martedì 29 aprile 2008

Il fallimento dei master in giornalismo.

Dedicato ad Eleonora, che dopo averlo letto si fregherà le mani di sicuro, e a Chicco che adora scrivere sui master in giornalismo!

Dal blog "Penne Digitali 2.0", un articolo del novembre 2006 che dimostra ancora una volta come di tutti i problemi dell'entrata nella professione giornalistica si sia parlato tanto, ma non si sia ancora fatto nulla...

STAGE IN REDAZIONE? SI', MA SOLO SE RETRIBUITI.


Una buona idea realizzata male può naufragare trasformandosi in una pessima idea. È il caso dei discussi master in giornalismo, una delle attuali vie d’accesso alla professione giornalistica nel nostro Paese. I master si moltiplicano e quella qualità che avrebbe dovuto essere il fondamento della via universitaria, ha mancato l’appuntamento con la verifica. L’esame, appunto. È opinione diffusa tra i commissari d’esame, ed è in ogni modo l’opinione che io stesso ho maturato facendo questa esperienza, che i candidati provenienti dai master non siano, alla prova dei fatti, più preparati degli altri. Se ne incontrano di ottimi e di impreparati anche se provengono dai master. In realtà, quello che ancora oggi fa la differenza è l’ambito professionale entro il quale si è svolto il praticantato. Il resto è affidato alla casualità o alle capacità individuali di ognuno e prescinde purtroppo dalla formazione che in realtà, nel nostro Paese, naviga a vista. Una delle cause di questa mancanza è certamente la fretta con cui sono state fatte le convenzioni tra Ordine e Università.

I master sono già diciannove. E altre convenzioni sarebbero pronte per essere sottoscritte. ( infatti nel frattempo sono già diventati 21, ndr)Ma c’è dell’altro. Poniamoci dalla parte degli aspiranti giornalisti: il candidato versa al master 10-12 mila euro (nel corso del biennio) per conquistare il famoso tesserino professionale. Che lo abilita a una professione ormai inflazionata. Ogni anno, infatti, sono più di mille le abilitazioni (su circa 1400 candidati nel 2005) all’albo dei professionisti a fronte di un turn-over nell’editoria pari a 225 unità nello stesso anno, secondo i dati dell’Inpgi citati da Guido Besana in un articolo uscito nel precedente numero di “Giornalisti.”. Il titolo quindi è già svalutato. Se le cose andranno avanti in questo modo, nel giro di cinque anni, ci saranno altri 5000 giornalisti professionisti in cerca di lavoro. A questo punto il candidato che ha potuto accedere al master affronta i due anni di corso entro i quali si svolgono anche sei mesi di stage nelle redazioni. L’editore, grazie alle convenzioni tra Ordine e Università, ha a sua disposizione lo stagista a costo zero. E, intanto, centinaia di disoccupati-inoccupati (quasi tremila sono gli iscritti alle liste Fnsi-Fieg), e collaboratori che non possono o non vogliono affrontare la spesa del master, restano fuori della porta. A poco valgono gli incentivi messi in campo dall’Inpgi per l’assorbimento dei disoccupati (peraltro le nuove delibere sono state bloccate dalla Fieg in funzione antisindacale), le agevolazioni contrattuali, e le battaglie del sindacato sul fronte del precariato se tra Ordine, Università e editori si istituisce una corsia preferenziale per l’utilizzo dei giovani aspiranti giornalisti a costo zero.

L’effetto immediato di questo insano accordo, che purtroppo coinvolge anche chi tra i giornalisti, insegnando nel master, ha interesse all’ingresso degli studenti in redazione, è chiaramente visibile nel crollo delle sostituzioni. Le sostituzioni, che rappresentano una valvola di sfogo e un’occasione per migliaia di precari, si stanno quasi azzerando (tranne che al Corriere della Sera e al Gazzettino dove gli stage sono stati correttamente bloccati dai Comitati di redazione). Si è discusso a lungo sulle ragioni dell’utilizzo improprio degli stagisti nelle redazioni. Al di là di ogni volontarismo e velleitarismo formalista, come l’istituzione di un “tavolo della regole” con chi, invece, vuole mano libera, il vizio originario probabilmente sta proprio nelle maglie larghe delle convenzioni che lasciano spazio all’uso improprio dei giovani a partire dalla gratuità dello stage. Che è diventato una delle forme di sfruttamento dei giovani in cerca di prima occupazione.

A questo punto, ci sarebbe un’unica soluzione: modificare le convenzioni in modo tale che lo stagista sia retribuito diventando a tutti gli effetti un praticante, e quindi un costo per le aziende. Tra le altre cose la formazione in azienda andrebbe estesa. In sostanza, credo che, se fosse ancora possibile, sarebbe consigliabile abbandonare la via del master a pagamento sostituendolo con un corso di laurea universitario che comprenda almeno un anno e mezzo di stage retribuito. È, certo, comunque che il master non può rappresentare, tendenzialmente, la via unica per accedere al giornalismo. E c’è da chiedersi se vale ancora la pena di spendere dodicimila euro per “comprarsi” il tesserino di giornalista professionista?

(Enrico Ferri, giunta esecutiva Fnsi)


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Il bello è che questo pare sarà nella nostra commissione d'esame ad Ottobre...
Gente, che tristezza... Detto da uno che i suoi 10.000 e passa euro li ha già spesi, e che tornando indietro sinceramente avrebbe dei seri dubbi se rifarlo o meno...

7 commenti:

Radicali Milano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Eleonora Voltolina ha detto...

