giovedì 28 maggio 2009

Contro gli abbandoni estivi dei blog arriva il "Blogsitter"!

Arriva l'estate: tempo di vacanze, viaggi, svaghi e purtroppo anche...abbandoni. Non di cani o gatti stavolta, ma di blog e siti internet! Molto spesso infatti fuggendo in vacanza gli italiani abbandonano i propri blog o siti, riprendendone le redini solo a settembre e lasciando blogosfera e web desolantemente inattivi come nemmeno i palinsesti Rai e Mediaset ad agosto.

Come fare ad evitare questo abbandono estivo? Come non lasciarli soli?

Gli autori del sito Scriviperme.com per ovviare alla carenza e risolvere i problemi hanno avuto l'idea di creare un servizio di Blog Sitter. In partica: tu consegni le password del tuo blog, gli dici quanti articoli vuoi pubblicare, di cosa ti occupi, e al resto pensano loro.

Le tariffe? Nel sito trovate scritto cosi'....

Potete scegliere tra due modalità: in abbonamento o à la carte. L’abbonamento annuo costa 70 euro + IVA e include i primi 2 post.

COSTI (IVA esclusa)
10 post - con abbonamento 50 euro/à la carte 100 euro
20 post - con abbonamento 80 euro/à la carte 160 euro
50 post - con abbonamento 180 euro/à la carte 360 euro

Avrà successo? Funzionerà? Voi che dite?

PS: cosi' per curiosità: il mio blog conta fino ad ora 486 post (con questo): al calcolo base di 5 euro a post fa un totale di 2425 euro. Che dite: lo quoto in Borsa o lo faccio adottare a qualcuno?

Le poppe più famose d'Italia


Da
Repubblica.it, la pubblicità della TTT Lines che ha fatto scoppiare lo scandalo a Napoli e che in molti chiedono di rimuovere dalle strade comunali.

Voi che ne pensate?

10 piccole differenze

Nelle due foto sotto: Marina Berlusconi, la figlia 42 enne di Silvio Berlusconi, paparazzata dall'inglese Daily Mail al Billionaire, il locale vip di Falvio Briatore.


La didascalia delle foto la riporto direttamente in lingua originale : "
Worse for wear: Marina Berlusconi appeared to have enjoyed refeshments a little too much as the opening on the Billionaire's Disco in Monte Carlo".


Sotto: Dario ballantini, l'imitatore di Striscia la notizia nei panni dello stilista Valentino Garavani.



Chi mi trova le differenze? :)


LIVELLO 2:

Se siete riusciti a trovare le 10 differenze di cui sopra, provate anche con il secondo test: riconoscerete le differenze tra Marina Berlusconi....


..e Marina Berlusconi?


Ps - Se trovate più di 10 differenze non c'é niente da fare: siete irrimediabilmente comunisti.

martedì 26 maggio 2009

Silvio: e l'intervista alla CNN diventa spot elettorale

Scena del delitto: Tg 1 delle 20 del 25 maggio (servizio di Sonia Sarno) e Tg 3 delle 19 del 25 maggio. (servizio di Alessandra Carli).

I telegiornali nazionali riprendono l'intervista trasmessa dalla CNN e dall'emittante sarda VideoLina. E fin qui tutto bene. Ma se guardate con attenzione (ma manco poi tanta) le immagini originali e quelle trasmesse dai tg nazionali scoprirete che non sono proprio tutte uguali: nelle immagini RAI infatti c'è un tarocco. Una piccola aggiunta

Alle spalle di Berlusconi infatti nell'intervista trasmessa dalla RAI compare il simbolo elettorale del Pdl (Berlusconi presidente) e anche la sua precisa ombra nella tenda. Un logo che non c'era nelle immagini elettorali originali della rete di Atlanta.

Nel video sotto vedete alternate le immagini della CNN e del TG 1 di ieri sera, con la "piccola aggiunta" del servizio televisivo nazionale.




Ma secondo voi qualcuno lo ha detto alla CNN che la loro intervista é stata trasformata in uno spot elettorale? Secondo me, un pochino si incazzerebbero....

UPDATE: pare che l'intervista col logo sia stata fatta solo dall'emittente Video Lina, come spiegato bene qui. Le immagini della CNN non sarebbero quindi state ritoccate. Perché poi il Tg1 e il Tg3 abbiano deciso di usare nei servizi solo quelle col logo di VideoLina e non quelle senza della Cnn nonostante si sia in piena campagna elettorale, rimane un mistero...

Il Comune di Milano dichiara guerra al degrado delle "panze al vento"

Il Comune di Milano dichiara (per l'ennesima volta) guerra al degrado. Stavolta nel mirino c'é quello delle panze al vento, ovvero il fenomeno che ha raggiunto ormai livelli intollerabili di quella gente che, spinta dal caldo, si toglie la maglietta in pubblico per rprendere un po' d'aria oppure usa le fontane pubbliche per rinfrescarsi, magari tuffandocisi dentro assieme ai piccioni. Moioli, De Corato, Moratti e company: tutti uniti nel dire "questa panza non s'ha da mostrare"! E senno il pubblico decoro che fine fa?

D'altra parte, cosi' non si puo' più andare avanti! E se il cittadino ha caldo, se ne vada a prendere un gelato (ma non lo consumi in pubblico, per carità, che c'é anche l'ordinanza anti-bivacco) e faccia girare il PIL invece di sudare in maniera egoistica da solo! Da notare che - come al solito - il problema pare essere particolarmente sentito davanti alle chiese. Rimane il dubbio se siano i prelati che possano essere impressionati dalle nudità dei turisti o se viceversa non siano i turisti ad essere impressionati dalle lunghe e pesanti tonache nere ripiene di frate esposte coraggiosamente a rosolare sui sagrati.

Ma non c'era una cosa un po' più seria a cui pensare prima di questo?

La notizia comunque arriva da Repubblica.it : qui sotto l'articolo integrale

La fontana di piazza Castello usata come lavandino per rinfrescarsi schiena e ascelle. Il sagrato del Duomo che diventa un solarium per giovani a torso nudo. Con il caldo, Milano si spoglia in cerca di fresco. Uno spettacolo a cui Mariolina Moioli, assessore alle Politiche sociali del Comune, dice basta: «Chi fa sfoggio di nudità nelle zone di interesse storico, artistico o religioso non rispetta il prossimo — dice — per ristabilire il decoro servono regole certe». Le fa eco il vicesindaco, Riccardo De Corato: «Capisco che l’afa possa essere un problema, ma la città non è una spiaggia. Discuteremo con il sindaco per trovare una soluzione».


