giovedì 19 marzo 2009

Avvenire ed i preservativi "fallosi" di papa Ratzinger

Eccovi l'editoriale di oggi di Avvenire, sul tema delle polemiche scatenate dal no di Benedetto XVI all'uso del preservativo...

Leggete e ditemi...che ne pensate?!?
Ma soprattutto...CHE COSA C***O VUOL DIRE?!?!?!?!?

IL PROBLEMA DEL PRESERVATIVO.
PROTEGGERE GLI ALTRI, UNA SCELTA NELL’ORIZZONTE DELLA VERITÀ.
(come se qualcuno davvero l'avesse in mano...)

FRANCESCO D’AGOSTINO

I
l diritto ci impone di rispettare l’al­tro. L’etica ci impone di rispettare l’altro e di rispettare noi stessi. In ge­nere non ci crea alcuna difficoltà ca­pire le ragioni del diritto; ben più dif­ficile è capire le ragioni dell’etica: non è forse vero che "io sono mio"? E se "sono mio", perché non dovrei fare di me stesso tutto ciò che voglio? (perché non va bene al Papa?) Così ragionano gli individualisti radicali, senza rendersi conto di erodere l’eti­ca dal suo stesso interno, fino a farla implodere.

Prendiamo come esempio l’esperien­za della sessualità, che è tornata pre­potentemente di scena, col recentis­simo e critico riferimento che il Papa ha fatto all’uso dei preservativi. Il di­ritto proibisce ogni forma, anche lie­ve, di violenza sessuale sull’altro: que­sto lo capiscono tutti. L’etica sessua­le è ben più esigente: pretende che io controlli i miei desideri e le mie pul­sioni non solo quando sono violente, ma ogni qual volta esse, pur se non violente, pur se poste in essere col consenso del partner, possono incri­nare o farmi perdere qualcosa della mia umanità. Non posso infatti ab­bandonarmi all’atto sessuale metten­do tra parentesi la mia dignità e la di­gnità di ciò che sto facendo: unendo­mi all’altro, trascendo la mia anima­lità di individuo dotato di una pulsio­ne sessuale inserendo nell’atto ses­suale la dimensione personalissima e quindi propriamente umana del do­no che di me faccio all’altro e nel mo­mento stesso in cui ricevo dall’altro il dono di sé. (Miii, che casino... Una volta lo chiamavano solo "fare l'amore"...)

In questa prospettiva, il no della Chie­sa all’uso dei preservativi è in realtà un sì alla compiutezza umana dell’at­to sessuale, un atto che fisiologica­mente può essere considerato del tut­to analogo da quello compiuto dagli animali (soprattutto dai mammiferi superiori), ma antropologicamente è radicalmente diverso, per il significa­to globale che veicola. L’uso del pre­servativo, pur giuridicamente lecito, è moralmente problematico, perché toglie alla sessualità umana, almeno in parte, la pienezza del suo orizzon­te, frantumandone l’unitarietà in una molteplicità di aspetti destinati a re­stare separati e non connessi tra loro. Ma in tutte le sue funzioni ( sessuali, familiari, sociali, estetiche, lavorative, ecc.) l’uomo deve restare sempre pre­sente a se stesso nell’unità del suo es­sere: è a questo che la morale ci chia­ma.
(e questo lo lascio decifrare a voi...)

Si obietta: ma l’uso del preservativo ha un’essenziale funzione profilatti­ca, soprattutto in Africa, dove l’Aids è endemico e dove ogni atto sessuale non protetto è rischiosissimo. I pre­servativi, si è detto, salvano la vita. È vero, come è vero affermare che tutti gli atti sessuali posti in essere da per­sone contagiate dal virus sono poten­zialmente portatori di morte. Situa­zione disperata e paradossale, quella in cui l’impegno per la vita, cioè l’im­pegno per il massimo bene umano immaginabile, si pretende che sia af­fidato, prima che alla responsabilità delle persone, adeguatamente forma­te e informate sulla malattia, a stru­menti tecnici così elementari e così fallosi come i profilattici! (io vorrei sapere quanto ci ha pensato il tipo per usare l'aggettivo "fallosi" per definire i preservativi...)

