lunedì 26 aprile 2010

Trote parlanti

Esclusivo: scoperto il modo in cui Renzo Bossi (il figlio del Senatur Umberto, soprannominato affettuosamente "La Trota" e recentemente eletto consigliere regionale in Lombardia) è finalmente riuscito nel luglio 2009 a passare alla terza volta l'esame di maturità.

Nel video in esclusiva, lo svolgimento della prova:




lunedì 19 aprile 2010

L'elogio dell'ignoranza


Pasqualina Sanna, 19 anni, fotomodella. E’ la più giovane delle pupe e della sua vita racconta: “Faccio aperitivi, serate in discoteca, mi sveglio tardi e non faccio nulla, in casa e nella vita in generale. Tra i suoi valori c’è l’immagine e per informarsi al massimo legge una notizia su internet*

Maria Teresa Lombardo
, 20 anni, animatrice. “Se succede qualcosa di grave - dichiara - me ne accorgo perché sento i vecchietti parlarne alal fermata del bus”. Ama i massaggi e non apprezza l’istruzione*

Ludovica Leoni
, 28 anni, assistente di volo. Non vive senza tacchi e specchi e si ritiene la snob del gruppo. Tra i suoi sogni quello di possedere una carta di credito illimitata*

Florina Malincea
(detta Flo), 26 anni, stilista. Il suo obiettivo nella vita è “conquistare chiunque, indipendentemente dal fatto che mi piaccia o meno”. Della cultura pensa che sia “una cosa per vecchi” e delle mostre “troppe cose esposte senza senso”*

Monica Ricchetti
, ragazza immagine, 23 anni. Dei giornali sfoglia solo le pagine dedicate all’oroscopo e il suo mito si chiama Paris Hilton, come lei vorrebbe diventare manager di se stessa*

Francesca Lukasik
, modella, 23 anni. Già playmate per Playboy e corteggiatrice per Uomini e donne, Francesca definisce l’amore “un panino alla Nutella che ogni tanto mi concedo”. I quotidiani? Non li legge perché la carta le sporca le mani*

Elena Morali
, 20 anni, modella. Annoiata dalla cultura non vivrebbe mai senza il suo parrucchiere e si definisce “svampita e permalosa”*

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Benvenuti in Italia. E poi ci chiediamo perchè i nostri "cciovani" e l'intero Paese stanno andando a puttane....



*Dichiarazioni delle nuove concorrenti del reality "La pupa e il secchione" riportate integrali dal sito di Repubblica.it

martedì 13 aprile 2010

Lo sapevate che...

In Italia si investe molto di più nella ricerca di farmaci contro le disfunzioni erettili che in quelli per l'Alzheimer? Quindi in futuro avremo tutti dei piselli durissimi, ma non ci ricorderemo più dove metterli.

(tratta da
Nonciclopedia)


Cazzata del martedì.... :)

Cosa è successo realmente nel Lambro? Le accuse del dossier "scomodo" della Lipu

Oggi dalle agenzie di stampa esce la notizia che forse si è trovato il dna di quello che potrebbe essere uno dei sabotatori che hanno causato il disastro ecologico del fiume Lambro con lo sversamento dalle cisterne della Lombarda Petroli di una quantità ancora imprecisata di liquidi inquinanti (chi dice idrocarburi, chi dice trieline, chi dice tutto ed il contrario di tutto) nelle acque del fiume lombardo. Insieme a quella che la triste pratica dello sversamento degli inquinanti nel fiume, una volta cessati i controlli dell'emergenza, è ripresa come se nulla fosse accaduto.

Ma - a distanza di un mese e 13 giorni dal 1 marzo in cui il capo della protezione civile Guido Bertolaso dichiarava chiusa l'emergenza Lambro - su questo caso sono ancora troppe sono le domande rimaste senza risposta. Ed alcune di queste sono veramente pesanti, come emergerebbe da un dossier della LIPU che dimostra come dalle autopsie degli uccelli trovati morti sulle rive non emergerga la presenza degli idrocarburi di cui tutti hanno parlato, ma quella di liquidi sconosciuti "capaci di causare ai volatili emorragie a vari organi interni, fegato spappolato, problemi neurologici".

Cosa c'era realmente nelle cisterne della Lombarda Petroli? Quanto di quel materiale è finito realmente nelle acque del fiume Lambro? Perchè i risultati delle indagini svolte dagli organismi di controllo sulle acque di Lambro prima e Po dopo cambiano in maniera quantomeno sospetta? L'emergenza è stata davvero gestita nella maniera corretta e risolta come affermano Bertolaso ed i vertici politici regionali?

