venerdì 30 maggio 2008

Post Scriptum: avete mica una stanza a Milano?

Ps: per lo stage a Milano sto cercando una stanza dove stare... Il periodo è da metà luglio a fine settembre: se conoscete qualcuno che cerca un coinquilino per coprire un buco estivo o qualcuno che affitta stanze a prezzi ragionevoli (diciamo 350 euro max) fatemi sapere!

La redazione de "Il Giorno" è in via Stradivari, all'inizio di Corso Buenos Aires, per cui più vicino è meglio è! La mail la trovate nel profilo, ed il cell eventualmente nel curriculum (non lo pubblico perchè ho fatto questo errore una volta ed è cominciato ad arrivare spam di tutti i generi anche lì)!

A presto, ed arrivederci a tutti!

Gig:)

giovedì 29 maggio 2008

Alea iacta est.

Il dado è tratto.

Il mio stage estivo a quanto pare sarà al "Giorno" di Milano: non ho ancora le date precise, ma si parla di un periodo compreso tra la metà di luglio e la fine di Settembre. Nel mezzo, una breve parentesi di ritorno a casa a Ravenna, e poi chissà. Mi piacerebbe riuscire a fare almeno uno dei viaggi che ho in programma da un po'...

Domani si chiuderà il master, e dopodomani chiuderò anche con la mia carriera di barista-cameriere al "Gigi Bar". Si chiude un ciclo, e se ne aprirà un altro come è sempre stato, anche se non ho la più pallida idea di dove mi porterà. In tre giorni saluterò Padova, e mi fermerò un po' a parlare con lei la notte come ho sempre fatto, per capire se ci rivedremo ancora. Di sicuro mi mancherà: mi ha dato cose fantastiche, ed altre se le è portate via con sè. Ha visto cose nascere, ed altre morire. Ma di sicuro in mezzo a tutto questo mi ha fatto crescere ed imparare, ancora cose nuove.

Approfitto per dirvi che probabilmente il blog si prenderà una piccola pausa. Spero di riuscire a tornare in rete quanto prima, ma è altamente probabile che finisca per farlo direttamente da Milano, visto che a quanto mi raccontano la mia linea adsl di casa è nelle condizioni della banda larga irachena dopo i bombardamenti americani. Non so perchè, ma lo scoprirò.

Per ora un saluto, e grazie a tutti. Grazie a quelli che mi hanno aiutato ad aprire questo blog, grazie a quelli che l'hanno fatto crescere tornandoci e tenendolo vivo, e grazie a tutti quelli che ancora ci finiranno. Vorrei salutare uno per uno tutti quelli che rimarranno legati ai miei ricordi qui: amici di master, amici di uscite, amici di bevute, e persone anche solo incontrate una volta di qua e di là...ma chi è compreso in questi saluti penso lo sappia.
Sono cose che farò in un altro momento davanti ad una birra fresca e ad una sigaretta, con calma, come devono essere fatte.

A chiunque è stato qui: arrivederci!
Parto per nuove storie, e nuove avventure.

Per chi vorrà seguirmi, ci incontreremo là.


Il viaggiatore viaggia solo e non lo fa per tornare contento, lui viaggia perché di mestiere ha scelto il mestiere di vento.
(Mercanti di liquore)

"Antò, c'hanno fottuto l'ambulanza!!!!!!"

Vabbè, qui però si esagera....

Voi immaginatevi questi del 118 che caricano il malato e tornano giù all'ambulanza per scoprire che...'n c'è cchiù... :)
Notizia recuperata dall'agenzia Ansa.

(ANSA) - NAPOLI, 28 MAG - Operatori e medici del 118 effettuano un servizio di emergenza e, mentre assistono il malato, vengono derubati dell’ambulanza. E’ accaduto a Pianura, alla periferia di Napoli. Il 118 era stato allertato da una telefonata. Gli operatori si sono recati sul posto e mentre prestavano soccorso ad una persona non in gravi condizioni di salute, si sono accorti che qualcuno stava portando via l’ambulanza. I carabinieri, a cui e’ stato segnalato il furto, hanno poco dopo ritrovato il mezzo.

Se quando sarò in stage avrò accesso a tutte le agenzie stampa come mi era successo all'Agr, sto pensando seriamente di mettere su un altro blog parallelo con le storie più strane ed assurde di ogni giorno raccontate da Ansa & Co.! Giuro che non avete la benchè minima idea di cosa possa passare di là...

Più le locandine assurde dei giornali, anche stranieri, e altre cavolate del genere... Avrei bisogno dei vostri contributi, ma se l'idea vi attira fatemi sapere o mandate materiale! Se la cosa vi attira...partecipate!

Ad ogni modo, stay in touch!
Vi farò sapere...

"Fuori i soldi, o la noce di cocco eslode"!

Semplicemente geniale... Da Repubblica.it!
(cliccate sull'immagine per allargarla...)


Chissà cosa si inventerà la prossima volta... :)

..ma l'Onorevole che giustificazione ha?

In effetti mi ero sempre chiesto anche io che storie adducessero per queste "clamorose" assenze parlamentari... Sono pagati per star là o no? Da Corriere.it.

DOPO LA CADUTA

«In bagno». «In missione per Silvio»
Le «giustificazioni» dei cento assenti

Mondello: ero stanca per la campagna elettorale. Versace: in Russia, aiuto il sistema Paese

ROMA — «Fannullone io? Non scherziamo, ragazzi! Sto lavorando per tutti voi, per promuovere la mia azienda e il made in Italy nel mondo». Non potrebbe farlo dal suo scranno in Parlamento, onorevole Santo Versace? «Ho comunicato per iscritto al capogruppo del Pdl il mio viaggio a Mosca per presentare la torre di 52 piani che sorgerà a Panama, un grattacielo da cento milioni tutto arredato Versace ». E quindi non si sente un peone-fannullone, lei. «I fannulloni alla Camera sono quelli che presentano certi emendamenti. E poi io a questa storia ci credo poco, cento deputati assenti sono un segnale politico».

