giovedì 8 ottobre 2009

Ecco perchè lo scudo fiscale favorisce i mafiosi: Roberto Scarpinato racconta...

Il ministro dell'economia Tremonti ha dichiarato recentemente che il provvedimento per il recupero dei capitali all'estero (più noto come "scudo fiscale") non aiuterà il riciclaggio del denaro mafioso.

Ma non è vero.

A spiegare il perchè è Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto presso la procura Antimafia di Palermo nonchè dirigente del dipartimento Mafia-Economia, in un bellissimo pezzo che ho ripreso lo scorso martedì alla conferenza "Mafia e criminalità del potere" organizzato nell'ambito della settimana di lotta alla mafia tenuta per il quinto anno dagli studenti dell'UDU.

Manca il primo pezzettino, ma per chi avrà la pazienza di leggerlo tutto sotto trovate anche la trascrizione integrale dell'intervento. Così saprete anche voi chi dice il vero e chi no.



[...] Un altro tema è quello dello scudo fiscale. Che mi pare interessante perchè è come la tela di Penelope. Sono anni che a Palermo buttiamo il sangue per sequestrare i capitali mafiosi (dal 2008 ad oggi abbiamo sequestrato 2 milardi e 400 milioni di euro) dopodichè improvvisamente vengono allargate le maglie. Lo scudo fiscale del 2001 determinò il rientro in Italia di 100 milardi di euro. A fronte di questa enorme quantità di denaro furono effettuate meno di 300 segnalazioni sospette in tutt'Italia di cui nessuna riguardava la Sicilia. Eppure la mafia fece rientrare i suoi capitali. Noi lo sappiamo perchè, grazie alla collaborazione della magistratura svizzera, riuscimmo a sequestrare alcuni milioni di euro che uno dei più grossi riciclatori della storia di mafia, Giacomo Dannato, stava per far rientrare in Italia. Noi non l'avremmo mai scoperto, perchè ora vi spiego come funziona il meccanismo.

Cosa dice il legislatore? "Ma non c'è nessun problema, perchè noi abbiamo stabilito che con lo scudo fiscale garantiamo la non punibilità soltanto per alcuni reati: reati tributari, di evasione fiscale, falso in bilancio, atti societari, distruzione di documenti ecc.." Quando il bancario si trova dinanzi alla persona che vuole fare lo scudo fiscale, se lo fa per somme di denaro che derivano da questo tipo di reati, non deve fare la segnalazione di operazione sospetta. Se invece si rende conto che quella persona vuole regolarizzare somme che provengono da estorsione, dal traffico di stupefacenti, deve fare la segnalazione di operazione sospetta. Il che presuppone che in banca si presenti un signore con una coppola storta e la lupara fumante e che il bancario, quindi, capisca che questo non è frutto di evasione fiscale. Ma la mafia non si presenta così. La mafia si presenta sotto l'aspetto di imprenditori e commercianti, i quali chiedono di regolarizzare anni di evasione fiscale. Uno.

Secondo. La legge stabilisce che il sospetto della segnalazione non può derivare soltanto dall'entità della somma (2 milioni di euro, 10 milioni di euro..) ma deve evincersi da un profilo di incongruità economica tra la somma e colui che vuol fare la sanatoria. Per cui, se io sono un pensionato e voglio regolarizzare milioni di euro c'è un sospetto. Ma questo presuppone che la banca conosca la persona che vuol fare la sanatoria fiscale. Ma siccome la sanatoria fiscale si può fare allo sportello, io posso scegliermi qualsiasi banca d'Italia, la quale non è in grado di conoscere la mia biografia personale e non è in grado di fare nessuna istruzione e posso fare la sanatoria fiscale anche attraverso un fiduciario, non c'è nessuna possibilità di rilevare questo profilo di incongruità. Con una gravissima ricaduta.

Ma perchè la mafia deve far rientrare i capitali dall'estero? Per un motivo molto semplice. Cosa faccio io come magistrato? Quando ritengo che una persona sia un prestanome di un mafioso, vado ad accertare come è costituito il suo capitale. E se è titolato in un'impresa che ha un fatturato di 100 mila euro e mi rendo conto che quella persona ha un patrimonio di 2-3 milioni di euro, rilevo questo profilo di incongruità.

Che cosa accadrà in futuro? Io individuo un possibile prestanome, vado per fare quest'accertamento e questa persona mi produce lo scudo fiscale. E io gli dico:"D'accordo, però voglio vedere i documenti contabili per verificare se effettivamente questi soldi derivano da evasione fiscale". E lui mi risponde: "I documenti contabili li ho distrutti. E rientro nella sanatoria, perchè la sanatoria sana anche il reato di distruzione di documenti". In questo modo io mi trovo dinanzi a una persona che ha distrutto i documenti e non ha nessuna punibilità, io non ho nessuno possibilità di dimostrare che quei soldi non sono frutto d'impresa e abbiamo dei mafiosi che sono in grado quindi di investire in immobili, in Italia, in imprese, con assoluta copertura di scudo fiscale. Questo è il trucchetto già sperimentato; tra l'altro, non si capisce neanche perchè non debbano segnalare, non solo le operazioni sospette, ma perchè non debbano comunicare i nomi di chi fa lo scudo fiscale all'Anagrafe Centralizzata dei Conti Correnti segnalandoli con un particolare codice convenzionale in modo di consentire ai magistati in tempo reale di sapere chi sono.

Lo scandalo è che attualmente, a distanza di a tre anni dalla legge che ha introdotto l'Anagrafe dei Conti Correnti Centrallizzata, l'accesso a questa è negata alla Banca d'Italia. L'Ufficio di Informazione Finanziaria che ha il compito istituzionale di monitorare il flusso di capitali sospetti non ha accesso attualmente all'Anagrafe. Quindi noi da una parte facciamo entrare i virus e dall'altra non abbiamo ancora attivati gli anticorpi necessari per evitare che capitali mafiosi rientrino in Italia. [...]"

(si ringrazia il blog Antimafie Pavia per lo sbobinamento del nastro)

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