Potete leggere o scaricare il dossier della LIPU "Lambr-ugie" cliccando qui, ed il mio invito è quello di diffnoderlo e farlo leggere anche nei vostri siti e blog personali. Non lasciamo seppellire questa storia sotto colate di fango: conoscere la verità è un nostro diritto.

lunedì 12 aprile 2010

Lasciateli almeno morire in pace

Alla fine per i militanti leghisti (almeno a Paderno, in Friuli) il problema è sempre l'immigrato. Anche se ha la faccia di una neonata appena morta che i genitori vorrebbero solo seppellire in pace.

Nella cittadina friulana infatti la Lega Nord Locale ha promosso una manifestazione di protesta (dopo una raccolta firme che ha visto partecipare più di 1700 persone) per il fatto che nel locale cimitero sia stata concessa ai musulmani un'area dove poter essere sepolti con il rito della propria terra.

A chi ha vergognosamente preso parte a questa protesta idiota vorrei solo ricordare che concedere alle varie comunità un pezzetto di terra dove poter essere sepolti secondo i propri riti si fa ovunque da secoli: ricordiamo i cimiteri dei morti di guerra di tutte le etnie in giro per tutto il mondo, o anche solo quelli ebraici (per citare un esempio qualsiasi) come ci sono a Venezia, Pisa, Roma e quasi ovunque in Italia.

A Venezia la Repubblica della Serenissima concesse il terreno per il cimitero ebraico addirittura nel 1386. A Trieste, nella stessa regione, il cimitero viene creato (con l'ampliamento di uno preesistente più vecchio) nel 1842, mentre un altro più vecchio sorge già dal 1648 a Gorizia.

Ma evidentemente per i manifestanti leghisti l'evoluzione continua costantemente a procedere a marcia indietro, specialmente quando si parla di immigrazione. Anche se la storia riguarda solo un neonato morto, che vorrebbe (e dovrebbe) soltanto essere lasciato a riposare in pace.

Salvate il carcerato Ryan (altrimenti si polarizza male)

Da Libero News dello scorso 8 aprile le dichiarazioni del sotto segretario alla giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati:

«Si dovrebbe pensare anche alla vita sessuale dei detenuti. Non è facile organizzarla ma potrebbe essere sano». Si preoccupa dell'attività "amorosa" dei carcerati il sottosegretario alla giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati. Nel corso di una trasmissione radiofonica, l'esponente del Governo ha sostenuto che «una persona repressa nel suo istinto naturale e sessuale può avere qualche altra polarizzazione sessuale, magari anche non desiderata, o addirittura imposta dall'ambiente».

Considerato che nelle carceri attualmente i detenuti o sono tutti uomini o sono tutte donne...cosa avrà voluto dire?!? Avrà mica avuto paura che tutti i detenuti diventino gay o lesbiche tutto d'un colpo?

O ho capito male?!?

Tra parentesi: provate a sostituire "detenuti/carcerati" con "preti/prelati"...mica si polarizzeranno male anche loro?!?

Non è ora di ricominciare a pensare?

Mentre Chiesa, media e giornali discutono del fatto di seppellire o meno embrioni ancora non nati in base ad una o all'altra interpretazione dell'eterna battaglia tra fede e razionalismo (e qualcuno sogna di seppellire assieme a loro tutta la legge 194) una bambina nigeriana di 13 mesi muore in un ospedale a Carugate nella ricca provincia di Milano perchè il padre immigrato, a causa della perdita del lavoro sei settimane fa, non aveva potuto rinnovare la tessera sanitaria.

"Uccisa dalla burocrazia" ora si dice, e tutti si indignano per il dramma di un padre che - una volta perso il lavoro - è stato fatto scendere senza troppi complimenti dal treno della società civile per cui aveva spalato carbone fino a poco prima. Ma la verità è che è stata uccisa in parte anche da noi, che abbiamo permesso con troppo silenzio il varo di una legge che permettesse questo distratti da discorsi sterili e senza senso e rappresentazioni di uomini che troppo spesso guardano al Cielo più che alla terra in cui abitano.

Uccisa da norme che sacrificano troppo spesso e troppo facilmente le minoranze immigrate sull'altare della sicurezza pubblica, scritte da uomini che cercano lusinghe cavalcando l'onda facile della demagogia cercando non vere soluzioni ma muri di carta per nascondere i problemi. E dall'ottusità di chi confonde la vita di un bambino con un pezzo di carta colorato di giallo.

