mercoledì 1 aprile 2009

Parola di Indro

"Io non mi sono mai sognato di contestare alla Chiesa il suo diritto a restare fedele a se stessa, cioè ai comandamenti che le vengono dalla Dottrina. Ma che essa pretenda d'imporre questi comandamenti anche a me che non ho la fortuna di essere un credente, cercando di travasarli nella legge civile in modo che diventi obbligatorio anche per noi non credenti, è giusto? A me sembra di no.

A me sembra che l' insegnamento della Chiesa debba valere per chi crede nella Chiesa, cioè per i «fedeli». Ma non per i «cittadini», fra i quali ci sono - e in larga maggioranza - i miscredenti, gli agnostici, i seguaci di altre religioni. Perché costoro devono adeguarsi a un «credo» nel quale non credono? La Chiesa ha tutto il diritto di continuare a predicarlo e di fare tutti i suoi sforzi per svogliare, per esempio, i medici dal praticare la cosiddetta «dolce morte» anche nei casi in cui la vita è diventata, per il paziente, una tortura senza speranza. Finché essa opera e si appella alla Legge Divina, è libera di dire e di fare ciò che vuole. Ma quando cerca d' influenzare la Legge civile, commette un abuso perché toglie al cittadino una scelta che gli appartiene".


La Stanza di Indro Montanelli, Corriere della Sera, 1 luglio 2001

ps il testo integrale di Montanelli si può leggere sull'archivio del Corsera a questo link: http://archiviostorico.corriere.it/2001/luglio/01/Meglio_Dottrina_catastrofe_demografica__co_0_0107012982.shtml

(Thanks to La Rana)

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