La norma che vieta il petto nudo, almeno sulla carta, ci sarebbe anche. All’articolo 75 del regolamento di polizia urbana si legge: “ È vietato mostrare nudità, piaghe o deformità ributtanti”. Ma nessun vigile si sogna di applicare il testo. Marco Radelli, delegato di Cgil-Polizia locale, spiega: «È troppo generico e chiunque potrebbe contestare le multe. Se il Comune vuole vietare di stare a torso nudo dovrà farlo con un’ordinanza». Ma l’ordinanza non c’è, e nella Milano torrida di questi giorni la sfilata dei corpi sudaticci è ovunque.


Ieri alle 14 alcune signore si sono messe in cerca di un vigile, nella speranza che potesse multare un ciclista che percorreva via Dante in bermuda. Scena simile in Duomo, dove una donna ha bacchettato i giovani stravaccati sui gradini con la testa appoggiata sulle magliette appallottolate: «Ma non vi vergognate a stare così davanti a una chiesa?». Di fronte alla stazione di Cadorna, nel pomeriggio, bighellonava un gruppo di amici di ritorno da parco Sempione, che aspettando il treno sfoggiavano i muscoli. Davanti alla basilica di Santa Maria, il record: un giovanotto che per portare a spasso il cane aveva lasciato a casa la maglietta.

Per Moioli, «almeno davanti alle chiese bisognerebbe mettere dei cartelli, richiamare la gente alla civiltà». Massimiliano Orsatti, assessore al Turismo, ne fa anche una questione d’immagine: «Milano fa dell’eleganza e dello stile una delle sue bandiere, le pance al vento in centro non sono un bel biglietto da visita». E Maurizio Baruffi, capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale, fa la sua proposta: «I vigili dovrebbero fare una sorta di servizio cortesia, chiedendo a chi gira per strada in modo poco decoroso di non farlo, senza bisogno di dare multe».

Molte città italiane hanno già varato provvedimenti. A Verona il sindaco Flavio Tosi ha vietato con un’ordinanza di «passeggiare nelle vie cittadine a torso nudo», come già succede a Venezia. Nel Milanese si è mosso il sindaco di Cornaredo, Pompilio Crivellone, che lo scorso autunno ha introdotto multe fino a 500 euro per chi non indossa la maglia, anche nei parchi. «Il decoro va tutelato — dice Crivellone — non è possibile fare finta di non vedere il degrado dei costumi».

Negli anni scorsi, oltre a Domodossola che vieta i petti al vento dal 1998, si sono mosse le amministrazioni delle località balneari: Capri, Ischia, anche Viareggio. Ed è di ieri la notizia del giro di vite preteso dal rettore del collegio Gallio di Como, che ha bandito addirittura le braghe corte per gli studenti.

lunedì 25 maggio 2009

Global warming

Continua l'ondata di calore presente in Italia: martedì l'afa raggiungerà il record, con 14 città al livello 4 (allarme rosso). La colonnina di mercurio supererà i 30 gradi in tutte le città a rischio. Milano e Latina raggiungeranno i 34 gradi di massima. A seguire Brescia (33), poi Roma, Perugia, Firenze, Pescara Bolzano e Reggio Calabria (32).



Buona sudata a tutti....

...ma a Milano quanto ci avrebbero messo?

Azione rabbiosa: con la forza, un uomo in Cina ha messo fine ad un blocco stradale causato da un aspirante suicida. Per farlo si é arrampicato sul ponte in cima al ponte di Haizhu nella città di Guangzhou da dove l'altro uomo minacciava da più di 5 ore di buttarsi (bloccando tutto il traffico della zona) , ed una volta raggiunto l'obiettivo lo ha spinto e buttato di sotto.

La sua motivazione: il potenziale suicida ha agito con egoismo. «Questi non hanno veramente il coraggio di uccidersi. Vogliono solo attirare l'attenzione delle autorità», ha aggiunto, prima di essere portato via dalla polizia per poi essere rilasciato su cauzione.









Secondo voi a Milano quanto avrebbero aspettato prima di salire su in 4 e scaraventarlo di sotto?!? Non credo si sarebbero superati i 10 minuti... Provare a vedere (spacialmente sui viali) per credere... I milanesi non perdonano...

Manifesti elettorali più o meno assurdi trovati qua e là....

Due settimane alle elezioni... Ed in giro si trova ormai di tutto... Come i manifesti e le locandine che potete vedere qui sotto, realmente visti dal sottoscritto tra Milano, Pavia e Nordest in generale....


Motti, se ci dici chi sei, magari vien più facile.... Ma leggendo qui come ha impostato la campagna elettorale, si vede chiaramente che che questo Motti della politica italiana ha già capito tutto!


Questo é fantastico.... :)


PS: "Ponto" in veneziano vuol dire "Marcio"... :)


Mi viene il dubbio se spinga ad andare a votare più di quanto dica di astenercisi...


Brutti sono brutti, niente da dire. E non é nemmeno ritoccato...


Questi addirittura riesumano Mao... Tra l'altro cosa pensino di ottenere astenendosi lo sanno solo loro: lo facesse il 100% dei votanti potrebbe avere un senso...ma cosi'... Se ne trovate altri, segnalatemeli!

Update: una seconda tranche di manifesti la trovate qui.

venerdì 22 maggio 2009

L'appello degli studenti fuorisede: "vogliamo poter votare anche noi"

Giustissimo. Ma non solo per gli studenti. Chi glielo fa fare ad esempio un precario che guadagna 500 euro al mese, lavora a Milano ma risiede a Caserta, di farsi centinaia di chilometri col treno per andare a votare a casa sua spendendo un sacco di soldi che nessuno gli rimborserà? Oltretutto Trenitalia ti dà si' lo sconto del 70% per il viaggio di andata se esibisci la tessera elettorale: ma il ritorno lo paghi quasi sempre intero!