Caro Gig
è vero, con questo post mi hai fatta contenta... So che "brucia", per uno che si fa un mazzo tanto e paga i 10mila euro del Master in giornalismo, sentirsi accusato di "comprarsi il tesserino". Ma credo che la proposta di Ferri, di obbligare le redazioni a retribuire anche gli stagisti, e non solo i praticanti, sia davvero significativa. In questo modo si riequilibrerebbe la situazione davvero abominevole di "concorrenza sleale" tra stagisti e giornalisti disoccupati.

Eleonora
http://www.repubblicadeglistagisti.blogspot.com/

Gig ha detto...

Eleonora, sei sempre una certezza...

Ma come diavolo hai fatto a postare da "Radicali Milano"? Investigherò... :)

Comunque ormai vivo nell'attesa di vedere che succederà per il mio prossimo stage del master, dove le cose sembra che si facciano di giorno in giorno più complicate!

La cosa paradossale per un "aspirante giornalista" ( come chi proviene dai master viene quasi sempre considerato - come se esperienze prima uno non potesse averne mai fatte) è che il difficile non è trovare uno stage pagato in modo dignitoso, ma direttamente trovare un posto dove te lo facciano fare!

Se conosci qualche giornale/mensile/non so cosa di comunicazione che cerchi uno stagista per l'estate fammelo sapere! Anche dove lavori, così ti mostro cosa ho imparato in 9 mesi da barista e ti faccio un cappuccino con una schiuma buona così...

Tornerò sul tuo blog prima o poi: manco da troppo, ma lo seguo lo stesso!

A presto mademoiselle!

Ale:)

Anonimo ha detto...

Ciao Alessandro. Colgo l'occasione per complimentarmi per il tuo blog. E' da un po' che lo seguo da lontano e da collega posso dire che è fatto bene, per me è informativo ma nello stesso tempo ironico. Credo sia una delle qualità di un buon giornalista: la giusta distanza.
Rispondo a questo post perchè mi riguarda da vicino. Sono anch'io reduce da un master in giornalismo, non tra i migliori in Italia ma altrettanto costoso e soprattutto l'unica via ormai disponibile x accedere alla professione. In più ho avuto l'opportunità di una grande guida. Un vero maestro e direttore. Non avrò fatto la pratica sul campo come tanti altri praticanti di redazione, ma Alessandro cosa importa se l'obiettivo che si raggiunge poi è lo stesso.
Per entrare in questo mondo ho lottato, affrontato km per gli stage estivi. Non lasciando mai nulla al caso. Ma lasciando sempre tanti affetti e spesso con la solitudine come unica compagna.
Sì molte volte è solo questione di fortuna, solo che non si deve perdere mai la speranza. Tante volte ho pensato al mio master. A quell'aula che come in un vagone di un treno mi ha dato la possibilità di incontrae amici di tutt'Italia. Il mio master è terminato da poco, ho fatto l'es e finalmente sono professonista. Alleluia il master allora è servito a qualcosa!!! Il perscorso di un giornalista si costruisce a piccoli passi. Il più arduo con il tesserino viene delineato. Poi il tempo penserà alle altre cose. Penso al mio master e mi viene un sorriso, quante litigate, pianti. Tanti anche i momenti di tenerezza e amicizia. Le persone che non sono più colleghe ma amici.
Vorrei lasciare a te e al tuo master un messaggio di positività. Vorrei che per noi le cose fossero diverse. Vorrei poter dare dei consigli attraverso l'esperienza di chi ci è passato prima di voi. Ma solo l'istinto di ognuno può rappresentare quella chiave magica che può introdurre in una redazione senza avere mai il rimpianto che quella scelta non era quella che si voleva ma che si doveva. Ci vuole pazienza e abnegazione e poi vedrai che che qualcosa succederà. A me è capitato così. Ora mi trovo in una redazione, a termine, distante da tutti, dalla mia famiglia, dalla mia città, dai miei amici. Ma con il tanto anelato tesserino.

Scusami la prolissità e forse anche la banalità di questo post ma volevo farti un in bocca al lupo per tutto.

Ho visto un film ultimamente e scoperto l'intensità di questa musica http://www.youtube.com/watch?v=tBci1zUF0cs

A volte chiudo gli occhi e con questo sottofondo immagino che tutto sia più semplice. Spero possa essere un espediente anche x voi masterizzandi di Padova.
Un in bocca al lupo a Padova per tutti voi.

CHICCO MERDEZ ha detto...

Caro gig, naturalmente ho apprezzato sia la dedica sia il pezzo di Ferri. Il quale, tutto sommato, non fa che ricalcare le mie posizioni che tu già ben conosci.
Non posso che augurarti di riuscire a fare un buono stage, che ti dia un buon bagaglio di esperienze da spendere in un futuro magari prossimo.
Per chiacchierare del resto, che tu sai già e che io vorrei sapere, quando vuoi...
;-)

Gig ha detto...

@ anonima: quello che scrivi è molto bello, e mi dispiace che tu non ti sia firmata...

Visto che hai detto che segui il blog, mandami una mail se puoi con l'indirizzo del tuo blog ( se ce l'hai) o solo per dirmi chi sei: mi piacerebbe fare due chiacchiere, e sapere dove lavori e cosa hai combinato di bello da quando sei uscita dal "tuo" master...

Spero di risentirti!

A presto!

Gig:)

Anonimo ha detto...

Ciao Gig, sono felice che ti abbia fatto piacere il mio post e non infastidito. Hai dedotto dal mio commento che sia una donna. E hai indovinato. Non voglio fare la misteriosa. Tornerò a trovarti presto.
Sai sul tuo blog ci sono arrivata per caso. Incuriosita dal nome (calle) e poi ho scoperto che abbiamo una stessa passione, il giornalismo. Io non ho un blog...non ci ho mai pensato! Comunque se hai pazienza ti aggiornerò presto.
Saluti