Non è ora di svegliarsi e ricominciare a pensare davvero a dove stiamo andando?

mercoledì 7 aprile 2010

Martiri moderni

Dal free press City di oggi:

"Terreblanche? Un martire della resistenza bianca". Così il focoso europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio definisce il leader razzista sudafricano, ucciso sabato da 2 suoi dipendenti neri a cui non aveva pagato il salario.


Nel caso foste curiosi di saperne di più su chi sia stato questo signor Eugene Terreblanche, basta un clic per fare un salto su Wikipedia
alla sua biografia.

Il martire - per fare un breve riassunto - era un ex poliziotto/contadino che creato un movimento di estrema destra con proprie truppe paramilitari aveva dedicato la propria vita a fare la guerra al governo di De Clerk che tentava di sradicare dal paese la piaga dell'Apartheid, prendendosi nel tempo svariate denunce e condanne per violenza, detenzione di armi, aggressione, tentato omicidio, divenendo protagonista di numerose tentate rivolte di piazza ed episodi di aggressione, e finendo per farsi 6 anni di prigione prima di venire ucciso lo scorso 3 aprile da due lavoratori neri della sua azienda agricola a cui pare non volesse pagare lo stipendio.


Non so voi, ma a me la storia dei martiri l'avevano raccontata un po' diversa... Ma la cosa più triste è che Borghezio al Parlamento Europeo è membro tra le altre cose della commissione per le Libertà civili e la Giustizia: Vorrei sapere con che coraggio...

La pedofilia si perdona, l'aborto no: parola della Chiesa

Da Newnotizie.it, riporto integralmente e condivido in pieno l'articolo di Mattia Nesti:


Monsignor Gianfranco Girotti è il reggente della Penitenzieria Apostolica, l’organo che da secoli, secondo i dettami del Vaticano, “elargisce grazie, assoluzioni, dispense, commutazioni, sanzioni e condonazioni. E, inoltre, esamina e risolve i casi di coscienza che le vengono proposti”.

In questi giorni difficili per la Chiesa di Roma, pesantemente coinvolta in casi di pedofilia spesso coperti dalla curia stessa, la Penitenzieria ha riunito circa 600 sacerdoti per tenere un “corso di aggiornamento” a proposito delle confessioni e delle penitenze; impossibile, quindi, non parlare anche dei recenti casi che stanno minando alle basi la credibilità della Chiesa.

“I peccati sono sempre gli stessi, – ha spiegato monsignor Girotti in un’intervista concessa a “Il Messaggero” – semmai possiamo parlare di nuove forme di peccato. Aspetti che prima non esistevano e che ora fanno parte della coscienza collettiva. [...] Un penitente che si è macchiato di un delitto simile (pedofilia, ndr), se è pentito sinceramente, lo si assolve. E’ chiaro che dinnanzi a casi di persone consacrate soggette a disordini morali costanti e gravi (sottolineo, costanti e gravi) il confessore dopo aver, senza successo messo in atto tutti i tentativi per ottenere l’assoluzione consiglierà di abbandonare la vita ecclesiastica“.

Parole illuminanti e assolutamente credibili, se rilette alla luce dei particolari emersi a proposito dell’atteggiamento dei piani alti delle gerarchie ecclesiastiche nei confronti dei prelati responsabili di abusi e violenze su minori; per Girotti, infatti, non esiste neppure la remota possibilità che un uomo di Chiesa si senta in dovere di denunciare un “collega” pedofilo alle autorità giudiziarie dello Stato.

Il confessore non solo non può imporgli l’autodenuncia, ma non può nemmeno recarsi da un magistrato per denunciarlo. Romperebbe il sigillo sacramentale. Una cosa gravissima. Se lo facesse il confessore incorrerebbe nella scomunica ipso facto, immediata”.

Ma se un qualsiasi prelato può assolvere un fedele o un uomo di Chiesa responsabile di violenze su minori indifesi, lo stesso non può fare con una donna che ha abortito, a meno che non riceva “una dispensa speciale” dal vescovo.

“L’aborto viene considerato un peccato riservato, – spiega ancora Girotti – diciamo speciale. Nel caso specifico è chiaro che la Chiesa vuole tutelare al massimo la vita della persona più debole, più fragile, e cosa c’è di più inerme di una vita che è in divenire e non è ancora nata?”.
Forse, più fragile di un embrione, c’è la vita di un bimbo indifeso, una vita turbata e violentata per sempre dall’agire di uomini che liberano così le loro frustrazioni, ricevendo poi l’assoluzione della Chiesa.

