantastici e nascosti di Corto Maltese a Venezia", edita dalla Lizard Edizioni.

Creata da Guido Fuga e Lele Vianello usando disegni acquerelli del creatore del marinaio dall'orecchio forato, Hugo Pratt, è probabilmente la migliore guida della città che io abbia mai letto. Non per niente appena uscita arrivò in pochissimi mesi alla quinta edizione, mentre ora è in ristampa addirittura l'ottava riveduta e aggiornata! Sono 224 pagine, con all'interno più di 500 disegni, 8 cartine e tutti gli indirizzi utili dei posti citati, che potrete trovare in ogni libreria della città (e non) al prezzo di 16 euro.

venerdì 14 marzo 2008

Ordine dei giornalisti: perchè c'è chi lo difende, ed altre storie...

Dopo l' "effetto Grillo" si parla sempre di più in questi giorni dell'Ordine dei giornalisti, di solito con un solo fine: abolirlo. Uno dei quesiti referendari recentemente depositati dal comico genovese Beppe Grillo in preparazione del secondo "V-Day" contro l'informazione (che non informa), propone infatti proprio questo: l'abolizione dell'ordine, creato dal fascismo nel 1925 e successivamente riformato (in via definitiva) nel 1963, accusato di aver creato una casta chiusa ed impenetrabile dedita solo alla difesa di sè stessa.

Ma siamo proprio sicuri che l'idea di Grillo sia così innovativa?

In tanti forse non sanno che già nel 1996 i Radicali Italiani promossero, in omaggio a quello che definivano un vero e proprio progetto politico di carattere generale definito «americano, liberale, libertario e liberista», una serie di riforme costituzionali tramite referendum. Tra le proposte vi erano leggi elettorali maggioritarie omogenee a tutti i livelli, la riforma della giustizia, del fisco, della sanità, ed alcuni cavalli di battaglia storici dei Radicali come l'aborto, l'obiezione di coscienza e la legalizzazione delle droghe leggere.

In origine molti di più, i referendum vennero ridotti poi a sei da una sentenza della Corte Costituzionale e proposti agli italiani alla fine del 1997, dopo una controversa campagna di pubblicizzazione in cui Pannella denunciò più volte l'ostracismo dei maggiori organi di informazione sul tema, arrivando a presentarsi travestito da fantasma in una trasmissione di tribuna referendaria.

I referendum sopravvissuti furono questi sei: "Abolizione dei poteri speciali riservati al Ministro del Tesoro nelle aziende privatizzate", "Abolizione dei limiti per essere ammessi al servizio civile in luogo del servizio militare", "Abolizione della possibilità per il cacciatore di entrate liberamente nel fondo altrui", "Abolizione del sistema di progressione delle carriere dei magistrati", "Abolizione della possibilità per i magistrati di assumere incarichi al di fuori delle loro attività giudiziarie", "Abrogazione della legge che istituisce il Ministero delle politiche agricole", ed infine l' "Abolizione dell’Ordine dei giornalisti".

Nonostante gli appelli a tutte le formazioni politiche che potessero ritenersi interessate dai quesiti, i Radicali rimasero isolati nella mobilitazione precedente al voto e pur ottenendo maggioranze schiaccianti di «si» (circa l' 80%) i referendum non raggiunsero il quorum di partecipanti richiesto, segnando così un arresto al progetto di riforma radicale. Qui sotto, prese da Wikipedia, potete vedere le percentuali del voto che riguardarono quello specifico quesito: l'abolizione dell'Ordine dei giornalisti. votarono quasi 15 milioni di elettori, che non bastarono a raggiungere il quorum ma che decretarono la loro volontà di abolizione con oltre il 65% dei voti.

Ordine dei Giornalisti

Abolizione dell’Ordine dei giornalisti.


totale percentuale (%)
Iscritti alle liste 49 054 410
Votanti 14 735 975 30,00 (su n. elettori) Quorum non raggiunto
Voti validi 12 702 450 86,20 (su n. votanti)
Voti nulli o schede bianche 2 033 525 13,80 (su n. votanti)
Astenuti 34 318 435 70,00 (su n. iscritti)

Risultati



Voti %
RISPOSTA AFFERMATIVA 8 322 166 65,50%
RISPOSTA NEGATIVA NO 4 380 284 34,50%
bianche/nulle
2 033 525
Totale voti validi
12 702 450 100%

Volendo andare un po' controcorrente come al solito, ho provato a cercare qualcuno che proponesse valide ragioni per fare il contrario, ovvero mantenere l'Ordine intatto, ed ho trovato il testo che vi riporto sotto: si tratta di una "lettera aperta che Franco Abruzzo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ha indirizzato ai colleghi autolesionisti, che chiedono l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, accogliendo i suggerimenti degli editori e in generale dei “padroni delle ferriere”" (cito testuale l'introduzione dal sito FrancoAbruzzo.it).
La lettera è del 10 maggio 2007, e la posto qui sotto per farla leggere anche a voi:

Cari colleghi, mi permetto sommessamente di ricordare che la parola Ordine significa riconoscimento giuridico di una professione, nel caso particolare della professione di giornalista. L’Ordine, inoltre, è la deontologia. Nel caso specifico le "regole" fissate dal legislatore sono il perno, come afferma il nostro contratto di lavoro, dell’autonomia dei giornalisti. I Consigli degli Ordini sono per legge i giudici disciplinari e in questo campo fanno la loro parte, certamente con alti e bassi.

Sottolineo l’importanza strategica per una società democratica del nuovo diritto fondamentale dei cittadini all’informazione ("corretta e completa"), costruito dalla Corte costituzionale sulla base dell’articolo 21 della Costituzione e dell’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo (che è legge "italiana" dal 1955). Questo nuovo diritto fondamentale presuppone la presenza e l’attività di giornalisti vincolati a una deontologia specifica e a un giudice disciplinare nonché a un esame di Stato, che ne accerti la preparazione come prevede l’articolo 33 della Costituzione. Le considerazioni sopra esposte consentono di risalire alle ragioni che hanno spinto il Parlamento nel 1963 a tutelare la professione di giornalista. L’eventuale abrogazione della legge n. 69/1963 sull’ordinamento della professione di giornalista comporterà questi rischi:

1) quella dei giornalisti non sarà più una professione intellettuale riconosciuta e tutelata dalla legge.

2) risulterà abolita la deontologia professionale fissata negli articoli 2 e 48 della legge professionale n. 69/1963.

3) senza la legge n. 69/1963, cadrà per giornalisti (ed editori) la norma che impone il rispetto del "segreto professionale sulla fonte delle notizie". Nessuno in futuro darà una notizia ai giornalisti privati dello scudo del segreto professionale.

4) senza legge professionale, direttori e redattori saranno degli impiegati di redazione vincolati soltanto da un articolo (2105) del Codice civile che riguarda gli obblighi di fedeltà verso l’azienda. Il direttore non sarà giuridicamente nelle condizioni di garantire l’autonomia della sua redazione. Oggi, forti delle regole deontologiche calate nella legge, possiamo dire “no” senza rischi di licenziamento. Domani?

5) una volta abolito l’Ordine, scomparirà l’Inpgi. I giornalisti finiranno nel calderone dell’Inps, regalando all’Inps un patrimonio di 2.500 miliardi di vecchie lire (immobili e riserve). Governo e Parlamento devono preoccuparsi di riformare le leggi sugli ordini e sui collegi professionali nonché di tutelare i saperi dei professionisti. La formazione e gli esami per l’accesso devono essere delegati, come vuole la Ue, a un altro soggetto (l’Università) anche per garantire il rispetto del principio costituzionale dell’imparzialità. Non possono essere i professionisti a giudicare chi debba entrare nella cittadella delle professioni. E’ condivisibile, infatti, quella parte del decreto legislativo 300/1999 sul riordino dei ministeri che affida l’accesso alle professioni - e quindi anche della professione di giornalista - all’Università. Oggi deve essere tolto agli editori il potere che hanno dal 1928 di “fare” i giornalisti. I giornalisti devono nascere soltanto in Università.

Non dimentichiamo:

a) che l’Ordine ha cercato di liberalizzare la professione creando 21 scuole (o master) di giornalismo. Scuole e master hanno senso se diventano legalmente l’unica via di accesso;

b) che i suoi minimi tariffari non sono vincolanti (come vuole l’Europa);

c) che l’Europa, con la direttiva 36/2005 (“Zappalà”), ha dato disco verde gli Ordini e ai Collegi italiani.

Quella direttiva e poi il dlgs 30/2006 (“La Loggia”) hanno stabilito che le professioni intellettuali si possono svolgere sia in via autonoma sia in via dipendente. Vogliamo rimanere professionisti e non tornare alla stagione mortificante del “mestiere”. Guardiamo avanti e non sposiamo le aspettative degli editori, che vogliono i giornalisti asserviti ai loro voleri. Senza Ordine, infatti, rimarranno soltanto gli ordini degli editori.

E’ tempo di elezioni (per il rinnovo dei Consigli dell’Ordine) e anche tempo di riformare in maniera incisiva l’Ordine e la professione secondo questi 11 punti:

( ma qui mi fermo, perchè elenca i suoi suggerimenti per cambiare l'ordine che ancora però sono rimasti solo nei suoi pensieri e non nella realtà: per chi vuola continuare l'articolo intero lo trovate sul sito di Franco Abruzzo, cliccando qui.)