La lotta per la vita merita di essere presa ben al­trimenti sul serio, come dimostra il fatto che fino ad oggi nessuna cam­pagna per la diffusione dei preserva­tivi in funzione anti- Aids ha registra­to alcun concreto successo per il con­tenimento dell’epidemia, né in Afri­ca, né in altri Paesi.
(E questa a parer mio é una bestemmia colossale!) È per questo che il cuore della questione paradossal­mente non è sanitario, ma antropolo­gico, cioè in definitiva etico. Le paro­le del Papa: « I preservativi aumenta­no i problemi» vanno capite in questo contesto e hanno una profondità che tanti frettolosi commentatori non so­no
riusciti a cogliere. (certo pero' che pure rileggendole 'un é che si colga tutto sto ché...)

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Ora vi chiedo...ma voi, che ne pensate?!? Io non pretendo di possedere la verità su tutto...ma il diritto a mettere le cose in discussione si'! Specie se i dogmi, come in questo caso, lasciano morire milioni di persone... E voi?!?


8 commenti:

Anonimo ha detto...

In buona sostanza, dato che nell'Africa sub-sahariana un adulto su dieci è portatore di hiv, e che il preservativo è effettivamente "falloso" (nel senso di fallace, non del tutto affidabile, non infallibile: in parole povere può rompersi, e per d più il virus può insinuarsi anche attraverso una fenditura invisibile ad occhio nudo, o addirittura un'irregolarità nella composizione chimica del lattice), ne consegue che la diffusione dell'Aids potrebbe davvero essere realmente bloccata, e non solo parzialmente e precariamente arginata, attraverso la monogamia e la fedeltà (scelta etica responsabile, meditata, ponderata, cristianamente motivata, per quanto ardua e non esente da sacrifici), oltre e più che tramite un mezzo concreto, meramente medico, e spesso falsamente deresponsabilizzante, come il proflattico.

Peraltro, anche in una coppia stabile e monogama in cui uno dei due partner sia sieropostivo, il profilattico non risolve il problema. Prima o poi si rompe, e il partner sieronegativo viene comunque contagiato.

Questo - credo - il senso autentico delle parole del Papa. Poi le opinioni possono divergere (ma andrebbero espresse tramite articolate e ponderate argomentazioni, più che con vignette superficiali e di dubbio gusto, o con freddure da avanspettacolo).

A Washington, capitale dello stato più avanzato del mondo, e in cui le campagne per l'uso del preservativo non sono state minimamente ostacolate, la percentuale degli adulti portatori di hiv sfiora il tre per cento, proprio come in una megalopoli dell'Africa nera. Dato, questo, su cui riflettere.

Anonimo ha detto...

Gentile esegeta,
pur rispettando la tua fede, ho però alcune precisazioni da fare, in particolare vorrei darti due informazioni non spirituali ma scientifiche del settore. Sono una ricercatrice, anche se non lavoro direttamente nel campo dell'HIV, e direi che affermazioni come le tue andrebbero vagliate con cognizione di causa (e qui tralascio eventuali commenti su vignette che cercano solo di sdrammatizzare una realtà talmente tragica da mettersi le mani nei capelli). Che il preservativo prima o poi si fori, è una tua personale statistica..sicuramente ci sono delle probabilità, come in tutto ciò che riguarda la vita (così come per me domani di essere investita da un'auto e lasciarci le piume..scusa l'immagine..!), ma mentre questa probabilità è poco controllabile, e responsabilità di ciascuno di noi limitare la diffusione di una malattia devastante come l'AIDS!!!
Ecco qui 2 dati tecnici:

Le diverse modalità di trasmissione dell'HIV (virus generalmente ritenuto responsabile dello scatenarsi dell'AIDS) sono ben note e riconosciute. Altrettanto ben note sono le modalità di prevenzione dal contagio.Studi epidemiologici provenienti dall'Africa sub-sahariana, Europa e Nord America hanno ipotizzato che approssimativamente esiste un rischio quattro volte maggiore di essere infettato da HIV in presenza di ulcere genitali come quelle provocate dalla sifilide e/o ulcera molle, e un significante rischio, sebbene minore, in presenza di MST come la gonorrea, clamidia e triconomiasi che causano localmente l'accumulo di linfociti e macrofagi.
Durante rapporti sessuali il solo preservativo, che può essere maschile o femminile, può ridurre (il preservativo elimina il rischio di infezione se indossato correttamente, questo è quello che dicono i siti ufficiali), le possibilità di contrarre l'HIV nonché le possibilità di rimanere incinta. Deve però essere utilizzato durante tutto il rapporto di penetrazione in caso di partner sieropositivo o la cui sieropositività non è conosciuta, come può avvenire per rapporti occasionali.

L'effettivo uso del preservativo e la protezione delle trasfusioni di sangue in Nord America e nell'Europa Centro-Occidentale sono ritenuti alla base del più basso tasso di incidenza dell'AIDS in queste regioni.

Adottare questi metodi di prevenzione ha causato però in alcune regioni controversie e difficoltà. Alcuni associano queste difficoltà come conseguenza della forte influenza di indicazione religiose che sconsigliano o condannano l'utilizzo dei preservativi.
Il preservativo maschile è la sola più efficiente tecnologia che riduce la trasmissione sessuale dell'HIV ed altre infezioni sessualmente trasmesse. Affinché sia efficiente deve essere utilizzato correttamente durante ogni atto sessuale.
Con il costante e corretto utilizzo dei preservativi vi è un rischio di contrarre l'infezione da HIV molto basso. Studi su un utilizzo assiduo del preservativo in coppie nelle quali solo uno dei partner è sieropositivo hanno mostrato tassi di incidenza di infezione del partner sano inferiori all'1% annuo.

QUESTA CARO ESEGETA, E' LA VERITA' DELLE COSE..ED é ORA DI SMETTERLA CON AFFERMAZIONI IMPROPONIBILI E ASSURDE CHE, SECONDO ME, LEDONO LA DIGNITà DELL'ESSERE UMANO!!!! Cosa volete un mondo di eunuchi?! la perfezione NON esiste, neppure in te (scusa ma se fai parte di questo mondo come me..credo di potermi permettere)e credo che l'imperfezione faccia parte della natura umana e non vada condannata come fate voi (beati gli ULTIMI che saranno i primi o che saranno ghettizzati..mi viene da dire?!)..Sono credente, ma uso il preservativo..ed un domani insegnerò i miei figli a farne uso..non farò certo la predicatrice bigotta e frustrata:" io, donna assolutissimamente perfetta fo l'amore non per piacer mio, ma per far piacere a Dio" e con questo mi considero una persona assolutamente per bene, con i Valori di Famiglia, Amore e Rispetto verso il prossimo! Questo riconosco alla mia cultura cattolica, non mille panzanate assurde contro preservativi, omosessuali e divorziati..viva la diversità!

Anonimo ha detto...

ERRATA CORRIGE: "non fo l'amore per piacer mio, ma per dare figli a Dio"

Anonimo ha detto...

Bene, parliamo di dati scientifici.

Uno studio condotto in un bordello cinese (quale luogo migliore?)ha dimostrato che la percentuale di rottura è del 5,9 per cento:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8131395

Un altro studio indica una percnetuale dell'8 per cento.

http://www.fhi.org/en/RH/Pubs/factsheets/breakslip.htm

Non so voi, ma se io vivessi in Camerun, paese con 500.000 sieropositivi:

http://www.globalhealthreporting.org/countries/cameroon.asp?collID=11&id=1017&malID=1019&tbID=1018&hivIC=1016&malIC=1021&tbIC=1020&map=1023&con=Cameroon&p=1

per di più in larga parte resistenti alle terapie:

http://www.globalhealthreporting.org/article.asp?DR_ID=55428

e dunque con un'alta carica virale, preferirei l'astinenza sessuale alla morte, anche al di là di qualsivoglia considerazione religiosa.