Riusciamo a votare se siamo in Nicaragua, e non lo si puo' fare qui in Italia? Appoggio l'iniziativa, e spero sinceramente che ne venga fuori qualcosa! Comunque, l'articolo di Repubblica che spiega tutto lo trovate qui sotto:

Una petizione online e un movimento che chiede che il diritto di voto sia garantito anche a chi frequenta gli atenei lontano da casa
L'APPELLO DEGLI STUDENTI FUORISEDE:"ANCHE NOI VOGLIAMO POTER VOTARE"
Sono 250mila gli iscritti adn università in regioni diverse dalle loro. "I reclusi possono dare la loro preferenza, ma noi no".

ROMA - Chiedono di esercitare un proprio elementare diritto. Quello al voto, che, da fuorisede, risulta molto difficile da realizzare, dispendioso - quando ci si può muovere - del tutto impossibile quando per diverse circostanze non si riesce a tornare alla città di residenza in tempo utile.

Gli studenti fuori sede - sono più di 250mila - alzano la voce, in modo cortese ma fermo, e lanciano un appello alle più alte autorità dello stato, perché anche a loro sia permesso di dare il proprio voto, sollevando il problema proprio ora che l'appuntamento alle elezioni europee del 6 e 7 giugno prossimi è alle porte.

"L'Italia è un paese strano", spiegano i promotori di IOVOTOFUORISEDE, un gruppo di studenti che ha scelto atenei lontani dal proprio paese o città di residenza, ed ha lanciato una petizione online per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sul problema. E il loro appello in breve tempo è stato firmato da oltre 3.400 persone. "Perfino i reclusi possono votare dal luogo di reclusione mentre noi giovani, studenti fuori sede e futura classe dirigente di domani, non abbiamo la possibilità di scegliere la classe dirigente che determina il nostro presente", argomentano.

Se è vero che si lamenta continuamente la scarsa affluenza alle urne, "non si fa niente di concreto per agevolarla mentre ciò avviene regolarmente, da decenni, in altri paesi europei quali Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, Belgio, Danimarca e Paesi Bassi, solo per fare alcuni esempi", denunciano.
Difficile che il problema possa essere risolto per le prossime consultazioni, ma i ragazzi non si arrendono: "durante questo periodo pre-elettorare vorremmo sensibilizzare al massimo l'opinione pubblica sull'argomento". Sperando che per la prossima volta qualcosa possa cambiare.

Cipria e fazzoletto fa il Silvio perfetto!

E Silvio ci ricasca: prima di prendere la parola al congresso di Confindustria dello scorso 21 maggio per attaccare giudici e Parlamento, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi viene "beccato" dai fotografi ad incipriarsi la fronte fingendo di asciugarsi il sudore con un fazzoletto!


Diavolo di un presidente... Chiamerà anche velina la Marcegaglia: ma in quanto a trucchi e cosmesi pare che ne sappia addirittura più di lei!


Ma sarà vero - come si vocifera in ambienti di Palazzo, che Silvio possegga anche un set di "copridita ribaltabili con rimmel, matita e lucidalabbra" e un beauty da trucco da viaggio da cui non si separa mai? Mah...

giovedì 21 maggio 2009

Anteprima: l'articolo dell'Espresso in edicola domani che svela i fondi nascosti dei politici italiani

In esclusiva qui sotto trovate l'articolo di Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli, in edicola domani sull'Espresso, che racconta come una nuova legge permetta di tenere nascosto il 27 per cento dei contributi elargiti dai privati alla politica. Così 15 milioni l’anno restano coperti.

Trasparenza addio, sulle sovvenzioni di privati e aziende ai partiti cala di nuovo l’ombra. Ai tempi di Tangentopoli il reato di illecito finanziamento travolse la prima Repubblica? Bene, adesso il finanziamento è diventato lecito ma invisibile, praticamente occulto: sotto i 50 mila euro resta nascosto a norma di legge. È l’arma segreta di un esercito di uomini con la ventiquattr’ore che cinge d’assedio i palazzi del potere: si chiamano lobbisti, e bussano alle porte dei politici, ungendo ingranaggi dove più gli conviene. Quanto pesi veramente la loro opera di “seduzione” sulle decisioni del Parlamento è cosa ardua da capire.

Le liste tenute dalle Camere non sono soltanto difficili da consultare, ma nascondono la reale entità del fenomeno. Spulciando i bilanci 2007 delle formazioni politiche rappresentate in Parlamento, infatti, “L’espresso” ha individuato una “zona grigia”, formata dai fondi dei quali i tesorieri di partito non sono tenuti a render nota la provenienza. Qui si scopre che ben il 27 per cento dei contributi privati ai principali partiti italiani è perlopiù di origine ignota. Un limbo da 15 milioni di euro, insomma. Appena due, invece, i milioni di euro in finanziamenti “trasparenti” nello stesso anno. Se poi pensi che nel 2008 (che è stata annata di campagne elettorali) le cifre “alla luce del sole” sono quadruplicate, vien da chiedersi quanto sia cresciuta in proporzione la zona d’ombra.

Come funzioni il lobbismo sommerso ce lo spiega Franco Bonato, ex tesoriere di Rifondazione: «L’intento di celare la provenienza dei fondi diviene evidente quando si constata la facilità con cui il limite fissato per legge può essere aggirato. Se io, imprenditore, decido di dare 50 mila euro a un partito, ma preferisco che il mio contributo resti segreto, mi basterà versarne 49.999. Se ho intenzione di versarne più di 50 mila, e voglio sempre restare anonimo, mi basterà ripartire la somma fra i componenti della mia famiglia. Così io ne verserò una quota, mia moglie un’altra, mio figlio un’altra ancora e così via. Sono stratagemmi di uso comune per chi non vuole farsi notare», conclude.

