Farà tutto parte del suo piano per "machizzare" la società italiana?
Ascoltare per credere...
"Anche un orologio rotto due volte al giorno avrà sempre ragione" (Get Fuzzy)
Ascoltare per credere...
PECHINO - Il primo dicembre 2006, Pechino annunciava che di lì a poco sarebbero scomparse le ultime restrizioni sulla libertà di circolazione per noi giornalisti stranieri sul territorio della Repubblica Popolare. Il giorno dopo, nel descrivere quel provvedimento, scrivevo su Repubblica: "I Giochi del 2008 semineranno qualche germe di cambiamento in questa Cina". Quella previsione, ahimé, si è avverata nella direzione diametralmente opposta.
Che cos'è accaduto dunque perché le speranze accese nel dicembre 2006 si vanificassero così brutalmente? Gran parte della spiegazione sta negli avvenimenti tragici di questa primavera, che hanno colto la leadership cinese impreparata, e hanno provocato una reazione furibonda. La rivolta del Tibet a metà marzo, seguita dalle contestazioni contro la fiaccola olimpica a Londra, Parigi e San Francisco, hanno provocato un arroccamento. Il regime di Pechino ha vissuto improvvisamente un incubo: il rischio che questi Giochi con l'accresciuta visibilità che comportano, diventino un'occasione per un "processo virtuale" alla Cina, ai suoi abusi contro i diritti umani, ai suoi gravi ritardi sul terreno delle libertà individuali.
La reazione della nomenklatura ha fatto appello al riflesso condizionato del vittimismo nazionalista: il popolo cinese è stato chiamato a serrare i ranghi contro "l'offensiva" degli stranieri. In questo clima di unità nazionale, invocato per difendere l'immagine della Repubblica Popolare, gli spazi di tolleranza che si erano aperti negli ultimi anni si sono nuovamente ristretti. Ogni voce critica è catalogata come un "sabotatore" dei Giochi, un nemico della patria. La censura è tornata ad avere carta bianca.
Ieri sono finito in mezzo ad una di quelle brutte storie di degrado che ti lasciano un po' con l'amaro in bocca, perchè ti fanno rendere conto che a volte vicino a te vivono frammenti di umanità spezzata che normalmente nemmeno vedi.... Ne ho tratto una lezione interessante di come fare la cronaca nera, anche se ho dovuto cedere un po' su alcune mie posizioni.
MILANO —LE HA TENUTE chiuse in una gabbia metallica, sul soppalco di un’officina. Nutrendole con rosticceria cinese e panini. Per quindici lunghissimi giorni. Questo è almeno quanto denuncia una giovane donna 22enne che accusa l’ex convivente di averla maltrattata e picchiata insieme alla figlia di tre anni. Il presunto bruto è un pregiudicato di 37 anni uscito dal carcere con l'indulto dopo una condanna per rapina, che è stato denunciato per maltrattamenti in famiglia, violenza privata e sequestro di persona.
Voi non avete idea di cosa mi arrivi sulla casella di posta del Giorno...
Come è possibile che tali impiegati, storiografi, pennutengoli accettino di trattare documenti, atti che raccontano menzogne, gravi ed infamanti? Nella circostanza tutti sapevano che quei cimeli, quadri, foto che loro espongono sono appartenuti al bandito e criminale garibaldi ed alla feccia dei 1000 delinquenti bergamaschi che lo seguirono.
So di non sortire alcun effetto, ma eviti di venire al Sud in forma ufficiale, ma solo a titolo personale, privato, il rappresentante degli invasori non giova alla nostra salute. Avete di nuovo mandato i militari dell’E.I. a presidiare ed “inquinare” le nostre martoriate terre e popolazioni per la questione rifiuti, duemila poliziotti a massacrare le popolazioni sottomesse, non le sembra l’ora di prendere decisioni molto gradite a noi Meridionali, che non ci sentiamo italiani e mai giureremo fedeltà allo straniero, come fecero i militari e popolazioni borboniche dal 1860.
Le scrivo dopo aver letto articoli di stampa sul suo: “basta ingiurie ai simboli della repubblica”. Quando si metterà fine all’oltraggio che noi meridionali subiamo giornalmente nel vedere strade, piazze, scuole e monumenti occupare le nostre terre meridionali dalla variegata feccia savoiarda, garidaldesca, cavourianesca e sopportare l’oltraggio di vedere sventolare la bandiera nemica dell’oppressore?