Tu se liberissima di non essere d'accordo col papa. Ma non puoi, nel contempo, professarti cattolica. Sarebbe una contraddizione in termini.

Certo, nessuno è perfetto. Ma il fatto di riconoscere umilmente (come io stesso faccio) la propria umana debolezza non autorizza a contestare, in modo astioso, irriverente ed aggressivo, le affermazioni del papa.

Il quale peraltro non potrebbe, neppure se lo volesse, smentire e sovvertire i principi fondanti di un nobile magistero consolidato dai millenni.

Gig ha detto...

1) lo studio da te citato é del 1992. Il che vuol dire 17 anni. Se pensi a quello che hai imparato tu in questi ultimi 17 anni, figurati le aziende che producono preservativi...

2)Parlando invece del secondo studio che citi, peraltro sempre vecchio di 16 anni, si puo' dire che te ne dimentichi una piccola parte...

Riporto dal tuo link:

"A 1993 FHI study showed that most condom users rarely experience condom breakage and/or slippage. A small group of users is often responsible for a majority of the breaks and slips. In the study, 177 couples used 1,947 condoms and reported a combined breakage/slippage rate of 8.7 percent. If every couple were equally likely to experience condom breakage/slippage, then each couple would have been expected to have about 1 out of 11 condoms either break or slip off. However, in this study, 16 couples (less than 10 percent of participants) were responsible for 50 percent of all the breakage/slippage. Well over half the couples did not experience any condom breakage/slippage among the 11 condoms each couple used".

Ovvero che meno del 10% dei partecipanti sono stati responsabili di più del 50% delle rotture...

Non conosco la tua esperienza riguardo ai preservativi, ma mi sembra che dimentichi una cosa: il fattore umano. Sempre girando per il web, ma anche solo aprendone una scatola, puoi scoprire che una delle cose su cui più ci si raccomanda é la loro conservazione. Quasi sempre (si parla di una percentuale del 96%) la rottura del preservativo é infatti dovuta ad un'errata conservazione dello stesso: tenuto in tasca o nel portafogli per mesi, al freddo o con frequenti cambi di temperatura esso si degrada naturalmente. Ma basta tenerli con cura o semplicemente con senno per evitare un mucchio di problemi! Posto poi che non essendo citate né le marche né le composizioni di preservativi, lo studio difetta un po' di attendibilità..

Per quanto riguarda la resistenza alle terapie del virus dell'Hiv, purtroppo c'é poco da fare. Salvo ricordare che non c'entra nulla con il tuo discorso.
Di Hiv non si guarisce, e - al momento - nemmeno ne si previene il contagio con vaccini che non esistono. Il decorso della malattia si puo' solo ritardare con il ricorso ai farmaci antiretrovirali, al momento unica terapia riconosciuta presente sul mercato, escluse le varie sperimentazioni in atto. L'HIV c'é o non c'é. E qualsiasi variante sia, per il preservativo non fa differenza.

Infine permettimi una piccola considerazione, sul fatto che il sesso non sia il solo modo per diffondere l'Hiv, presa da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/HIV)

"Il virus presenta diverse modalità di trasmissione. La trasmissione sessuale, la trasmissione ematica, quella parenterale ed infine quella verticale (madre-figlio). La più diffusa (85%) è quella sessuale seguita dal contatto con sangue od emoderivati infetti. Nei paesi in via di sviluppo particolarmente importante è la trasmissione verticale; questa può avvenire sia durante la gravidanza per passaggio trans-placentare (20-40%), sia durante il parto (40-70%) ed infine nell'allattamento (15-20%). Vanno infine ricordati i rischi derivanti dall'uso di materiale medico-dentistico non sterilizzati e dal contatto del personale sanitario o di laboratorio con campioni infetti".

Se tu non volessi rischiare la morte per HIV, paradossalmente il modo più veloce sarebbe suicidarti adesso... O vivere in una palla di vetro, sempre che quello si possa definire vita. Nemmeno la castità assoluta in teoria potrebbe salvarti.