Il pensiero della Chiesa è ormai chiaro: la pedofilia si perdona, l’aborto no.

La Repubblica democratica italiana pensa l’opposto, l’aborto è un diritto, entro determinati limiti, della donna; la pedofilia è un abominio contro vite indifese.

Le problematiche che ne conseguono sono enormi, soprattutto per un Paese da sempre succube del pensiero Vaticano; e, per uscirne, servirebbe una lucida riflessione, non certo l’invio contro i magistrati che indagano di ispettori ministeriali che tanto somigliano a pattuglie di una resuscitata Santa Inquisizione.

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...serve aggiungere altro?

martedì 6 aprile 2010

Namir, la verità scoperta dopo tre anni

Namir Moor-Eldeen, fotografo della Reuters ucciso a Baghdad da un raid americano nel 2007. Ora finalmente, a distanza di tre anni si scopre la tragica verità grazie ad un video uscito non si sa come dalle maglie della censura militare. Il giovane fu ucciso perchè - a quanto pare - il suo teleobbiettivo fu scambiato per un lanciarazzi Rpg come quelli usati dai guerriglieri iracheni dai militari a bordo di un elicottero Apache americano.



Ecco a cosa servono e perchè sono da difendere e tutelare siti come Wikileaks: a far sapere al mondo che ogni volta che succederanno cose come queste, ci sarà sempre qualcuno che cercherà di scoprire la verità.



Qui sotto, la penultima e l'ultima foto (scattata durante l'attacco dell'elicottero Apache) del fotografo Namir Noor-Eldeen, dal sito Collateral Murder.

Penultima foto

Ultima foto, scattata presumibilmente durante l'attacco

Che brutto modo di morire...

giovedì 1 aprile 2010

Puttane 2.0 : due anni per non cambiare nulla

Dopo aver visto ieri sera su Le Iene questo servizio sulle vu cumprà venditrici di calzini e fazzoletti costrette a prostituirsi low cost ai lavoratori delle fabbriche per portare a casa i soldi per sopravvivere mi è tornata alla mente anche un'altra cosa che avevo letto sempre sul mondo della prostituzione un po' di tempo fa, in un bell'articolo dal blog di Buck Nasty.

Vi ric
ordate la polemica sulle mappe delle prostitute visibili su Google Maps dove le belle di notte venivano etichettate con tanto di nome, età e commenti sulle prestazioni? Sui giornali nazionali avevano scatenato un bel po' di sana ed italica indignazione, conclusasi come sempre con un nulla di fatto. Ma sarà cambiato qualcosa in tutto questo tempo? Oggi ho provato a scoprirlo, ed ho avuto la conferma - come si scopre facilmente sul web - che tutto è come prima: la mappa delle OTR (operatrici "On The Road") aperta più di 2 anni fa esiste ancora, e con essa tutto il mercato 2.0 collegato. Ma se volete saperne di più vi lascio a Buck:, con il suo "Puttana 2.0". Se volete potete commentarlo all'originale sul suo blog, che trovate qui. Così magari ritorna a scrivere, che non lo fa da un po'...

"Puttana 2.0"
, di Buck Nasty

«I miei colleghi mi chiamano “il principe del foro”», poi fa una pausa e mi fissa negli occhi attendendo una mia reazione, come per tutte le battute che hai raccontato sessanta, trecento volte. «Ma non sono mai entrato in un’aula di tribunale.»

Eravamo nei pressi di Pero, a metà strada fra Rho e Milano, quando la macchina si ferma.

«Hai visto, è proprio lei», mi sussurra continuando a grattarsi la coscia sinistra. A poche centinaia di metri l’autostrada per Torino porta migliaia di impiegati dietro ad una scrivania.

Riconosco questo luogo. Ci sono già stato. Qualche ora prima è apparso sullo schermo del mio portatile.

Ovunque macchie di speculazione edilizia, quella che negli anni sessanta non è riuscita mai a trattenersi schizzando ovunque condomini e casermoni per pompare manodopera verso capannoni di industrie pesanti che non esistono più, o villette a schiera schermate da strade inaccessibili che incubavano i dirigenti di queste fabbriche. Macchie che hanno permanentemente sporcato quasi ogni paese intorno a Milano.
Ora dentro quei casermoni ci stanno solo i nuovi immigrati a basso costo, le puttane e i voti alla Lega Nord.