Troppo impegnati (altrove) o troppo stanchi, malatissimi o solo incontinenti, in missione segreta a Palazzo Grazioli o, semplicemente, un filino distratti. C'è di tutto nella lista nera stilata da Berlusconi dopo il flop della maggioranza sulla tutela della fauna selvatica: 48 onorevoli di Pdl-Lega-Mpa in missione e 51 assenti al momento del voto, quando la corazzata del Cavaliere è andata sotto in Aula con relativo strascico di polemiche tra alleati.

E adesso, sulla lunga guida rossa che taglia in due il Transatlantico, i «pentiti» camminano a testa bassa, in attesa che da Palazzo Chigi giunga la lettera di richiamo auspicata da Giorgio Stracquadanio: «Spero che ci sia una lezione, una vera e propria sanzione...». Assente ingiustificato? «Ero a Palazzo Grazioli a lavorare sulla comunicazione». Analoga scusa accampa il forzista Gianni Mottola, «uscito a fare una cosa per il presidente Berlusconi». Ce la racconta? «Non mi sembra il caso». Misterioso anche Giancarlo Pittelli, dice che si è assentato «solo tre minuti» ma non vorrebbe rivelare il perché e poi si scopre che era alla toilette. Probabilmente in fila, visto il fuggi fuggi verso i bagni all'ora del quarto voto, spiegazione ufficialmente addotta anche dal barese Carmine Santo Patarino di An: «Pensavamo che la cosa tirasse avanti, ci siamo presi qualche minuto di pausa e siamo cascati nella trappola del Pd».

Gli assenti per motivi politici, i diniani Italo Tanoni e Daniela Melchiorre. Le vittime dei ritardi Alitalia come Maria Grazia Siliquini, che chiama Italo Bocchino dall'aeroporto e geme «sono bloccata dallo sciopero». E gli sgobboni alla Gabriella Mondello, «traditi» dalla stanchezza dopo aver conquistato la palma degli stakanovisti parlamentari: «Sono dispiaciutissima, per tre legislature ho raggiunto percentuali bulgare di presenza in Aula, il mio record è il 97 per cento...». E martedì? «È che non sto bene, non mi sono ripresa dalle fatiche della campagna elettorale — sospira l'ex sindaco di Lavagna —. Ho scompensi di pressione da caldo e il medico mi ha detto di stare a casa. Se avessi saputo che quel voto era importante, sarei venuta anche in barella». E c'è un altro onorevole che ha perso punti quanto a pulsanti schiacciati: il responsabile esteri di An, Marco Zacchera, si annovera «tra i dieci parlamentari più secchioni » però al momento del voto incriminato stava presenziando all'avvicendamento in Italia tra numeri due dell'ambasciata di Israele.

Impegni politici pure per il presidente della commissione Esteri, il leghista Stefano Stefani («Aveva delle persone nella stanza») e per Barbara Saltamartini, responsabile donne di An: «Ho preso un giorno di permesso, ero a Palermo a sostenere le nostre candidate alle provinciali. Altro che fannullona, c'erano 45 gradi!». E quando Adriano Paroli risponde al cellulare quasi ci resta male: «Perché chiamate proprio me? Ero assente giustificato, sono il sindaco di Brescia e stavo preparando l'anniversario della strage di piazza della Loggia». Nell'affollatissima casella malati si incontrano gli ex ministri Antonio Martino e Mirko Tremaglia, la giovane Chiara Moroni («Accertamenti in ospedale, ho il certificato») e Roberto Tortoli, scappato a casa dopo i primi due voti causa «febbre a 39». L'avvocato gallipolino Ugo Lisi era a Milano per «controlli medici», però confessa di aver sentito anche lui di supposti «maldipancia per promesse non mantenute ». L'azzurra Maria Teresa Armosino è stata bloccata da un malanno, cinque giorni di terapia. Si sente supergiustificata, eppure si dispera: «Avevo inviato tutti i certificati, assicuro. Ma mi dicono che si è perso tutto». Anche Giulia Cosenza (An) era «semplicemente malata, un antipaticissimo malessere».


E c'è un capitolo lutti in area leghista. Il sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci, ha perso la mamma e il comasco Nicola Molteni l'amico del cuore. Mario Baccini non ha nessun problema a raccontare: «Ero appena tornato dalla Mongolia dove ho inaugurato un ospedale per bambini». Si scopre infatti che l'ex Udc passato per la Rosa Bianca è anche presidente di una fondazione dal nome latino, Foedus: «Sì, è vero che ho votato la fiducia, però sto nel gruppo misto...». E quindi si sente con le mani libere. E Niccolò Ghedini? Risponde quasi stupito: «Veramente io stavo con il Cavaliere. Come sempre. La mattina ho votato, ma il pomeriggio avevo una riunione inderogabile con Berlusconi sui rifiuti napoletani, le intercettazioni e tante altre cose. Comunque, il capogruppo lo sapeva benissimo».

Maledetto fu il pulsante di Nicola Cosentino (Forza Italia): «Non ha funzionato, non so perché, proprio in quella votazione. Sono andato a dirlo al presidente, l'hanno messo a verbale». Anche il leghista Giacomo Chiappori dà la colpa al pulsante, schiacciato meno del dovuto. Il neosottosegretario allo Sport Rocco Crimi (Forza Italia) invece si era allontanato: «Mi dispiace, ero andato qualche minuto a lavorare nel mio ufficio». Cose che capitano? Risponde, con autodisciplina: «Sì, ma non devono capitare più». «Un problema di organizzazione», invece, per Basilio Catanoso (An): «Siamo un grande gruppo, noi del Pdl e a volte può capitare un po' di confusione. Io stavo facendo una riunione per il governo siciliano e non mi sono accorto che dovevo andare a votare».

