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La società puo' tollerarne pochi di ragazzi come lui, se no tutto il sistema andrebbe a catafascio in due giorni: ma é anche vero che Piér ha sviluppato un grado di adattamento incredibile con la società stessa per esserle meno di intralcio possibile. Cerca di essere più invisibile possibile e di fare tutto "fregandola" meno che puo', per poter continuare a fare cio' che fa e non fermarsi mai. Vuole che gli permettano ancora per un bel po' di continuare a viaggiare gratis in Europa , per raggiungere nazioni viste solo in cartolina arrivandoci rigorosamente senza spendere un soldo. Conoscendo nel mentre un sacco di amici per strada che rimangono anche dopo che il viaggio é finito. "Se guardi il mio Facebook - mi racconta (ps: che é che non ha facebook ormai?) - trovi 13 persone della mia città: tutte le altre sono delle altre nazioni che ho visitato".
Piér l'ho conosciuto ieri sera, quando é venuto a chiedermi un accendino per fumare sul lunghissimo interregionale che da Venezia mi riportava a Milano. Non si potrebbe fumare sul treno, ovviamente, ma nessuno gli ha detto niente: in fondo, dopo 3 ore e mezza seduto su sedili che hanno trasformato il tuo sedere in un pezzo di marmo insensibile, sgattaiolare nelle intersezioni tra i vagoni per rubare un alito di fumo a quelle braci fa un po' venire voglia a tutti, anche solo per muoversi un po'. Tornavamo da Venezia io e da Pordenone lui, e ci siamo messi a chiacchierare. Chiunque mi conosca un minimo sa che io sarei capace di attaccare bottone anche con le guardie del rigido picchetto reale di Buckingham Palace: e con Piér a conoscerci ci abbiamo messo un secondo.
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A Roma ha dormito il primo giorno per strada, e poi ospite di 2 ragazzi che ha conosciuto il giorno dopo vicino ai fori imperiali: "Erano entusiasti della mia storia, e mi hanno ospitato volentieri. Abbiamo passato una notte intera a raccontarci gli uni gli altri in quali paesi lontani fossimo stati fino a quel momento, e ci siamo scolati due casse di birra senza mai smettere di parlare!". Parlare per lui non é un problema: viaggiando ha imparato a parlare in maniera comprensibile almeno 5 lingue, e qualche parolina di qualche altra meno conosciuta: "Le rinfresco continuamente, e continuo ad imparararle! In effetti é comodissimo saperne cosi' tante".
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"I treni - continua - sono comodi anche per dormire: facendo i viaggi lunghi di notte, mi imbuco in un sedile e dormo al caldo. In genere i controllori la notte non passano mai...". Gli chiedo se sia difficile fare l'autostop e trovare qualcuno che si fermi, e mi dice che quella domanda già se l'aspettava: "Anche i miei amici italiani mi dicevano che sarebbe stato difficile qui: ma io ho sempre trovato passaggi in pochi minuti! Qualche volta ho aspettato anche un'ora, si', ma qualcuno prima o poi si ferma sempre! Magari mi dicono "Sai, é proibito farlo in Italia": ma poi si fermano loro per primi!". E poi via coi racconti: Piér il magiaro, 22 anni, che fuma sul treno in short a fiorelloni e sandali marroni, é stato in Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Austria, Olanda e un mucchio di altri Paesi: "Mi manca l'Inghilterra, ma ci voglio andare presto! A proposito di isole, sono stato anche in Sardegna! Partenza da Genova, passaggio ponte con la Tirrenia in traversata notturna: ovviamente senza biglietto e a costo zero. Mi hanno tanato, ma mica mi potevano sbarcare con una scialuppa in mezzo al mare!".
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Alle 22 arrivo a Lambrate, e a malincuore scendo: lui prosegue con l'amico per Milano centro, dove lo aspetta già la sua ragazza che a volte lo accompagna nei viaggi: "Se ci riesco stanotte voglio arrivare fino a Genova. Mi é venuta voglia di tornare a Montecarlo, ma se strada facendo trovo qualche posto bello che non conosco magari mi dirigo li'!".
Lo lascio sorridendo, ed invidiandolo un po'. Piér, magnifico ladro scroccone che vive viaggiando a sbafo sui treni, in fondo vorrei esserlo anche un po' io. Senza regole, senza limiti, senza pensieri... Prendere, viaggiare e andare. Dove si vuole, e senza chiedere niente. Invece domani c'é il lavoro, e la schiavitu' invisibile della giacca e della cravatta e della scrivania con il computer bianco e la montagna di carte che dovrei riordinare e non lo faccio mai: quel posto più o meno fisso, che tra tre mesi non c'é più ma intanto bisogna difendere. I manager di fretta alla stazione la mattina, i clacson impazienti ai semafori, lo smog, le spine per entrare nella metro, i panini presi di fretta in pausa pranzo da qualche kebab, che poi bisogna tornare indietro a spedire draft promozionali... E guardo le luci del treno che svaniscono lontano sul binario, e portano Piér verso le sue città lontane...
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Non so dove, ma voglio andare in qualche posto che non ho ancora visto. Insieme alla cucciola naturalmente. Magari rincontro Piér che ritorna, e poi glielo presento mentre gli chiedo com'era Montecarlo. Magari diventiamo amici sul serio. E la prossima volta in giro a zonzo ci andiamo insieme dormendo sui treni come i barboni, che forse saranno anche gli ultimi nel sistema non scritto di caste del mondo moderno ma in verità sono rimasti gli unici liberi di fare quello che vogliono. Loro il sole lo guardano ogni giorno dal posto che scelgono la sera prima: noi lo guardiamo solo dalla finestra, mentre aspettiamo con ordine la nostra pausa pranzo che non arriva mai.
2 commenti:
mamma mia sono senza parole, deve essere un modo di vivere strabiliante! libero senza regole, in giro x il mondo!
Ti assicuro che era veramente un personaggio fantastico... Ma la cosa più bella era vedere l'entusiasmo nei suoi occhi, che più di tutto riusciva davvero a rendere l'idea di quanto fossero belli i suoi viaggi...
Spero di reincontrarlo prima o poi! Non si sa mai che gli capiti di leggere questo blog, prima o poi... :)
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