“Il principe” tira fuori dalla tasca un cellulare di ultimissima generazione, uno smartphone. Apre l’applicazione di Google Maps, che immediatamente ci localizza tramite GPS. Vicino a noi, al pallino blu che lampeggia, c’è Lei. Nella stessa posizione in cui realmente si trova in questo momento. Ora preme il segnaposto rosso e compare una nuvoletta tramite la quale possiamo sapere il suo nome, la sua etnia, il colore dei capelli, degli occhi, l’età, quali pratiche sessuali è disposta ad eseguire e per quale prezzo. Le specialità sono criptate da sigle inglesi e italiane incomprensibili a chi non è avvezzo, a chi non conosce gli spizzini per puttanieri del web 2.0. BBBJ, DATY, OTR. Dietro ad ognuno di questi acronimi si nascondono significati grotteschi e cinici, e infantili rassicurazioni della propria dominanza psicologica sulle prostitute.

Gli chiedo di spiegarmi la più strana. «Rai2?» Ripete con un ghigno sulla faccia, mostrando tutti gli scarsi passi in avanti compiuti dall’odontoiatria in Lombardia. «Significa che ti puoi sintonizzare sul secondo canale.» Poi mi guarda fisso negli occhi, come per tutte le battute che hai raccontato sessanta, trecento volte.

Nella nuvoletta, più sotto, una recensione da parte di uno che ha provato la ragazza in questione. Uno dei tanti. Di fianco al nome della ragazza compare un semaforo rosso, come un film su Rete4.

«Che delusione ragazzi! Sono stato da poco da Conny, dopo che ero andato a trovarla parecchie volte quattro o cinque settimane fa. Un vero peccato, il classico caso di ragazza dell’Est che dopo il primo mese diventa più professionale e fredda di una zoccola di lunga data. Non mi toccare qui, non mi baciare là, e poi era addormentata di brutto, manco fosse stata su tutta la notte. Veramente una delusione perché non era male inizialmente. Carne marcia.»

La mappa sul telefono viene pizzicata e un’area più ampia appare sullo schermo. Un altro paio di prostitute si trovano nei dintorni, a qualche kilometro di distanza. Il non-avvocato preme sul segnaposto di una di queste e poi preme ancora su “indicazioni stradali”. Dopo qualche secondo precise ed efficienti indicazioni ci guidano verso di lei. Gira a destra, tira dritto per 800 metri, la seconda uscita a sinistra. C’è anche una opzione che incrocia il tragitto a piedi con i mezzi pubblici disponibili. Siamo quasi nel 2010 e tutto ciò che da bambini ci saremmo aspettati da questa data non si è avverato affatto. Non abbiamo le macchine volanti né il teletrasporto, non abbiamo sconfitto il cancro o l’AIDS, ma il navigatore cacciaprostitute funziona alla grande.

«Queste non sono escort, sono tutte OTR, On The Road, come Jack Kerouac.» A quanto pare le due professioniste individuate non incontrano il gradimento del principe, che sente il bisogno di precisare «Preferisco le tope d’appartamento, queste sono solo per le zecche o i barboni.» Parole difficili da concepire e mandare giù, specialmente quando vengono pronunciate da un uomo vestito come un nemico di James Bond negli anni ottanta.

Prima di andarsene mi vuole mostrare un’altra cosa. Ci allontaniamo dalle OTR, quindi scende dalla macchina e avvia un’altra applicazione.

«Questa è una bellezza, l’ultima novità.» Tiene il telefono a due mani, le braccia tese. Una luce verde si accende sul retro del telefono e sullo schermo appare un giardino, un condominio, una vecchia fasciata da un foulard che attraversa. Quello che effettivamente vediamo con i nostri occhi davanti a noi. Sopra il foulard della vecchia spunta un pop-up con la scritta “Sheyla, Brasile. 25 anni, ingoia.” E un cerchio blu con la distanza in kilometri tra noi e la sudamericana. Cinque virgola 7, cinque virgola 6, tenendo il pallino di Sheyla al centro dello schermo, anche se di volta in volta va ad appoggiarsi su case, alberi o persone, è facilissimo raggiungerla ovunque uno si trovi. «È la realtà aumentata», dice fermandosi sul posto, ma poi riprende a parlare girando lentamente, come quando si vuole riprendere un panorama.