Anche il compagno di partito Carmelo Briguglio si occupava di cose siciliane, ma con altre motivazioni: «Sono candidato sindaco di Taormina, che non è una passeggiata ». Sempre di An e sempre in campagna elettorale Benedetto Fabio Granata: «Ho accompagnato Alemanno ad aprire la campagna per le provinciali di Palermo». E l'Mpa di Raffaele Lombardo? Roberto Di Mauro ha una giustificazione inappuntabile: «Sono subentrato all'onorevole Leanza che ha scelto il governo siciliano, ma non mi sono ancora insediato ». Non ha votato Antonio Milo e così Arturo Iannaccone, che ha pigiato con diligenza il bottone ma non quello sulla fauna selvatica: «È stato un banale disguido, non avevo alcuna intenzione di affossare quella norma».

E mancavano all'appello, infine, anche big del calibro di Umberto Bossi, del coordinatore di Forza Italia Denis Verdini e dello stesso capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, che si è giustificato dicendo che stava in Transatlantico a richiamare dentro l'Aula i suoi. Ma nella serata di martedì è stato convocato da Silvio Berlusconi per chiarire il flop di Montecitorio.

Monica Guerzoni Roberto Zuccolini

mercoledì 28 maggio 2008

La divisa tira sempre.

Per chi si è chiesto, non riuscendo mai a passare per Padova, come fossi al ristorante... Questo sono io nella mia divisina verde del Gigi Bar con Luca, a fare entrambi quello che ci viene meglio... :)


Peccato che i miei occhietti azzurri siano esplosi in un lampo rosso vampiro... La correzione di Microsoft Photo Editor fa quel che può, ma l'azzurro non me lo ridà... Sotto invece il resto della compagnia del master: meno di una settimana e ci vedremo direttamente all'esame da professionisti...


Manca solo il Cesa e la Silvia che fotografava ma per il resto ci sono tutti, compreso il buon Max Zennaro della Rai Veneto: uno di quelli che davvero ci ha insegnato tanto..

Mi mancherete ragazzi.... ;(


...e se ti si rompe il bagno nello spazio?

Eh beh, in effetti sono cazzi... :)
E' una bella situazione di m....! :) :)

Situazione difficile, le riparazioni potranno essere effettuate con l'arrivo del «Discovery»

GLI ASTRONAUTI DELL'ISS ASPETTANO L'IDRAULICO

Rotta la toilette della stazione spaziale, i tre occupanti devono usare quella della navicella Soyuz parcheggiata fuori

WASHINGTON (Usa) - Chi si potrebbe immaginare che uno dei problemi più impellenti per gli astronauti che in questo periodo vivono sulla stazione spaziale internazionale, l'Iss, sia quello dell'utilizzo della toilette. Eppure da qualche giorno è proprio così perché il bagno di servizio è fuori uso e ha buon gioco l'Ansa ad attaccare un proprio lancio con un appello: «Serve al più presto un idraulico nello spazio».

BAGNO DI EMERGENZA - L'impianto è fuori uso e i tre astronauti che attualmente presidiano la stazione hanno dovuto fare ricorso al bagno della navicella Soyuz, che è «parcheggiata» accanto al Laboratorio Orbitante (un po' come se con la toilette di casa fuori uso si decidesse di utilizzare quella del camper parcheggiato in cortile), che ha però capacità limitata. Per evitare intasamenti la Nasa ha quindi suggerito ai tre inquilini della Stazione Spaziale di adottare una «procedura» di emergenza nel bagno con un sistema di sacchetti collegati alla parte ancora funzionante della sofisticata ma fragile toilette spaziale.

ASPETTANDO IL DISCOVERY - Ma si tratta di una soluzione provvisoria: la Nasa conta di procedere alla riparazione quando la prossima navicella shuttle, il Discovery, raggiungerà la Stazione Spaziale tra pochi giorni. Un portavoce della Nasa ha sottolineato che «l'importanza di avere una toilette funzionante nello spazio, così come del resto in ogni casa, è evidente».

Il mistero della luce in bottiglia.

Se davvero questa cosa funzionasse, immaginatevi cosa potrebbero creare i mastri vetrai a Murano... :)
Ancora, da Corriere..it

Singolare ritrovato di uno sperimentatore brasiliano

Ecco la luce in bottiglia senza elettricità

Una miscela di cloro e acqua esposta al Sole si accende come una lampadina. E su Internet impazza il video

La crisi energetica mondiale acuisce l'ingegno degli sperimentatori domestici. Un brasiliano emulo di Edison sostiene di aver trovato il modo di sostituire l'illuminazione casalinga con bottiglie riempite di un liquido luminescente, ognuna delle quali, stando a quanto dichiarato dall'inventore, sarebbe paragonabile a una lampadina da 60 watt. Insomma, senza elettricità né batterie, luce fredda imbottigliata. A sostegno della presunta invenzione, sul sito si può assistere a un breve video che mostra come viene confezionata e quanta luce diffonde l'incredibile fonte di energia luminosa.

BOTTIGLIA USATA E CLORO -
Si parte da una comune bottiglia di acqua minerale, riempita in parte di acqua del rubinetto e in parte di Clorox, un detergente-disinfettante che, come dice il nome, è a base di cloro. Subito dopo si espone la bottiglia al Sole e, a questo punto, avverrebbe una reazione fotochimica capace di eccitare la miscela e renderla molto luminescente, al punto da illuminare un locale buio, tanto quanto farebbe una lampadina elettrica di media potenza. Il video si conclude con lo sperimentatore soddisfatto dopo avere appeso al soffitto un certo numero di bottiglie e spento le lampadine elettriche.




VALE LA PENA? - Invenzione creativa o semplice gadget? Che esistano liquidi luminescenti è noto anche ai bambini, i quali possono giocare con collanine e braccialetti di plastica, riempiti di miscele variopinte in grado di brillare nell'oscurità.

Quindi è probabile che, in maniera analoga, la miscela acqua-clorox, esposta al sole, si carichi di energia che poi viene restituita gradualmente sotto forma di radiazione luminosa. Tuttavia, ai fini di valutare la praticità dell'invenzione, bisogna valutare quanto tempo può durare l'emissione e soprattutto quanto costa la quantità di liquido clorato necessaria al confezionamento di una bottiglia luminescente; non ultimo i problemi di inquinamento ambientale connessi allo smaltimento della miscela esausta. Sono tutte valutazioni che solo un attrezzato laboratorio chimico può fare. Alla fine si potrebbe scoprire che il gioco non vale, alla lettera, la candela.