Pensa poi se davvero si realizzasse il sogno della Chiesa cattolica: un'Africa dominata dalla castità e da una sessualità responsabile (interpreto: tesa a fare figli, il che non esime per nulla dal prendersi l'Aids). Pensi davvero che le cose cambierebbero?

A mio modo di vedere:

1) se il continente si desse alla completa castità, la sua popolazione sarebbe estinta nel giro di un secolo, o poco più. E poi vorrei vedere chi se lo piglierebbe, se non le multinazionali che il Papa osteggia con gran decisione...

2) Se il continente si desse ad una "sessualità più responsabile" (vedi sopra) non cambierebbe un beato tubo. L'Aids continuerebbe a diffondersi in modo tale e quale a prima, se non di più. L'unico risultato sarebbe quello di annullare completamente lo spirito e la mentalità di un popolo che vede nell'atto sessuale l'espressione della potenza dell'uomo, senza il quale esso é "menomato" di una parte di sé.

Credenza atavica scomoda per la chiesa cattolica ma parte stessa della storia del continente. Come non lo é invece la morale cattolica stessa, imposta non sempre con metodi pacifici soprattutto negli anni bui del colonialismo europeo.

Dici poi - e con questo concludo - che l'anonima di cui sopra puo' essere libera di non essere daccordo col Papa ma non di professarsi cattolica.

Presumo tu ti riferisca al dogma dell'infallibilità del Papa, sancito definitivamente solo nel 1870 dal Concilio vaticano I. A parte la discutibilità di tale concezione (basata su un insieme di sillogismi appoggiati su un dogma - affermazione non discutibile - come si vede qui http://apologetica.altervista.org/infallibilita_papa.htm), quello che interessa a me é la definizione dell'infallibilità stessa li' fornita. Si dice che il Papa sia infallibile quando parla di morale: ma l'Aids e la sua diffusione mi pare siano più un concetto scientifico che non morale. E il dire di non usare un preservativo, mi pare più la manifestazione della volontà di ignorare un problema o la mentalità di una società stessa, che si presume pronta a piegarsi dietro le parole della morale cattolica.

Un preservativo di per sé non é ne buono ne cattivo: puo' solo aiutare - e questo credo sia indiscutibile - a salvare vite. Poi ognuno é libero di farci quello che vuole.
Puo' scegliere di usarlo, crederci, ignorarlo o rifiutarlo. Esattamente come con me, col Papa e con te.

Anonimo ha detto...

Com'è noto, in base all'enciclica Humanae vitae nessun cattolico può ricorrere a metodi anticoncezionali che non siano quelli naturali (se non sbaglio, la scientificità del metodo Billings è stata ufficialmente riconosciuta).

Extra Ecclesiam nulla salus.

D'altro canto, nessuno ti obbliga ad essere cattolica.

Puoi cambiare religione.

Non si può ubbidire a Dio e nello stesso tempo alla passera. Prendere o lasciare.

Perché non diventi quacchera?

Loro sono molto aperti e simpatici. E in Italia sono ancora pochi. In fondo, sono cristiani anche loro.

Oppure valdese. Credo che loro siano possibilisti addirittura in fatto di eutanasia e di aborto.

Io ho meditato più volte di passare al protestantesimo.

Ma non sapevo bene contro chi protestare.

Ciumbia ha detto...

Ehm... ricordo un particolare: per metterla in parole semplici, il Papa è infallibile solo quando lo dice! Ovvero, in termini piu' corretti, quando parla ex cathedra, cosa che ha fatto per l'ultima volta nel 1950 decretando il dogma dell'Assunzione di Maria; quindi non e' sempre infallibile.
Cio' significa che non occorre per forza essere d'accordo al 100% con il Papa per essere cristiani cattolici; la cosa che piu' conta nella religione cattolica e' la coscienza, che, come diceva il nostro sacerdote catechista ai tempi del collegio, ha sempre l'ultima parola su tutto.

Giusto per chiarire.

Ciumbia.

Sberleffo ha detto...

Un articoletto sulle battaglie del papa...I preservativi e oltre!!
http://fratellisberleffi.blogspot.com/2009/06/le-battaglie-di-papa-ratzinger.html