In attesa di sapere se, viste le foto della "nebbia" di smog pubblicate oggi sul sito di Repubblica.it (che corredano in parte il post), il comitato olimpico internazionale deciderà di assegnare i prossimi giochi olimpici a Milano per la "migliore qualità dello smog", posto qui sotto due articoli presi dal blog di Federico Rampini che la dicono lunga sul totale fallimento di uno dei principi cardine in base a cui erano stati assegnati i Giochi del 2008 alla Repubblica Popolare Cinese: l'apertura del Paese alla democrazia e ai valori libertari dell'occidente...
Qualcuno ha storto il naso perché gli ultimi due sono in sostanza dei parchi-attrazione, ed è un po’ come se il sindaco di Parigi costringesse le manifestazioni a svolgersi dentro Eurodisney. Non importa: se davvero la promessa sarà mantenuta, la novità è di rilievo. Sarebbe il primo gesto importante del governo cinese per venire incontro alle pressioni internazionali, e rispettare gli impegni presi quando ottenne l’assegnazione delle Olimpiadi. Era il 2001: in occasione della vittoria di Pechino i leader comunisti fecero promesse solenni sui progressi dei diritti civili. La rivolta del Tibet a marzo è stata un brutale richiamo alla realtà. Il mondo intero ha visto crollare le speranze che questi Giochi presentassero una Cina dal volto più tollerante. Da allora molti governi hanno continuato a premere sul presidente Hu Jintao per ottenere qualche concessione: l’avvio di un dialogo vero con il Dalai Lama, la liberazione di qualche prigioniero politico. George Bush e Nicolas Sarkozy hanno escluso un boicottaggio della cerimonia inaugurale, speranzosi che la loro presenza qui a Pechino l’8 agosto possa incoraggiare il regime ad aprirsi. L’annuncio del capo della sicurezza a due settimane dall’inaugurazione è stato accolto con un sospiro di sollievo nelle cancellerie occidentali, e al Comitato olimpico internazionale: la conferma che i Giochi sono serviti a qualcosa.
Il concetto di stabilità sociale è interpretato in maniera molto estesa. Dopo il terremoto nel Sichuan sono stati arrestati molti genitori che protestavano per la morte dei figli schiacciati dal crollo delle scuole: i familiari chiedevano indagini sul mancato rispetto delle norme antisismiche, puntavano il dito contro la corruzione della nomenklatura che ha consentito gli abusi edilizi. Per “turbare la stabilità sociale” è sufficiente mettere in discussione l’autorità suprema del partito. Lo sanno i dissidenti di Pechino. Jiang Tianyong, un noto avvocato difensore dei perseguitati politici, ha tentato più volte in passato di farsi autorizzare una manifestazione ed è sempre stato respinto. “Temo che sia solo una messinscena per stranieri”, ha commentato ieri dopo l’annuncio del capo della polizia.Le autorità del resto stanno facendo il possibile perché non ci sia proprio nessuno che voglia manifestare durante i Giochi. Si sono moltiplicate le restrizioni burocratiche per la concessione dei visti ai visitatori stranieri, col risultato che le previsioni sugli arrivi sono crollate da un milione a 150.000 (gli albergatori disperati per il flop stanno offrendo sconti fino al 30% sulle camere). I filtri dei consolati cinesi all’estero dovrebbero impedire l’arrivo di militanti di Amnesty International o Free Tibet.
I più ottimisti vogliono sperare che la promessa di Liu Shaowu non sia una beffa, che qualche manifestazione possa svolgersi davvero, e che questo crei un precedente per il futuro. Il governo cinese vuole convincerci. Ha perfino fatto stampare decine di migliaia di Bibbie che farà trovare nelle camere del Villaggio olimpico. Ieri ha annunciato anche che gli atleti disporranno di appositi “luoghi di meditazione”, perché chi lo desidera possa dedicarsi ai propri riti religiosi.
Il vostro bagagliaio potrebbe essere ispezionato per verificare che non contenga bandiere. E’ vietato esibirle ai Giochi: non si sa mai che abbiate infilato in valigia l’emblema nazionale del Tibet. E’ proibito anche introdurre nel paese “libri, articoli e file di computer il cui contenuto è dannoso per la politica, la cultura, la morale e l’economia della Cina”. La definizione è abbastanza vasta da consentire l’arbitrio più totale di chi farà i controlli, se vorrà farli.