Franco Abruzzo

presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia

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Conclusioni: Secondo me Grillo si prende meriti che non ha, senza nemmeno citare (sarebbe stato carino) il tentativo fallito dei suoi predecessori. Sembra facile adesso il tentativo di cavalcare un'onda, anzi due: quella dell'entusiasmo suscitato dal primo V-Day (che però come era facile immaginare non ha ancora prodotto nulla di concreto...) e quella di un'Italia facile ad adirarsi ora contro tutte quelle che possono essere chiamate caste. Perchè, ad esempio, ora si parla solo di quella dei giornalisti (cosa pure giusta) e non di altre come quella dei notai o degli avvocati? Grillo li ha tenuti da parte per i prossimi 14 V-Day?

Per il resto essendo parte in causa (ora appartengo al "famigerato" ordine, anche se dei benefici su cui Grillo ed altri sparano non ne ho ancora visto mezzo) non mi pronuncio e lascio a voi i commenti. Credo sia giusto non lasciare tutto il potere alle aziende, ma nemmeno delegarlo tutto alle università penso sia la scelta giusta, almeno finchè i master riconosciuti come quello che sto frequentando costeranno dai 10mila euro in su gettando centinaia di giornalisti in un mercato chiuso e senza sbocchi perchè poco o nulla regolamentato.
La riforma dell'Ordine deve per me passare anche e soprattutto per i problemi di stagisti e collaboratori, se no si rischia di avere un ordine fondato su piloni di irrealtà e pressochè fossilizzato come quello attuale.


Dopo di tutta questa piccola storiellina, che ne pensate?

Fatemelo sapere tramite commenti, che sono curioso... :)


Campagna per gli stagisti giornalisti.

Poi, dopo un post sugli stagisti una piccola cosa che ho trovato in rete! Troppo carina per non pubblicarla, anche perchè mi riguarda da vicino, visto che io in stage ci andrò quest'estate e dopo sarò in "libera vendita" nel mondo del lavoro... :)


Dopo lo stage, dovunque andrò... NON ABBANDONATEMI!!!!!

Appello dalla "Repubblica degli stagisti"!

Segnalazione importante, che giunge dal blog "Repubblica degli stagisti"!

Eleonora, la gestrice del sito che si occupa dei problemi legati al mondo degli stage, molte volte contratti di sfruttamento sottopagato per precari alla disperata ricerca di qualcosa con cui campare, è alla ricerca delle vostre segnalazioni per creare la "lista dei buoni"!


"Riassumo in breve l'iniziativa: creare una lista di società, aziende, enti, uffici, agenzie «virtuose/i», che elargiscono (o almeno, hanno elargito) rimborsi spesa superiori a 500 euro al mese ai loro stagisti. Un modo più corretto di prendere i giovani (spesso laureati) a fare stage: permettendo loro di avere un minimo di indipendenza economica e di non dover continuare a gravare, anche dopo la laurea, sulla famiglia d'origine".

Se volete darle una mano o conoscete qualche azienda/ufficio/ente/agenzia/etc che possa fare al caso suo, segnalatelo sul suo blog!

Sarà un modo per aiutare tutti quelli impegnati a districarsi nella complicata jungla del mondo del lavoro a trovare un lavoro vero, che non sia solo sinonimo di sfruttamento!

Che dire di più... partecipate numerosi! L'iniziativa è buona, ma soprattutto in futuro potrebbe servire anche a voi!


mercoledì 12 marzo 2008

Concorrenza sleale!!!

Dal sito del Corriere della Sera, una "notizia di sicuro interesse" per la popolazione italiana!:

"Arriva anche in Italia "Nakednews", il tg letto da conduttrici che a ogni notizia si tolgono un indumento fino allo strip tease integrale. Concepito per Internet e i telefonini, lo show, nato nel 1999, programmato in 172 Paesi, sarà disponibile tutti i giorni feriali, alle 17, attraverso il sito www.nakednews.it" (Emmevi)


"Il tg, con il sottotitolo "il programma che non ha nulla da nascondere", è stato presentato a Milano da David Warga, amministratore delegato "Naked News" Internazional, Marco Ottolini, ad di Small Formats, e dalle anchor storiche americane. In sala anche le quattro conduttrici di Naked News Italia, giovani donne tra i 22 e i 27 anni, selezionate tra le 100 che si erano presentate per il ruolo". (Emmevi)


Eh, vabbè, ma questa io la chiamerei "concorrenza sleale"! Ma non solo per me: ora il povero "Studio Aperto", già noto come il tg italiano della gnocca per eccellenza, che cosa farà?

Vabbè, se cercate un barista sono qui...al giornalismo è meglio rinunciarci... :)