Franco Foresta Martin

Gli rubano la bici...e spara al ladro col bazooka!

Dal Corriere.it di oggi. Anche a me sono girate le scatole parecchio le volte (purtroppo più di una) in cui da qualche parte mi hanno rubato la bicicletta... Però non credo che sarei mai arrivato a questo... :)

In Sudan

LADRO DI BICI CENTRATO DA BAZOOKA

Colpito da un lanciatore di granate a razzo Rpg.
Il proprietario condannato per omicidio volontario

Non ha potuto appellarsi al concetto di legittima difesa il padrone di una bicicletta che, in Sudan, ha pensato bene di sventare il furto del suo mezzo utilizzando un bazooka. La vicenda è stata raccontata dal sito internet della tv saudita al Arabiya. Tutto è avvenuto nell’elegante quartiere residenziale di al Riad, nella capitale sudanese. Il ladro, a dir poco sfortunato, è saltato su una bici, come nel famoso film di Vittorio De Sica, ma ha trovato ben vigile il proprietario e, tra l’altro, in possesso di un’arma non proprio delle più comuni: un lanciatore di granate a razzo Rpg.

ESECUZIONE - A quanto racconta al Arabiya si sarebbe trattato di una vera e propria esecuzione. Quando l’irascibile ciclista ha premuto il grilletto, infatti, il ladro era ormai stato messo in fuga dai passanti. Il tutto è accaduto in pieno giorno. L’emittente riferisce che il giudice della prima sezione del Tribunale penale di Khartoum «ha ritenuto l’imputato colpevole di omicidio volontario» e non ha concesso l’attenuante della legittima difesa, in quanto «l’imputato era troppo distante dalla vittima al momento dello sparo». Il giudice, inoltre, non ha inteso concedere attenuanti neanche rispetto agli articoli di legge sulla difesa delle proprietà personali: «Il ladro aveva ormai abbandonato la refurtiva», quando è stato centrato in pieno e ucciso dal razzo, ha detto il magistrato. Il processo, che ha avuto luogo lunedì, è stato aggiornato «per permettere alla parte lesa di esporre le sue richieste dei danni, prima di emettere la sentenza»

lunedì 26 maggio 2008

Qualcosa di personale.

Ultimamente sempre più spesso la gente mi chiede come io faccia a lavorare sempre con il sorriso sulle labbra.

Anche quando, come ieri sera, accade che alle 23, quando già tutti pensano al ritorno a casa o alla serata che li attende fuori , piombino nel locale 31 persone (che poi diventano 42) membri di un'improbabile compagnia di teatro istraeliana che ha appena finito lo spettacolo poco più in là.
"You're amazing - mi fa una ad un certo punto da dietro un paio di occhi azzurri, al trecentesimo piatto portato in sala - How can you be always with a smile in your face?". "Davanti ad una faccia come la tua - gli ho risposto - si può solo continuare a sorridere: per il resto non c'è spazio!".

Credo che il segreto sia quello di non prendere mai del tutto le cose sul serio, e di essere sempre disposto allo scherzo con tutti perchè, se tu sei così con il mondo, per quello che ho sempre visto il mondo tenderà ad esserlo con te. Scherzate, chiamate davanti a tutti "Massimo Giletti" l'impresario della compagnia che effettivamente ne è la copia quasi sputata, entrate come se ogni applauso che si scambiano tra loro fosse il vostro e scherzate su ogni piatto o su ogni ordine, e su come sembrino studiare disperatamente tra loro il modo di mettere il ristorante nella maggiore situazione di caos possibile. Siate voi stessi, "smadonnate" se vi gira, ridete se vi va, ribaltate i ruoli ma restando voi stessi, scherzate come se fosse il vostro ultimo giorno di lavoro e non ve ne fregasse niente del giorno dopo (ma non oltrepassando mai il sottile confine della ragionevolezza): ci sarà da divertirsi.


Così da serata annunciata come massacrante è finita in una mezza festa, con tutti a parlare con tutti, ballerini in giro a fare mezzi show per tutta la sala sopra del locale, piatti offerti all'asta e prese in giro continue di tutti verso tutti, e vino e risate, e siamo arrivati fino all'una e mezza che tutto sommato avrei voluto durasse ancora un altro po', anche se avevo una fame della madonna... :)

Poi capita addirittura che alcuni di loro, con cui ormai puoi dire di aver fatto amicizia, ti invitino a fine serata da loro in albergo per continuare la festa, e così è facile ritrovarsi in un mezzo sogno assurdo dove alle 4 di notte sei ancora a bere e fare baccano in un albergo quattro stelle extralusso, dove la maschera fa tanto d'occhi quando ti vede entrare in maglietta "Hard Rock Cafè", e ci rimane male perchè sembri rovinargli l'atmosfera ma non può fare nulla... Il tutto reso ancora più assurdo dal fatto che all'invito della compagnia il padrone del ristorante, noto per la sua "parsimonia esagerata", ti inviti a prendere la bottiglia che più ti piace dal bancone del bar perchè "non puoi andare a mani vuote", e ti dica di non preoccuparti per la roba da mettere ancora a posto perchè tanto "domani c'è tempo"..

E' stata una bella serata... In 12 in una camera, io e la Kibbutz contemporary dance company a fumare e parlare di tutto come se fosse una gita di classe davanti a bottiglie di bianco e di rosso e di altre cose che non mi ricordo, dalla politica di Istraele alla teoria del balletto, ai sogni di ognuno e di tutti i posti belli che ognuno ha visto, o di quelli (che sono sempre molti di più) di cui si è sentito parlare e in cui si vorrebbe tanto andare... Sono tornato a casa alle 4:30 alla fine, ma ero felice... Felice di aver conosciuto gente nuova, felice di avere un posto dove andare se mai finirò in Istraele in vita mia, felice di aver passato ancora una volta una bella serata nata dal nulla...