Anche ammesso che non veniate qui per manifestare solidarietà al popolo tibetano, la Pechino che vi accoglierà è un po’ meno divertente del solito. La paranoia della sicurezza ha ispirato un coprifuoco delle discoteche alle due del mattino: un’orario in cui un tempo la movida pechinese cominciava a entrare nel vivo. Molti ritrovi sono stati chiusi con i pretesti più disparati: dal mancato rispetto delle regole igieniche alla lotta contro la prostituzione; spesso in realtà si tratta di locali alternativi dove era possibile ascoltare musica e incontrare amici in un’atmosfera rilassata e tollerante.
Alcune regole di autodifesa per il visitatore: l’acqua del rubinetto non è veramente potabile; i vaccini non sono obbligatori ma l’epatite è un rischio reale ed è sconsigliabile mangiare verdura curda. Il kit di farmaci essenziali deve contenere un medicinale anti-diarrea. La diffusione dell’inglese resta limitata. Il mandarino che credete di pronunciare usando i manualetti per turisti risulta incomprensibile ai cinesi nel 90% dei casi: è una lingua tonale, dove i significati variano come se ogni sillaba fosse una nota musicale. I cinesi sono, in buona sostanza, degli individualisti anarchici. Nonostante il regime autoritario, appena possibile ognuno aggira le regole. Occhio allora quando attraversate le strade, il pedone non gode di nessun rispetto. Nelle file armatevi di santa pazienza: alla biglietteria di un museo o della stazione ferroviaria, almeno venti cinesi vi passeranno davanti sgomitando, prima ancora che ve ne siate accorti. E a dispetto delle campagne governative sulla “educazione alle buone maniere”, continuano a sputare per terra.
In anteprima ancora per i lettori del blog il nuovo articolo del sottoscritto sulla questione dei musulmani di viale Jenner, stavolta trasferiti al PalaSharp di Lampugnano.
IL TERZO ATTO di quello che ormai è definibile solo come "l’esodo dei fedeli di viale Jenner" è andato in scena ieri al Palasharp di Lampugnano. Più fedeli, meno attenzione mediatica e meno polizia per altre tre ore passate ancora senza contestazioni.
ARRIVA ANCHE Divier Togni, presidente della società che gestisce la struttura:«L’impegno ad ospitare i fedeli mussulmani c’è per 5 settimane, compresa quella in cui ci sarà la festa del PD per cui tenteremo di arrivare ad una mediazione. Dopo ci sono altre idee, sempre in questa zona, ma prima bisognerà parlare con le istituzioni».
Attendendo settembre, il direttore del centro vedrà martedì i dirigenti del Pd per accordarsi sulla data del 29, mentre ancora nulla trapela per dopo. «Ringraziamo il signore di Brugherio che aveva messo a disposizione il suo terreno per la moschea, ma purtroppo è un po’ troppo lontano. In compenso ci ha dato coraggio: dimostra che la sensibilità sul tema c’è».
2) Il musulmano di guardia alla porta al fotografo in maglietta rosa (che vedete anche in foto) che risponde al fotografo che gli chiede come mai non si possa entrare così: "Oggi è così. Non si entra e basta. Ognuno ha le sue regole: voi mangiate maiale e noi no". Ma che c'azzecca?!?
5) I soliti saluti di rito alla nuova gente che conosco ogni volta, nella fattispecie Alessandra (stagista di Radio MonteCarlo) e Andrea (stagista all'agenzia di stampa Agi) dell'Ifg di Milano. Li trovate nell'ultima foto in basso a sinistra assieme a me: Andrea è quello con la maglia verde, io quello con la polo bianca e Alessandra quella con pantaloncini bianchi e maglietta marrone! Blogosfere ha fotografato anche me... :)
Stamattina come quasi tutte le mattine per lavoro prendo la metro. Non c'è nemmeno bisogno di chiamarla "metropolitana" a Milano: è "la metro", per tutti.
"Buchi?", mi chiedo, senza sapere perchè. "Forse questa gente sa qualcosa che io non so, forse l'ha già visto, forse è un habituè della stazione e in parecchi l'hanno visto fare qualcosa di scomodo". Comincio a scrutarlo, piano anch'io. Qualcosa ci deve essere.