Tutto grazie allo scorso governo Berlusconi. Agli inizi del 2006, poche righe inserite di soppiatto nel famoso Milleproroghe, a mo’ di sandwich fra una disposizione sull’8 per mille e un contributo a “Genova capitale europea della cultura 2004”, sono andate a innalzare la soglia di trasparenza dei fondi privati, al di sotto della quale è impossibile sapere chi-dà-quanto-a-chi. La cifra è schizzata dai circa 6.600 euro fissati nel lontano 1981 ai 50 mila di oggi. Venti volte tanto. Pure fra i banchi dell’opposizione se n’erano accorti in pochi: fra questi Pierluigi Castagnetti, allora deputato della Margherita, ora Pd. «Permettere che si elargiscano anonimamente cento milioni di vecchie lire», ribadisce oggi, «vuol dire che qui non si parla più di “finanziamento”, ma di semplice corruzione politica». Per i partiti come per i singoli parlamentari. Lo stesso accadeva nel medesimo periodo per il finanziamento privato a deputati e senatori, con una modifica voluta dai parlamentari della Casa delle libertà, e infilata con altrettanta destrezza in un testo di legge sul voto domiciliare. In questo caso la soglia è salita dai 6.500 euro a 20 mila e con una differenza non da poco: mentre la zona grigia dei partiti è calcolabile a partire dai loro bilanci, quella dei parlamentari no.

Il grigio, da noi, non è fatto solo di soldi che vanno da privati e lobbisti a partiti o singoli parlamentari. Fioccano i versamenti che per varie ragioni viaggiano da partito a partito (vedi box) o da politico a partito. Le liste della Camera sono piene di rappresentanti che finanziano la propria formazione. Come gli oltre 4 milioni di euro arrivati ai Ds dai propri deputati e senatori nel 2007, i circa 713 mila euro dei leghisti o i 281 mila euro dell’Idv, ma succede anche con An e Margherita, ed era tradizione consolidata fra quelli di Rifondazione. Se l’autofinanziamento attraverso i propri politici può avere un senso, però, qualche perplessità la suscitano i casi in cui è il gruppo parlamentare a rimpinguare le casse del suo partito coi finanziamenti pubblici che riceve da Camera e Senato. Soldi che in teoria servirebbero esclusivamente alle spese di gestione degli uffici, ma che si traducono in un ulteriore finanziamento pubblico indiretto. Vedi i 97 mila euro del gruppo alla Camera di An, ma vedi anche il mezzo milione di euro che nel 2007 i gruppi leghisti hanno girato a via Bellerio.

Se a tutto ciò aggiungi il fatto che, grazie a un vecchio cavillo tornato “utile” ai tempi di Internet, le liste dei finanziamenti privati non possono essere pubblicate on line, è evidente che in Italia lobbisti e lobbizzati godono di una comoda cortina di fumo. Che fa diventare sempre più opachi i rapporti fra il potere economico e quello politico.

Prendiamo Forza Italia. Il confronto fra i contributi sopra i 50 mila euro ricevuti negli ultimi due anni fa riflettere: nel 2007, quando era all’opposizione, è stata corteggiata dai lobbisti con 310 mila euro. Che però un anno dopo, conquistato palazzo Chigi, sono lievitati a quasi 2 milioni e mezzo. Tanti soldi, tanti favori da ricambiare? Una delle più folte pattuglie di sostenitori del Cavaliere sono i costruttori. A scendere in campo addirittura l’Associazione nazionale costruttori edili, con 50 mila euro che certo non staranno rendendo la vita più difficile al Piano Casa di Berlusconi. Insieme all’Ance i grandi costruttori privati, quelli che sugli appalti pubblici fanno la loro fortuna, a cominciare dall’Astaldi, passando per la Pizzarotti di Parma, per finire con il gruppo Gavio.

Proprio Marcellino Gavio è il maggior finanziatore forzista, con 650 mila euro in 13 assegni da 50 mila l’uno. Gavio è azionista dell’Impregilo, società capofila per la costruzione del ponte sullo Stretto: è notizia di qualche settimana fa che, dopo lo stop imposto da Prodi, la grande opera ripartirà presto. Ma l’imprenditore alessandrino è anche uno dei signori delle autostrade italiane, visto che gestisce chilometri e chilometri di asfalto, soprattutto al Nord (una su tutte la Torino-Milano). Non gli dispiacerà se dal primo maggio il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ha aumentato i pedaggi. Non solo cemento. Il partito berlusconiano si nutre anche di acciaio, coi 300 mila euro dell’imprenditore cremonese Giovanni Arvedi. E un occhio di riguardo va alla salute: 200 mila vengono dalle cliniche, La Nuova Sanità srl di Bari, e Multimedica Holding spa di Milano.

Che per un partito andare al potere sia come un battesimo, con tanto di regali degli invitati, lo ha capito bene Raffaele Lombardo, padre-padrone dell’Mpa, che da quando è diventato governatore della Sicilia e alleato di governo della destra ha fatto l’en plein. Nel 2007 nessun contributo di peso, un anno dopo 665 mila euro. Primo fan del medico siciliano è Maurizio Zamparini, presidente del Palermo calcio, con due versamenti da 100 mila euro l’uno. E si capisce: i suoi interessi nell’isola sono molteplici, visto che nel capoluogo sta per costruire un grosso centro commerciale, e in più vorrebbe gestire il progetto di un nuovo stadio.

Va di magra, invece, a chi esce dalla stanza dei bottoni. È successo a Lamberto Dini, che quando risultava decisivo per le sorti del governo Prodi aveva ricevuto dall’imprenditore Davide Cincotti 295 mila euro. E ora che è intruppato nel Pdl gli tocca accontentarsi delle briciole (appena 100 mila). Idem per i Ds senesi. Quando il centrosinistra guidava il Paese, Giuseppe Mussari (capo del Monte Paschi) donava loro 162.500 euro, cifra che poi nel 2008 si è ridotta a meno della metà.

A volte lobbista e politico sono anime gemelle, altre una strana coppia. Come l’antiberlusconiano ante litteram, Antonio Di Pietro, che ha intascato 50 mila euro da Sei Tv, una società televisiva milanese. Dalla visura camerale salta fuori che la proprietaria è tale Tiziana Grilli, moglie di Raimondo Lagostena Bassi, reuccio delle tv locali grazie al circuito Odeon. Lagostena però è uomo che fa affari col Cavaliere (visto che mandava in onda la defunta Tv delle libertà della Brambilla), ed è anche editore di Telepadania (non a caso ha foraggiato anche la Lega con 60 mila euro). Allora con Di Pietro che c’azzecca?