Una volta dicevamo Mari che si dovesse vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo... Ora credo che ognuno si debba vivere come se fosse il primo. Come se fossimo appena arrivati, ancora fiduciosi in tutto, e avessimo solo davanti gente da conoscere e cose da imparare, e gente disposta ad insegnarcele con un sorriso se noi gliene facciamo uno in cambio senza chiedere nulla di più. C'è un detto non scritto dei giornalisti, almeno quelli che conosco io: "Se vai ad una conferenza stampa ed esci senza neanche un numero di telefono nuovo, è come se tu non ci fossi mai stato". Io applico solo questo anche a tutto il resto: se vai ad una festa e non conosci nessuno di nuovo, è come se in un certo senso tu non ci fossi mai stato... E da cosa nasce cosa, e da una chiacchera rubata ad un tavolo nasce una serata che ti ricordi per un pezzo...

Credo di aver risposto questo all'ultima tipa che me l'ha chiesto ieri sera, come facessi ad avere lo stesso sorriso anche dopo non mi ricordo quanti bicchieri di vino e tre ore di stanchezza in più...

Grazie della serata Arthour: se mai passerai di qua ringrazia tutti da parte mia per la serata, e gira alla compagnia i miei migliori auguri di buona fortuna per la loro carriera e per la tua! Spero di rivedervi prima o poi: se mai tornerete in Italia fatemi un fischio...

Per chi fosse curioso poi cercando su Youtube ho trovato un video del loro spettacolo al teatro milanese degli Arcimboldi. Sono sette spezzoni: qui sotto trovate il primo, ma per vedere anche gli altri basteranno due secondi o poco più se ne avrete voglia...




A presto: shalom my friend!

giovedì 22 maggio 2008

Citizen News: il giornalismo sbarca su Youtube.

Dal sito di Corriere.it.
A dire il vero me lo aspettavo: non era un "se", ma un "quando sarebbe successo"... Il giornalismo su Youtube si può fare eccome, ma non è una novità: noi stessi come giornalisti del master ci siamo da un anno...

Le news non saranno retribuite ma gli aspiranti giornalisti avranno il loro spazio

YOUTUBE SI APRE AL GIORNALISMO

Nasce il nuovo canale di Citizen News gestito direttamente dalla piattaforma di condivisione video

«Ciao, il mio nome è Olivia e sono la news manager di YouTube. Citizen News è il canale dove daremo risalto ad alcuni dei miglior contributi giornalistici apparsi su YouTube». Si chiamerà Citizen News infatti il canale YouTube dedicato alle news amatoriali e si plasmerà sui contenuti che gli utenti si offriranno di condividere. Per il momento non si sa molto altro dell’iniziativa del portale, se non quello che spiega Olivia Ma, news manager di YouTube, in un post in cui, oltre ad annunciare il progetto, lancia agli stessi cittadini la sfida di dare un volto più preciso a Citizen News, diventando loro stessi maestri dei meno esperti nel generare contenuti.

LE NEWS DI YOUTUBE – Prima o poi c’era da aspettarselo d’altronde che una realtà come YouTube si aprisse anche al giornalismo vero e proprio, seppur amatoriale. Si è capito da tempo che non si tratta di un fenomeno passeggero e infatti la creatività e la voglia di partecipazione sono letteralmente esplosi, inondando di contributi soprattutto la categoria News & Politics. Tanto da far pensare che ci sia spazio anche per servizi giornalistici, sempre con lo stesso spirito, sempre gratuiti e sempre liberi. Unica limitazione le leggi sul copyright ma nessun vincolo nella scelta della linea editoriale.

TIPO DI CONTENUTI – Il videoclip di presentazione spiega che YouTube è a caccia soprattutto di reportage e di servizi giornalistici sulle realtà locali oppure approfondimenti prodotti da team universitari di ricercatori che raccontino in anteprima come si stanno muovendo alcuni filoni della ricerca. E poi ci sono i classici casi in cui essere al posto giusto al momento giusto, per caso, offre un’opportunità a chiunque di raccontare eventi particolari che altrimenti non sarebbero coperti dai canali tradizionali.

ALTRE ESPERIENZE – Il giornalismo dal basso è ormai un fenomeno dilagante. Ci ha provato CNN con iReport, BBC, Fox, Al Jazeera, il Los Angeles Times: ciascuno a modo proprio e con varie sfumature di controllo. Ma le attese nei confronti di YouTube sono particolarmente alte, trattandosi di una delle piattaforme di condivisione di maggior successo. Il giornalismo partecipativo è già iniziato su YouTube, ma il progetto è ancora in divenire ed è in fase embrionale. Per il momento conviene tenerlo d’occhio, in attesa che si arricchisca e che diventi un altro luogo in cui sfuggire ai filtri editoriali dei grandi giornali e condividere pensieri, emozioni e storie di vita.

Emanuela Di Pasqua

Qui sotto il video di presentazione di Citizen News, in attesa di vedere come finirà...





mercoledì 21 maggio 2008

..e volarono peni al discorso di Kasparov...

Guardate cosa è successo ieri durante un discorso del campione di scacchi e leader dell'opposizione russa Gary Kasparov.

Il politico sta tenendo il suo discorso quando all'improvviso un rumore sospetto proveniente dal fondo della sala allarma le guardie del corpo, che subito scattano: si teme un attentato, ma in realtà quello che compare è qualcosa di totalmente inaspettato... :)


lunedì 19 maggio 2008

Se questo è l'uomo.

Dal blog di Pino Scaccia, a sua volta preso da Repubblica.it.
Prima di parlare di "giustizia fai da te" sui rom o su chiunque altro, meglio guardare, e soprattutto conoscere.

"Queste immagini potrebbero urtare la vostra sensibilità", sta scritto nella prima slide della galleria di Repubblica: qui non avete scelta.