Scendo io, lui no. E fatti due passi mi accorgo di una cosa, semplice ed importante allo stesso tempo. Lo guardavo per chiedermi chi fosse, ma non mi sono chiesto perchè. Perchè lo guardavano tutti, perchè se tutti facevano così DOVEVA ESSERCI PER FORZA UN MOTIVO, e il motivo doveva essere anche giusto. Non buono o sensato, semplicemente giusto.
Credevo di essere diverso dagli altri: io giornalista, attento ai dettagli, sempre lì a ricordare che per ogni cosa c'è un perchè ed un motivo, che possiamo considerare insensato o meno ma che comunque esiste. Io, che prima di raccontare una storia cerco sempre di coglierne tutti i punti di vista e liberarmi dai pregiudizi, per scoprire l'ombra nel mezzo delle versioni di tutti, là dove si annida la verità. Io che guardo, ascolto, racconto, intervisto, dipingo e scrivo in punta di penna, cercando i fatti e non le versioni.
Piccola nota curiosa a margine della giornata: per avere informazioni varie per un servizio di ambulanze nei luoghi di ritrovo della movida milanese chiamo il "118" dal telefono della redazione.
Dal sito di Cani Sciolti, 20 luglio 2008: prove tecniche di un futuro che speriamo resti sulla carta...
Gli israeliani, di solito estremamente riservati su quello che combinano, hanno passato al New York Times le informazioni su “Spartan 08” accostando le manovre a un possibile blitz contro l’Iran. E hanno spiegato, con l’abituale pragmatismo, quali fossero gli obiettivi.
Preoccupato per questi sviluppi, Mohammed El Baradei, il direttore dell’Aiea, l’ente per l’energia atomica dell’Onu, ha più volte ribadito il suo dissenso arrivando ad affermare che si dimetterà nel caso di un attacco contro l’Iran: “Secondo me, è la peggiore opzione possibile. Trasformerebbe la regione in una palla di fuoco... Se l’Iran non sta già costruendo armi nucleari, lancerà un corso accelerato con la benedizione di tutti gli iraniani”. Persino il nostro splendido Ministro degli Esteri Frattini, nonostante il suo filo atlantismo, ha dichiarato che un’azione ostile diretta contro il regime khomeinista sarebbe “un disastro”. Non si può non dargli ragione.
Agitando le sciabole agli israeliani hanno, infatti, anche voluto accentuare le inquietudini degli ayatollah, ormai da tempo sotto una forte pressione psicologica e diplomatica. Ogni giorno Teheran dovrà chiedersi se la formazione di jet in avvicinamento sono l’ennesima simulazione o il colpo di maglio. Se l’inasprirsi dei toni e il rallentamento delle trattative diplomatiche poteva, facendo lievitare il prezzo del greggio, essere per loro addirittura un vantaggio; ad oggi, gli iraniani temono seriamente che ai loro confini si stia preparando qualcosa. Se l’ayatollah Ahmad Khatami minaccia conseguenze “terribili”, il Presidente Ahmadinejad, dopo aver già acquistato tecnologia militare russa, ha dato modo d’intendere di voler acquistare le nuove batterie antiaeree S-400. Secondo quanto sostenuto dagli stessi produttori, una volta operativa, la nuova batteria antiaerea dovrebbe essere in grado di abbattere veivoli, missili cruise e missili balistici di media e corta distanza in un raggio di 400 chilometri.
Una prospettiva questa che fa rabbrividire i militari israeliani, tanto da far pensare ad un attacco preventivo non appena avuta la notizia dell’acquisto. Quello che però è necessario sottolineare, è che se questa guerra si farà, l’Europa vi verrà coinvolta con o senza la sua volontà. L’Iran non è l’Iraq: è un paese con più di 70 milioni di persone e può contare su di una economia forte, oltre ad avere riserve infinite di petrolio. Se attaccato, l’Iran risponderà e risponderà con tutte le sue forze. Questo significherà che tutte le petroliere nel Golfo Persico verranno abbattute e gli oleodotti chiusi. Tempo massimo due mesi e l’Europa si troverà senza petrolio. Uno scenario agghiacciante.
Oggi in redazione giornata piatta, almeno per il momento...

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La foto sotto il logo del titolo è di Riccardo Roiter Rigoni (da www.venessia.com), lo sfondo è un rifacimento grafico di Corto Maltese, dal genio di Hugo Pratt.