Curioso pure il finanziamento di 60 mila euro alla campagna elettorale di Gianni Alemanno da parte della Snai, società di scommesse. Anche se in fondo al sindaco di Roma l’azzardo non dispiace, visto che da tempo preme per un casinò nella capitale. Ancora, c’è lo strano caso dell’onorevole Sergio De Gregorio, che invece di finanziare la propria televisione (Italiani nel mondo reti televisive”, società che gestisce una tv satellitare e web) riceve dalla stessa quasi 75 mila euro.

Infine c’è il finanziamento al partito che diventa “lessico famigliare”. Stiamo parlando dell’Udc di Pier Ferdinando Casini, che lo scorso anno ha potuto contare su 2.210.000 euro (seconda sola a Forza Italia), l’80 per cento dei quali proviene da un’unica fonte: l’immobiliarista Francesco Gaetano Caltagirone. Un bel po’ di soldi, ma spezzettati in 18 tranche da 100 mila, perché così il suocero ci ha anche risparmiato su. Esiste infatti una norma studiata ad hoc perché i partiti calamitino soldi dai privati: chi dona fino a 103 mila euro può scaricare dalle tasse il 19 per cento dell’importo, molto di più rispetto a un’associazione qualsiasi.

Tnks to: "La Rana"

mercoledì 20 maggio 2009

Scandalo rimborsi gonfiati per i politici inglesi: ma in Italia non siamo da meno...

Da Repubblica.it . In Inghilterra per lo scandalo dei rimborsi elettorali si dimette anche lo speaker della Camera dei Comuni (l'equivalente del nostro Presidente della Camera). Qui in Italia per i rimborsi che vanno avanti impunemente da secoli, semplicemente chiudiamo gli occhi...

Mentre a Londra infuria lo scandalo delle note spese siamo andati a vedere gli "extra" dei nostri parlamentari. Scoprendo che qui é tutto "a forfait".
ONOREVOLI, CHE RIMBORSI! QUANTO CI COSTANO I POLITICI ITALIANI
Dalla Jacuzzi sul terrazzo di casa alla trasferta ministeriale con famiglie al seguito.

IL rimborso spese per il parrucchiere delle onorevoli senatrici è stato l'ultimo a finire nel calderone delle astute sconvenienze da cancellare. Certo, pesa "solo" per 81 mila euro l'anno. Certo, non indecente come i filmini porno del marito del ministro dell'Interno britannico messi a carico del bilancio. Certo, non come gli specchi inseriti in nota spese dal deputato inglese Richard Younger Ross, ma anche a Roma, che figura. Tanto che anche a Palazzo Madama, giusto pochi giorni fa, se ne sono accorti e allora il presidente Renato Schifani ha invitato a cancellare quella voce in bilancio. D'ora in poi, sottinteso, vadano a farsi belle a loro spese.

Non è ben chiaro invece se i senatori e gli "ex" che passeranno a miglior vita in questo 2009 potranno godere ancora del rimborso spese funerarie che nel 2008 ha pesato un po' troppo sui conti del Palazzo, 134.290 euro. La voce è inserita "per memoria", e in fondo non sarà un problema loro ma di chi dovrà far quadrare i conti.

Conti stracciati, conti allegri, conti che non quadrano ma chi se ne frega, nel nostro Paese. Altro che Inghilterra indignata per pochi spiccioli di note spese. Qui lo scandalo è codificato, è a norma di legge, è tanto palese da non destare, appunto, scandalo.
Benefit, rimborsi a go-go, voli, treni, navi, Telepass e corsi di lingua e buvette e ristorante a 8 euro. Non è più tempo da viaggi in Tanzania della commissione Lavoro di Montecitorio per "studiare il sistema pensionistico del paese dell'Africa orientale", ricordo appannato di qualche anno fa. Come pure l'onorevole Lorenzo Cesa non proporrebbe più l'indennità per ricongiungimento familiare, come si azzardò a ipotizzare quando, nella rovente estate 2007, il suo partito venne segnato dallo scandalo del deputato Cosimo Mele, la prostituta in albergo, l'uso (sospetto) di cocaina. Adesso ci si accontenta di piccole cose, ma è il pensiero quello che conta. L'ultimo lo hanno avuto i tre questori della Camera guidati da Francesco Colucci (Pdl) ed è planato ieri mattina sulla casella postale dei 630 deputati sotto forma di lettera-invito a "usufruire di un corso di 15 ore di lezioni individuali di informatica da 1,5 ore cadauno" che si svolgeranno a Montecitorio. Costo risibile da 235 euro a testa, il resto lo mette la Camera, ovvio.

Quisquilie, appunto. Sarebbe bello invece sapere anche qui da noi come il deputato utilizza i 4.003 euro mensili che il Parlamento gli mette in saccoccia ogni mese come "rimborso spese di soggiorno". Certo, magari anche l'elettore italiano vorrebbe sapere almeno dove risiede il suo onorevole di riferimento, quando trascorre quei tre giorni nella Capitale. Per esempio se lo utilizza tutto, il suo budget da diaria extra stipendio. O che ne fa di quell'altro da 4.190 euro al mese che gli viene erogato proprio a titolo di "rimborso spese". Qualcuno non vorrà mica sospettare che una parte di quei soldi o addirittura tutti finiscano nel conto in banca dell'onorevole? Sospettosi o malpensanti. Qui la nota spese è bandita, il piè di lista è sconosciuto. Le Camere pagano anzitempo, pagano sulla fiducia, pagano a forfait. Non c'è nulla da scoprire. Altro che dimissioni dello Speaker del parlamento inglese.

Che ridere, il milione di sterline per colpa del quale Westminster sta precipitando nello scandalo, col suo carico di rimborsi gonfiati dai deputati. Che ridere, perché Montecitorio e Palazzo Madama, in questo 2009, distribuiranno ai nostri 630 deputati e 322 senatori rimborsi spese destinati sulla carta a viaggi, diaria e segreterie per qualcosa come 96 milioni di euro, parenti molto vicini di 100 milioni. E il tutto, va da sé, senza chiedere lo straccio di una prova documentale che attesti se davvero saranno utilizzati per gli scopi "istituzionali". Sono 72 milioni di euro alla Camera e 24 milioni al Senato. E va da sé, che quegli 8.190 euro mensili ai deputati e 8.678 mila euro ai senatori sono solo, appunto, rimborsi. Nulla a che fare con le indennità da 5.500 euro, lo stipendio in senso stretto.