«Il telefono utilizza la telecamera, il magnotometro incluso, il GPS e il database con le coordinate di longitudine e latitudine presenti su Google Maps.» Ad ogni movimento del cellulare nuovi pallini e nomi cadono ovunque su Milano. Denise, Romania. Sui 45, Mature. Angel, Estonia. 20 anni, Girlfriend Experience. Beatrice, Russia. 18 anni, senza preservativo. Una nevicata di passaporti sequestrati, riscatti da pagare e schiavitù umana — la prima della stagione. Premendo su uno di questi pallini e nomi ci si ritrova con gli stessi dati di prima. Sigle, semafori e recensioni da station wagon su Top Gear.

Ma non tutti hanno questa visione pessimistica.

«Noi siamo dei gentiluomini» cerca di dirmi il principe prima di scomparire «Non abbiamo nulla da spartire con i protettori delle prostitute o chi le sfrutta. Noi vagliamo, selezioniamo e poi cataloghiamo per non correre rischi. Il momento del piacere non deve essere rovinato da imprevisti, da quello che succede nella vita normale. Noi le rispettiamo, e non vogliamo che sia fatto loro del male, ma è colpa della polizia se queste poi finiscono ammazzate o schiavizzate. Io stesso penso di aver sovvenzionato lauree e studi di almeno cinque o sei ragazze. Un paio di anni fa compravo il loro tempo in webcam su Skype. Si spogliavano. Giocavano mentre le osservavo. E poi le pagavo tramite versamenti su postepay o ricariche telefoniche, o più raramente Paypal. Ancora oggi, ogni tanto, un paio di loro mi scrivono su Facebook per farmi sapere come vanno gli studi o la loro vita.» Gli ho domandato se questa non fosse la stessa sequenza logica che porta le persone ad attaccare gli adesivi sulle macchine per farle andare più veloci, ma mi ha risposto annuendo soddisfatto e con una risatina compiaciuta, come se avessi finalmente capito il suo punto di vista. Non credo abbia compreso.

Questa convinzione di fare paradossalmente del bene, di essere solo degli utilizzatori finali, gli ultimi ingranaggi di una catena di montaggio impossibile da fermare è diffusa fra chi utilizza Internet per questi scopi. Perché la realtà dei fatti si mostra completamente differente rispetto a quello che uno si immagina quando cerca di inquadrare dei frequentatori incalliti di prostitute. Nessuna solitudine, rimorsi o ansia sociale. C’è un certo cameratismo, una goliardia diffusa. Prima di essere ammessi in uno dei forum più frequentati bisogna leggere e sottostare a queste regole, scritte con un umorismo peloso da commedia sexy anni sessanta:

«Chi intendesse usufruire del forum deve dimostrare di essere già intossicato dal Tubero. Deve presentarsi in accettazione, dichiarare la propria età, la propria professione e scrivere un po’ di sé.
Da qui, se giudicato idoneo, avrà diritto ad entrare nel reparto diagnosi, dove i “Sommi Porcelli” cercheranno di verificare che il suo grado di intossicazione sia tale da non consentirne la guarigione, che abbia cioè raggiunto il punto di non ritorno. »

Quando poi si riesce ad entrare si viene accolti come “colleghi”, la parola preferita per riferirsi agli altri membri. Molti invitano all’iscrizione i propri amici, ma spesso risulta superfluo perché l’aspetto sociale é talmente forte e unificante che tanti trovano comunque l’amicizia. Chi scopre una ragazza nuova è ammirato, chi è capace di scrivere le recensioni migliori, quelle che rendono meglio la scopata diventa un eroe influente. Non ci sono dei reclusi, c’è una allegra sociopatia saltellante e ammiccante.

Nelle migliaia di recensioni pubblicate ci sono punteggi decimali, assegnati con la stessa serietà e attenzione data al migliore album degli Smiths. Tanti si collegano dall’ufficio, sfogliando i consigli degli altri per utilizzare la pausa pranzo per una sveltina. Qualcuno fa il tifo, un altro scherza «hey, stai tradendo la tua Denise con questa nuova brasiliana, guarda che poi ti mena!» Risate. La prostituzione non più come un’attività da tenere nascosta meschinamente e di cui vergognarsi. Le puttane sono una droga ricreativa. I network sociali su internet un centro di riabilitazione deviato di Alcolisti Anonimi. Solo che in questo caso in omaggio all’ingresso c’è una bottiglia di Southern Comfort e un secchiello di ghiaccio.

E Gesù rimane ad aspettarti in macchina.