Da Repubblica.it, un'utile opportunità per chiunque cerchi lavoro!
Prende il via domani la prima fiera virtuale del lavoro. Gli studenti incontrano sul web aziende e università per scoprire come si trova un impiego. Durerà otto ore e i direttori del personale faranno colloqui ai candidati con una webcam. I migliori si conquisteranno un incontro faccia a faccia per avere il posto
BIP, il career day é virtuale. In video chat con le imprese
di FEDERICO PACE
Provano a passare per lo stretto occhio di una webcam le speranze dei giovani in cerca di lavoro. Non più le sale d’attesa dove i responsabili delle risorse umane si facevano attendere a lungo. Non più i grandi spazi anonimi delle fiere dove spaesati ci si ritrovava ad accumulare depliant e brochure pubblicitarie senza neppure un incontro. Ora ci si può sedere davanti a un pc e provare a confrontarsi direttamente con chi può darci un lavoro. La nuova frontiera dei career day, quelle occasioni di incontro tra studenti e operatori, è sempre di più online.
Kermesse virtuale. Si chiama Bip, ovvero borsa internazionale del placement, e prenderà il via domani, alle nove del mattino, quello che sembra essere il primo career day che si svolgerà interamente sul web (www.biponline.it). Alla grande kermesse virtuale parteciperanno la gran parte delle università italiane (ad oggi sono 72 ad avere risposto all'appello), piccoli e grandi atenei, molte imprese note e migliaia di studenti. Tra avatar e chat-room gli operatori che incontreranno i giovani proveranno a rendere meno complesso e labirintico il percorso, spesso troppo poco limpido, che dovrebbe portarli dai banchi dell’università (o delle scuole superiori) fin dentro il cuore operativo delle imprese.
Settori e aziende. Nonostante la crisi, o forse proprio per quello, sono in molte le imprese a partecipare. Forse perché così si può risparmiare una buona fetta di costi che questi eventi (quando sono reali) impongono tra stand e logistica. Quasi un centinaio le aziende. Ci sono operatori attivi nelle assicurazioni e nel credito come Bnl Gruppo Bnp Paribas e Banca Antonvenenta Gruppo MPS. Ci sono istituzioni come la Banca d’Italia. Imprese di consulenza e servizi come Accenture, Kpmg o Seat Pagine Gialle. C’è la grande distribuzione come Auchan, Carrefour, Autogrill e Upim. Ci sono le imprese dell’Ict come Cisco e Ibm, e non mancano i brand famosi come Adidas, Danone, Coca Cola, Microsoft e Procter & Gabmble.
Il match e la chat. Ciascuna di loro ha uno spazio virtuale dove inserire le offerte di lavoro, un profilo, statistiche, contatti e presentazioni video. Per ciascun impiego vacante, le aziende definiscono una scheda dettagliata con le caratteristiche del candidato “ideale” come ad esempio il voto minimo di laurea, la facoltà di provenienza, il livello desiderato di conoscenza delle lingue straniere. Dal suo canto, chi è in cerca di lavoro, deve registrarsi al sito e definire il proprio profilo. A quel punto potrà cercare le posizioni che più gli interessano. Il tutto avviene su una piattaforma, dal nome Bip Match, che mette a confronto le richieste dell’impresa con i requisiti del candidato. Se tutto “coincide” ci si potrà mettere direttamente in contatto con i selezionatori. Sarà poi la video-chat, o quella specie di colloquio-virtuale che si svolgerà in qualche minuto, a permettere di conquistarsi un vero e proprio incontro per la posizione di lavoro in azienda.
Gli inattesi partecipanti. In Italia ci sono già imprese che valutano candidati utilizzando il web o giochi di simulazione. Negli Usa si sono già svolte fiere di questo tipo a cui hanno partecipato, su Second Life, grandi imprese come eBay, Hewlett-Packard, Microsoft e Verizon Communications. Per molte di loro è un modo per raggiungere anche quel segmento di giovanissimi candidati, ad altissimo tasso tecnologico, che probabilmente altrimenti non passerebbe dalle loro parti. Un modo per dare l’opportunità ai giovani in cerca di lavoro di entrare in contatto con le imprese in un contesto più confortevole. In alcuni di questi eventi si è scoperto, con un pizzico di sorpresa, che i candidati approdati sulle isole virtuali erano tutt’altro che giovanissimi. La gran parte di loro, al contrario, erano figure con esperienza professionale di almeno cinque anni.
Le nuove frontiere e le porte a cui bussare. Difficile dire se in futuro la selezione del personale farà, davvero, fondamentale affidamento al web. La “digitalizzazione” dei processi di selezione delle risorse umane, come accade per molte delle cose che riguardano Internet, Procede per strappi e improvvise pause. Per slanci improvvisi, visioni futuristiche, improvvisi arresti e cauti passi indietro. A chi cerca lavoro non resta che provare a incamminarsi anche verso le nuove frontiere digitali, senza però dimenticare di continuare a bussare alle porte, non virtuali, di quelle imprese che hanno ancora voglia e capacità di investire sulle persone.