"Uno scandalo come quello britannico da noi è impensabile - racconta un grande conoscitore del Palazzo come Gabriele Albonetti, deputato questore già da due legislature - Al di là dell'eticità del comportamento di deputati e senatori, la questione è tecnica. Da noi, non esiste la nota spesa, la Camera e il Senato affidano una somma, diciamo così, sulla fiducia. Sarà poi l'onorevole a gestirla a suo piacimento". Nulla da spiegare e nulla da giustificare. Né gli alberghi, né i ristoranti, né le segreterie, né - chiamiamoli così - gli "extra" molto extra. Come non sono da rendicontare gli oltre 4 mila euro al mese (4.678 al Senato) erogati a ciascun onorevole per i cosiddetti portaborse. Col risultato ormai arcinoto che buona parte degli assistenti sono sottopagati o pagati in nero. Ieri il Consiglio dei presidenza del Senato, prossimamente quello della Camera, ammetteranno l'ingresso dal primo luglio solo per i portaborse dotati di badge, rilasciato dietro esibizione di regolare contratto. Ma molti dei ragazzi, in questi giorni, ti raccontano come alcuni dei loro onorevoli siano pronti a far sottoscrivere loro un contratto da addetto alle pulizie del gruppo parlamentare, che ne possa comunque consentire l'ingresso quotidiano a Palazzo e continuare come sempre. Come sempre in nero.

Un po' di pulizia, va detto, la si sta pure facendo. Al Senato hanno cancellato i 730 mila euro sborsati, tra l'altro, per garantire un ufficio ai senatori rimasti privi di scrivania. O i 690 mila euro che sono parte della voce "rimborsi spese telefoniche". Ha fatto pure scalpore scoprire in questi giorni che i 1.058 "ex" senatori per fortuna ancora in vita costano però 1 milione 726 mila euro per viaggi in treni, aereo o per passaggi autostradali, al netto, ovvio, del vitalizio. Platea di beneficiari ridotta ora a 291 in uno slancio di austerity. Rigorismo che ancora non ha scalfito l'Asis, l'assistenza sanitaria garantita ai senatori e ai deputati e ai loro familiari. Basta pagare 25 euro al mese per ciascun figlio o consorte, ma anche - magia del Parlamento - per il convivente, e ogni cura è assicurata. Gratis. Perché la coppia di fatto che le Camere non hanno mai voluto riconoscere, lì dentro esistono, eccome, da tempo. Per l'esattezza dal 1985, quando è stata approvata la legge 687. Qualche sprovveduto Don Chisciotte, di tanto in tanto, prova pure a divertirsi e ad agitare le acque. In questa legislatura la dipietrista Silvana Mura, con un ddl che prevede tra l'altro la riforma del sistema dei rimborsi, da erogare solo dopo l'esibizione delle spese effettive. "Ma, per usare un eufemismo - racconta - non ha suscitato grandi entusiasmi tra i colleghi".

Fuori dai confini, qualche italiano finora ha potuto fare il furbo nell'Europarlamento. Tratta Bruxelles-Roma (o Milano) rimborsata forfaittariamente per la business class in base al chilometraggio. Quando invece era notorio che molti dei nostri 78 (come tanti altri) viaggiavano in low-cost. E lì, via con la cresta. Da luglio però, col nuovo Parlamento, si cambia registro: rimborso solo dei biglietti effettivamente acquistati. Il rimborso spese per lo staff viaggia sui 17 mila euro mensili. Non sarà per sfiducia, ma il tesoretto lì non lo fanno transitare dalla busta paga dell'onorevole. È a disposizione e le somme le paga direttamente il Parlamento agli assistenti che dimostrano con contatti e contributi di prestare servizio per il deputato. Rigore e trasparenza che i portaborse italiani sono costretti per ora solo a sognare.

di Carmelo Lopapa

martedì 19 maggio 2009

Don't judge too quickly!

Non giudicate solo dalle apparenze...perché cadere nei pregiudizi é estremamente facile! :)

Come dimostra questo video...








Non tutto é quel che sembra! :)

Quando si tratta di sesso, tutto é possibile...ma davvero tutto!

Certo che al mondo c'é gente che é pazza davvero... Eccovi una piccola raccolta di storie vere trovate nella rete negli ultimi giorni con un unico comune denominatore: manco a dirlo, il sesso...

1) Ad Arndale, in Oklahoma (USA), una donna di 49 anni é morta per le ferite autoinflittesi dopo aver cercato di usare un martello pneumatico come vibratore. Il tutto é accaduto lo scorso 1 maggio, quando un vicino ha allertato la polizia dopo averla vista nel vialetto di casa che tentava di puntarsi l'attrezzo verso "la zona del ventre", e ha chiamato la polizia pensando ad un tentativo di suicidio. Ma i poliziotti sono arrivati troppo tardi, quando ormai per la donna, che lavorava come operaia in una ditta edile, non c'era più nulla da fare.

La storia non é emersa subito, perché all'arrivo dei poliziotti la donna non presentava ferite apparenti. Ma solo due giorni dopo, quando l'autopsia ha svelato le ferite interne ed il racconto del vicino é stato registrato, é emersa la verità: ed il sergente Karl Sprout dell'ufficio dello sceriffo della contea di Alpara ha dovuto ammettere ufficialmente come causa del decesso il "tentativo di autoerotismo con martello pneumatico".

(da Decentcommunity.org)

2) Masanobu Sato (nella foto a sinistra) é un nome che d'ora in poi ricorderete in molti. Quest'uomo infatti é salito agli albori delle cronache lunedi' scorso per aver stabilito il record mondiale di masturbazione ininterrotta durante un contest internazionale in Giappone (e dove senno'?).

Sato, che già deteneva il record precedente di 9 ore e 33 minuti, si é migliorato sfregandosi ininterrottamente per 10 ore filate! Non si hanno notizie delle condizioni del suo attrezzo dopo l'incredibile prova: ma di sicuro le sue vesciche alle mani staranno sicuramente benissimo...

(da
Affari Italiani. it)

3) Questa é quasi più incredibile...