Lì non hanno avuto scelta.
Per la questione italiana, invece, ancora possibilità ci sono

Le immagini di incredibile violenza. In Sudafrica sembrano tornati i tempi dell'apartheid, ma questa volta a fare violenza sui neri sono altri neri. Le township, dove una volta i bianchi avevano segregato la popolazione di colore, sono ora abitate dai tanti immigrati che arrivano dallo Zimbabwe, da Malawi, Mozambico e Somalia.

Dall'inizio di maggio, contro questi poveri disperati che fuggono da carestie e tumulti politici si è scatenata la rabbia dei sudafricani. Al grido di "cacciamo gli stranieri" anche ieri una folla inferocita ha razziato uno dei sobborghi di baracche alla periferia di Johannesburg: dodici persone sono state uccise, bruciate vive o bastonate fino alla morte, le donne sono state stuprate e le catapecchie date alle fiamme; almeno cinquanta sono i ricoverati in ospedale.

Sono arrivati i blindati, che una volta il regime bianco mandava a disperdere le sommosse nelle township in rivolta contro l'apartheid, i poliziotti hanno cercato di mettere in fuga le gang armate di pistole e machete con i gas lacrimogeni e hanno arrestato centinaia di persone, ma soprattutto hanno cercato di portare via gli immigrati terrorizzati.

E' il nuovo razzismo, non più legato al colore della pelle, ma alla sopravvivenza. Lo chiamano il sesto continente, è quello dei popoli in movimento. P. Scaccia

Popoli che fuggono, e non sanno dove andare.
Voi che fareste, se foste in loro?

That's war.

Un marine americano subisce il fuoco dei talebani vicino a Garmser, Afghanistan, nella provincia di Helmand. Il soldato americano non è stato ferito. (Reuters, dal sito di Corriere.it)




Senza dubbio vista da così la guerra sembra meno un gioco.

venerdì 16 maggio 2008

Ipocrisia e violenza all'ombra delle molotov - Gli attacchi ai campi Rom di Napoli raccontati dal Corriere.

Da Corriere.it di oggi, l'ipocrisia degli italiani ed in conflitti mai risolti nei confronti degli "sporchi rom" italiani.

Il reportage - Le strade dell'odio

IN MOTORINO CON LE MOLOTOV: "E' LA NOSTRA PULIZIA ETNICA".

Le bande di incendiari partono dal fortino dei boss

NAPOLI — All’inizio è soltanto una colonna di fumo, un segnale che nessuno collega allo sciame di motorini che attraversano sparati l’incrocio di via Argine, due ragazzi in sella a ogni scooter.

L’esplosione arriva qualche attimo dopo, sono le bombole del gas custodite in una baracca avvolta dal fuoco. Le fiamme arrivano fino all’estremità dei pali della luce, il fumo diventa una nuvola nera e tossica, gonfia com’è di rifiuti e plastica che stanno bruciando. Le baracche dei Rom di via Malibrand sono un enorme rogo.

Ponticelli, ore 13.30, la resa dei conti con gli «zingari» è definitiva, senza pietà. Il traffico che impazzisce, il suono delle sirene, i camion dei pompieri, carta annerita che volteggia nell’aria, i poliziotti di guardia all’accampamento che si guardano in faccia, perplessi. Loro stavano davanti, quelli con il motorino sono arrivati da dietro. Allargano le braccia, succede, non è poi così grave, tanto i rom se n’erano andati nella notte. «Meglio se c’erano», si rammarica un signore in tuta nera dell’Adidas. «Quelli dovrebbero ammazzarli tutti». Parla dall’abitacolo della sua Punto, in bella evidenza sul cruscotto c’è un santino, «Santa Maria dell’Arco, proteggimi».

Il primo spettacolo, perché ce ne saranno altri, va in scena davanti alla Villa comunale, l’unica oasi verde, con annessa pista ciclabile, di questo quartiere alla periferia orientale di Napoli, dove l’orizzonte è delimitato dalle vecchie case popolari figlie della speculazione edilizia voluta da Achille Lauro. Un uomo brizzolato con un giubbotto di jeans sulle spalle è il più entusiasta. «Chi fatica onestamente può anche restare, ma per gli altri bisogna prendere precauzioni, anche con il fuoco». Il fuoco purifica, bonifica il terreno «da queste merde che non si lavano mai», aggiunge un ragazzo con occhiali a specchio, capelli impomatati, maglietta alla moda con il cuore disegnato sopra, quella prodotta da Vieri e Maldini. Siccome non c’è democrazia e lo Stato non ci protegge, dice, «la pulizia etnica si fa necessaria» e chissà se capisce davvero il significato di quella frase.

Quando si fanno avanti le televisioni, la realtà diventa recita, si imbellisce. Il donnone con la sporta della spesa che un attimo prima batteva le mani e inveiva contro i pompieri — «lasciateli bruciare, altrimenti tornano»—assume di colpo la faccia contrita, Madonna mia che disastro, poveracci, meno male che là dentro non ci stanno le creature. Il ragazzo con gli occhialoni a specchio diventa saggio all’improvviso: «Giusto cacciarli, ma non così». La telecamera si spegne, lui scoppia a ridere. Sotto a un albero dall’altra parte della strada c’è un gruppo di ragazzi che osserva la scena. Guardano tutto e tutti, nessuno li guarda. Sembrano invisibili. I loro scooter sono parcheggiati sul marciapiede. Il capo è un ragazzo con una maglietta nera aderente, i capelli tagliati cortissimi ai lati della testa. Tutti i presenti sanno chi è, ne conoscono con precisione il grado e la parentela. È uno dei nipoti del cugino del «sindaco » di Ponticelli, quel Ciro Sarno che anche dal carcere continua ad essere il signore del quartiere, capo di un clan di camorra che ha fatto del radicamento nel quartiere la sua forza. Quando vede che la confusione è al massimo, fa un cenno agli altri. Si muovono, accendono i motorini. Dieci minuti dopo, dal campo adiacente, quello di fronte ai palazzoni da dodici piani chiamati le Cinque torri, si alza un’altra nuvola di fumo denso e spesso. L’accampamento è delimitato da una massicciata di rifiuti e copertoni. Sono i primi a bruciare, con il fumo che avvolge le case popolari. La claque si sposta, ad appena 200 metri c’è un nuovo incendio da applaudire. I ragazzi in motorino scompaiono.

La radio di una Volante informa che ci sono fiamme anche nei due campi di via Virginia Woolf, al confine con il comune di Cercola. Sul prato bagnato ci sono un paio di rudimentali bombe incendiarie. I rom sono scappati in fretta. Nelle baracche ci sono ancora le pentole sui fornelli, gli zaini dei bambini. All’ingresso di una di queste abitazioni in lamiera e compensato, tenute insieme da una gomma spugnosa, c’è un quadro con cornice che contiene la foto ingrandita di un bimbo sorridente, vestito da Pulcinella. Florin, carnevale 2008, la festa della scuola elementare di Ponticelli. Alle 14.50 comincia a diluviare, una pioggia battente che spegne tutto. «Era meglio finire il lavoro», dice un anziano mentre si ripara sotto ad una tettoia della Villa comunale.

Mezz’ora più tardi, nel rione De Gasperi si vedono molte delle facce giovani che salivano e scendevano dai motorini. È il fortino dei Sarno, un grumo di case cinte da un vecchio muro, con una sola strada per entrare e una per uscire, con vedette che fingono di leggere il giornale su una panchina e invece sono pagate per segnalare chi va e soprattutto chi viene. Ma questa caccia all’uomo non si spiega solo con la camorra. Sarebbe persino consolante, però non è così.

Sotto al cavalcavia della Napoli-Salerno ci sono gli ultimi tre campi Rom ancora abitati. Dai lastroni di cemento dell’autostrada cadono fiotti di acqua marrone sulle baracche, recintate da una serie di pannelli in legno. Un gruppo di donne e ragazzi che abita nelle case più fatiscenti, quelle in via delle Madonnelle, attraversa la piazza e si fa avanti. «Venite fuori che vi ammazziamo», «Abbiamo pronti i bastoni». La polizia si mette in mezzo, un ispettore cerca di far ragionare queste donne furenti. Siete brava gente, dice, la domenica andate in chiesa, e adesso volete buttare per strada dei poveri bambini? «Sììììì» è il coro di risposta.

Dai pannelli divelti si affaccia una ragazza, il capo coperto da un foulard fradicio di pioggia. Trema, di freddo e paura. Quasi per proteggersi, tiene al seno una bambina di pochi mesi. Saluta una delle donne più esagitate, una signora in carne, che indossa un giubbino di pelo grigio. La conosce. «Stanotte partiamo. Per favore, non fateci del male ». La signora ascolta in silenzio. Poi muove un passo verso la rom, e sputa. Sbaglia bersaglio, colpisce in faccia la bambina. L’ispettore, che stava sulla traiettoria dello sputo, incenerisce con lo sguardo la donna. Tutti gli altri applaudono. «Brava, bravissima».

Avanti verso il Medioevo, ognuno con il suo passo.

Marco Imarisio

(Per le foto dei roghi di via Malibran si ringrazia comitatolettieri.wordpress.com)

Nè bene nè male.

Oggi su Repubblica.it trovavo questi due piccoli video-inchiesta a firma di Valeria Teodonio e Fabio Tonacci sul campo nomadi Casilino 900, il più antico di Roma dove vivono circa 650 persone, che rischia di essere chiuso dalla nuova amministrazione Alemanno.




Il primo riporta il punto di vista dei rom del campo...



e il secondo quello dei residenti in zona.




Poi sul blog di Macchianera ho trovato questa presunta lettera di un Rom proprio da questo campo, che dovrebbe essere ironica, scritta pare da tal Bruno Ballardini...


"Riceviamo e volentieri pubblichiamo


Gentile Diretore de Machianera,

noi del campo nomadi Casilino 900 de Roma voliamo protestare de la discriminazione che ce fate tuti i giorni che ce scambiate per i zingari ma noi non siamo i zingari queli sono i Rom che sono dilinquenti noi siamo zingari veri che stiamo qua in vostra bela città e faciamo qualche lavoreto pe campà qualche gioco dele tre carte che mentre guardi i bambini te portano via il portafolio però e un gioco e poi te lo restituiamo mica come i Rom che se lo tengono queli sono dilinquenti e poi noi faciamo altre cose buone vendiamo i fiori ali inamorati nel ristorante i fiori che li prendiamo al cimitero mica li rubiamo e poi se non li comprano li faciamo un altro gioco li diciamo le parole sotovoce che quando tornano a casa pe scopà non ci riescono però e un gioco che ce lo insegnano le nonne ma non fa niente anche noi dobiamo campà e poi faciamo altre cose però Gentile Diretore io sono cosovaro se propio dovete veni' co le ruspe magari andate nella parte est del campo a butà giù le barache dei bosniaci che propio me stanno sul cazzo e i macedoni te li racomando forse se salvano i montenegrini ma li discriminate ancora de più perché credete che sono picoli negri de montagna e invece sono propio zingari come noi ma no come i Rom eh queli sono dilinquenti noi siamo brava gente che se vieni qua faciamo una festa e te facio scopare anche mia figlia e invece i Rom te fanno la festa. Gentile Diretore se parli col nuovo sindaco diciglielo che noi voliamo restare e per favore mandate le ruspe solo ai bosniaci che mi hano scipato un portafolio che lo avevo trovato per caso in centro.


Suo afezionato letore


Goran
"


...e non ho capito più da che parte stare....

I puffi invadono Milano per il 50esimo compleanno.

Li voglio!!!!!!!!!!
Se qualcuno è a Milano....me ne porti almeno uno!!!!!!

Tipico esempio di "servizio di cultura all'italiana", frivolo e "leggero" quanto basta per farsi guardare e non far pensare (guardatevelo perchè fa troppo ridere, specialmente per le domande del cronista: è incredibile come la gente si senta in dovere davanti ad un microfono di rispondere anche alle domande più idiote!). In questo caso si festeggiano i 50 anni dei mitici Puffi, nati dal genio del belga Pierre Culliford, meglio conosciuto come Pejo!