Un cinese residente nella provincie del Sichuan, tal Fu Shitou, si era sposato 3 anni fa con un amica della cognata. Un matrimonio tranquillo, esemplare, che é crollato pero' inesorabilmente la settimana scorsa quando Shitou ha scoperto che l'adorata moglie Wei Jinhua era in realtà un transessuale!

La verità è emersa quando Wei, fuggita di casa dopo una lite in famiglia, è stata fermata e perquisita dalla polizia. Condotta in tribunale, la 44enne ha dovuto confermare al giudice la sua reale sessualità. E' stata rimessa in libertà ad una condizione: riprendere immediatamente l’aspetto di un uomo, a partire dal taglio di capelli.

Intervistato dai giornalisti, il marito ha confessato: "Non posso credere di non essermene accorto prima. Non abbiamo mai fatto sesso. Io volevo solamente una persona che si prendesse cura di me". Contento lui...

(da Pubblico Delirio.it, che a sua volta la riprende dal Sun)

4) Sempre da Pubblico Delirio arrivano gli aggiornamenti più recenti nella classifica dei posti dove "farlo strano": in Canada una coppia é stata scoperta da un agente di pattuglia nientemeno che dentro un cassonetto dell'immondizia!

Mentre lo scorso 29 aprile sono balzati alla ribalta mondiale due trentenni inglesi che - ubriachi persi - si erano messi a farlo sotto le mura del castello di Windsor! La regina, all'interno del castello, non si é accorta di nulla: non cosi' invece le comitive di turisti giapponesi in visita in quel momento che hanno iniziato a filmare la coppia incitandola che manco allo stadio! E il Sun, manco a dirlo, sarebbe in cerca di questi video, disposto a pagarli anche migliaia di sterline!

5) Per la serie "il sesso orale fa male" vi invito solo a cliccare sull'immagine sotto per ingrandirla, e a leggere il secondo link con una storia simile di pochi mesi fa!


Che dire... quando si tratta di sesso, la fantasia non ha confini..e nemmeno quello che puo' scaturirne fuori!!!

Update del 22 maggio

Questa é veramente fantastica... :)

La pornostar tedesca Sexy Cora, al secolo Carolin Berger, si era ripromessa di battere un record molto particolare: avere rapporti orali con 200 uomini uno dietro l’altro. Luogo del tentativo Amburgo, città del nord della Germania.

Purtroppo, come in un video real tv, qualcosa è andato storto e al settantacinquesimo uomo
Sexy Cora ha cominciato ad accusare problemi respiratori ed è stata ricoverata in ospedale. Mi immagino le risate all'accetazione del pronto soccorso quanto avrà dichiarato di essersi letteralmente "soffocata di ..."!

La
bionda 21enne qualche tempo fa era balzata agli onori delle cronache per essere stata denunciata per "atti osceni in luogo pubblico". Il motivo? Aveva "solo" iniziato a girare alcune scene di un film porno in un parco pubblico in pieno giorno, in un momento in cui nei dintorni c’erano numerose famigliole intente al picnic...

Nel video sotto, l'arrivo dei soccorsi dove la tipa appare palesemente distrutta... Toccante il particolare del tipo che esce nudo in strada dall'interno del sexy shop per sincerarsi delle condizioni dell'attrice. Che uomo... :)



(fonte: blogyourmind)

"Per servire e proteggere"

Ambedue sono qui per "servire e proteggere" i cittadini.

Ma non vi sembra anche a voi che tra le due foto sotto ci siano 10 piccole differenze?

"Police and american flag", © Tomas del Amo/Corbis

Divisa della Guardia Nazionale Italiana, da guardianazionaleitaliana.org

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Il tipo sotto purtroppo non arriva da una caricatura di "Fascisti su Marte": se volete saperne di più leggete qui sotto... (L'articolo proviene dall'AMI, Agenzia Multimediale Italiana).

RONDE, ARRIVA LA GUARDIA NAZIONALE ITALIA «PER SERVIRVI E PROTEGGERVI»
L'organizzazione sarebbe dotata di uomini e mezzi, la divisa é color kaki con l'effigie dell'aquila Imperiale Romana.

Il governo ha licenziato il provvedimento sulla sicurezza che autorizza la costituzione di ronde cittadine. Di questa possibilità intende usufruire anche la Guardia Nazionale Italiana, un' organizzazione con sede a Torino che ha costituito gruppi che sarebbero forniti di mezzi e divise. Tra le attività

previste oltre al volontariato c'è la divulgazione della storia italiana dall'impero romano ad oggi. La G.N.I. si dichiara composta di patrioti nazionalisti ed ha un motto «Per servirvi e proteggervi». Il presidente nazionale è l'alpino in congedo Maurizio Correnti, il comandante generale il carabiniere della riserva Augusto Calzetta. Immediatamente sono arrivate le accuse di fascismo e la Digos starebbe compiendo delle indagini.

«Considerato il momento di profonda crisi economica in cui versa la Nazione, ed avendo ricevuto numerosissime adesioni, ci troviamo ad affrontare il problema del costo della divisa, che molti iscritti non possono sostenere». Leggendo questo avviso si potrebbe pensare ad un circolo sportivo in qualche difficoltà finanziaria ma la realtà è ben diversa. Infatti si tratta di un annuncio che si trova alla pagina "uniformi" sul sito Guardianazionaleitaliana.org, un'organizzazione dagli sfumati contorni paramilitari che si propone di partecipare con uomini e mezzi all'organizzazione delle ronde volute dal governo italiano.

La particolarità è che non siamo di fronte a gruppi di cittadini preoccupati della sicurezza in qualche città del nord Italia, tipo Guardia Padana, Camicie Verdi e simili, bensì una struttura che come definisce bene il sito web «nasce anche in risposta ad un preciso disegno di legge, voluto dall'attuale Governo, per potenziare la sicurezza dei centri urbani viste le sostanziali carenze di organico e di mezzi da parte delle Forze di Polizia».

La G.N.I., secondo i suoi organizzatori, «ha inoltre lo scopo di formare veri Patrioti Nazionalisti, che si prestino al servizio dello Stato Italiano, della sua unità, della sua Costituzione e della sua sicurezza. Per la G.N.I. il cittadino è il primo e più importante pezzo dello Stato».

A disposizione di questa organizzazione ci sarebbero mezzi stradali, navali e aerei, dotati dei sistemi di emergenza visivi e sonori, previsti dalle vigenti leggi e/o normative. Il tutto per scopi come l'organizzazione del volontariato, servizi socio assistenziali e, uno dei punti più controversi, la divulgazione della lingua Italiana e delle tradizioni Italiane, con particolare riferimento all'Impero Romano.

Cosa centri il nazionalismo con la sicurezza è tutto da dimostrare e così la Guardia Nazionale Italiana si è già tirata addosso accuse di fascismo da parte di alcuni articoli di stampa così come la Procura della Repubblica di Torino ha aperto un fascicolo, per il momento senza ipotesi di reato, e le indagini sono state affidate alla Digos. La G.N.I. Smentisce ogni simpatia per il fascismo anche se, come riportato dal quotidiano l'Unità, su Facebook è stato aperto un gruppo di sostegno che comprende tra gli amici Forza Nuova, Italia Nera, gioventù italiana e il movimento de La Destra.

A guidare i volontari della Guardia Nazionale, che sarebbero 2000, è il Presidente Nazionale Maurizio Correnti del Corpo degli Alpini in congedo, mentre il Comandante generale è il carabiniere della riserva Augusto Calzetta. Due sono i centri operativi uno per il nord e uno per il sud e le isole. La sede operativa è a Torino dove è previsto l'esordio in qualità di ronde. I cittadini del capoluogo piemontese dunque questa estate potrebbero incontrare uomini che pattugliano le strade con questa divisa: camicia color kaki - senape con l'effigie dell'aquila Imperiale Romana sul braccio sinistro, bandiera Italiana sul braccio destro, ruota solare incandescente con fascia sul braccio sinistro, sull'avambraccio sinistro fascia divisionale con ricamata la scritta individuale dei vari gruppi di appartenenza.

Il tutto, come recita il motto della G.N.I. «Per servirvi e proteggervi».

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La cosa più ironica la si trova pero' cercando la storia della Guardia Nazionale Italiana originale, a cui questo gruppo credo si sia ispirato. Cercando la GNI su Wikipedia infatti si legge cosi'..

La Guardia Nazionale Italiana è sorta subito dopo l'Unità d'Italia (1861) e venne utilizzata per reprimere il brigantaggio e la resistenza degli ultimi nostalgici del regno borbonico, con scarso successo.

Utilizzata durante la Terza guerra d'indipendenza italiana (1866) dette pessima prova di sé. Considerata un “peso” vista la sua scarsa efficienza ed il comportamento non certo impeccabile dei suoi ufficiali, definiti dai carabinieri nei loro rapporti al Re “ex borbonici, falsi liberali e briganti in divisa”, dopo un tentativo di riorganizzazione nel 1875 venne sciolta definitivamente nel 1876.

...tali padri, tali figli? Ai posteri l'ardua sentenza....

Gli studenti stranieri e le liste di proscrizione che ritornano

Da Repubblica.it, Genova.

Vi ricordate quando le insegnanti per far stare calmi i bambini tra un cambio di lezione e l'altro assegnavano a due o tre di loro il compito di scrivere sulla lavagna la lista dei "buoni e dei cattivi", con i nomi di chi faceva baccano messi li' in bella vista per l'ingresso della maestra successiva? Ora le cose sono cambiate un po'....


STUDENTI "CLANDESTINI", I NOMI SULLA LAVAGNA


UN GIORNO è entrata in aula la preside, ha preso un gessetto e si è messa a scrivere sulla lavagna un elenco di alunni. Ha fatto lo stesso in tutte le classi e nelle tre scuole del plesso, e quando non tracciava la sua lista era perché pronunciava ad alta voce i nomi degli studenti. Nomi di origine straniera. Nomi di presunti, futuri clandestini. Di prossimi fuorilegge. Nomi di ragazzi che nel corso dell´anno scolastico avrebbero compiuto il diciottesimo anno di età, e che non avevano chiarito la loro posizione ai sensi del futuro permesso di soggiorno.


Perché in Italia si può diventare degli irregolari per quello che si è, non per quello che si fa: basta raggiungere la maggiore età e avere dei genitori privi di permesso, o peggio ancora residenti in una casa troppo piccola, o titolari di un reddito considerato insufficiente. Prudente e precisa, la preside ? Rosanna Cipollina - ha redatto una sconcertante lista degli studenti «a rischio». E in qualche modo l´ha resa pubblica. Si è giustificata sostenendo di aver scritto quei nomi sulla lavagna perché temeva altrimenti di sbagliarne la pronuncia, e che quello era semplicemente un invito a presentare al più presto i relativi documenti in segreteria. Cosa che gli studenti hanno fatto puntualmente nei giorni successivi, ribadendo la loro «regolare» presenza sul territorio italiano.


E´ successo nell´istituto professionale per il commercio Casaregis, a Sampierdarena, nelle altre due strutture scolastiche accorpate, l´istituto tecnico industriale Galilei e l´Einaudi. Diversi insegnanti hanno sottoscritto indignati una lettera, trasmessa al provveditore agli studi e alla stessa preside. Abbiamo provato a contattarla, ma non c´è stato nulla da fare.

Ci sono purtroppo buone ragioni per credere che questa storia non finisca qui. L´inedito episodio, accaduto nei mesi scorsi, è tornato sulla bocca di molti in questi giorni in cui il Parlamento legifera sul reato di clandestinità. Lo ha ricordato anche Paolo Quatrida, segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza: sono decine gli studenti di origine straniera che frequentano le superiori genovesi e compiono i diciott´anni nel corso di questo anno scolastico. Rischiano di finire tutti in una ignobile lista di proscrizione? «Un problema grave, una storia orribile», dice Quatrida. I minori extracomunitari non hanno bisogno di un permesso di soggiorno. «In genere gli istituti, quando raggiungono la maggiore età, fanno finta di niente: non vanno a verificare se gli studenti diventeranno automaticamente regolari´. La questione diventa però inevitabile quando i ragazzi sostengono l´esame di maturità. In passato si è aggirato il problema grazie a visti temporanei. Di questi tempi, però, può accadere qualsiasi cosa. Anche che si scrivano dei nomi su di una lavagna».