Ma forse non tutti sanno che anche nei piccoli omini blu c'è qualcosa di giornalistico: l'autore della maggior parte delle storie dei puffi infatti fu proprio un giornalista (anche lui belga), di nome Yvan Delporte, scomparso poco più di un anno fa il 5 marzo 2007. Il suo nome è sconosciuto ai più, ma senza di lui forse i Puffi non sarebbero mai nati...

Quanto ci ho giocato da piccolo... sniff... ;(




Piccolo esperimento di video "piratato" con rara imperizia da
Repubblica.it!
I credits vanno sempre rispettati... :)

Silvio, ho appena cominciato!!!!

(agenzia dell'Agi delle 13:54 di oggi)

BERLUSCONI AI GIORNALISTI: NON PARLO CAMBIATE MESTIERE

"Ho dato proibizione ai ministri di parlare per strada, quindi voi dovete cambiare mestiere...". Al termine dell'incontro con Walter Veltroni il premier Silvio Berlusconi uscendo da Palazzo Chigi per tornare al Palazzo Grazioli, si sofferma con i giornalisti per alcuni secondi. Soltanto per ribadire la sua intenzione di non fare dichiarazioni. "Cambiate mestiere...", dice sorridendo Berlusconi ai giornalisti. (AGI)


'A Silvio!!!!!!!!! Ho appena cominciato!!!!!!!!!!! Almeno fammi provare!!!!!!!

Le convenzioni strane dell'Ordine dei giornalisti del Veneto.

Ultimamente mi sento un po' stanco. Sarà il master ormai alla fine, sarà il lavoro, sarà l'essere ancora alle prese con l'organizzazione di un'estate di cui non so ancora nulla, ma sono un po' stanco.

Per fortuna, al contrario di voi comuni mortali sono un giornalista (iscritto all'Ordine dei giornalisti del Veneto), e ho un potente Ordine professionale dietro di me che pensa ad ogni mio bisogno.

Girovagando nel sito dell'Ordine dei giornalisti del Veneto ho scoperto infatti tra le varie convenzioni per viaggi e musei (Trenitalia, AirOne, enti vari) una che non mi sarei mai aspettato di trovare: Convenzione con il "centro benessere Hotel dei Dogi" di Venezia. Sarà una palestra - penso - e se mi va bene c'è pure una piscina, così magari mi faccio pure una nuotata! Grazie Ordine!

Poi vado a vedere nel dettaglio e scopro che la convenzione è questa:



Il Centro Benessere , Club H2o Wellness & Beauty, all’interno del Boscolo Hotel dei Dogi, Fondamenta Madonna dell’Orto, 3497, offre sconti particolari ai giornalisti iscritti all’Ordine dei giornalisti del Veneto (basta presentare la tessera).
Questa la convenzione:

BLACK CARD (1anno)
Consulenza iniziale medico, estetica
Libero accesso zona umida (sauna, hammam e idromassaggio) e zona fitness, su prenotazione
Libero accesso doccia abbronzante, su prenotazione
600 minuti di massaggi, su prenotazione
20% di sconto su tutti gli altri servizi e sull'acquisto dei prodotti
20% di sconto sui prezzi del menù del ristorante DEI DOGI
Utilizzo gratuito di asciugamani, accappatoi e ciabattine
Prezzo complessivo del pacchetto: 1.600,00
Sconto riservato: 20%

GOLD CARD (6mesi)
Consulenza iniziale medico-estetica
Libero accesso zona umida (sauna, hammam e idromassaggio) e zona fitness, su prenotazione
Libero accesso doccia abbronzante, su prenotazione
300 minuti di massaggi, su prenotazione
20% di sconto sui prezzi del menù del ristorante DEI DOGI
Utilizzo gratuito di asciugamani, accappatoi e ciabattine
Prezzo complessivo del pacchetto: 990,00
Sconto riservato: 20%


Ora: chi diavolo li ha tra i giornalisti e collaboratori vari pagati 5 euro al pezzo 990 euro per pagarsi il pacchetto relax con asciugamani, accapatoi e ciabattine incluse, a parte i pezzi grossi dell'Ordine? E tra l'altro, avrei capito se avessero stipulato una convenzione con una catena di centri relax, in modo tale che almeno ne potessero approfittare più o meno tutti i giornalisti veneti...ma della convenzione con un unico albergo con sede a Venezia, al giornalista che vive e lavora a Verona o Belluno che gliene frega?

Tra l'altro ho curiosato un po' sul sito dell' "Hotel dei dogi", che viene descritto nell'introduzione dell'homepage così:

"Il Boscolo Hotel Dei Dogi è un Luxury Hotel 5 Stelle collocato nell'antico e prestigioso palazzo nobiliare Rizzo Patarol, già sede delle Ambasciate di Francia e di Savoia. Con i suoi marmi preziosi, gli splendidi affreschi d'epoca, i maestosi lampadari, con il suo lusso settecentesco, il Boscolo Hotel Dei Dogi è il luogo ideale per immergersi nella magica atmosfera di questa città".

Per curiosità, ho provato a vedere quanto sarebbe costata una stanza singola per un anonimo 15 giugno: se fossi voluto andare lì per 2 notti ( il minimo richiesto) la stanza più economica disponibile mi sarebbe costata 560 euro!!!!!


Morale della favola: grazie Ordine dei Giornalisti del Veneto, ma mi sa che mi terrò la mia stanchezza ancora per un po'... :)

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Piccola curiosità extra: girando ancora per siti di giornalisti sono finito su quello della FNSI (per i non addetti ai lavori: Federazione Nazionale Stampa Italiana). Se guardate nella sezione Edicola alla voce "tv-radio italiani ed esteri", tra gli enti convenzionati c'è ancora Stream, la vecchia tv digitale che ha cessato di esistere il 31 luglio 2003!

Non deve essere aggiornato molto spesso quel sito... :)