Post dedicato al mio neo amico e collega Luca, che stava scrivendo il pezzo ieri proprio su questo e se l'è visto "bruciato" appena è arrivato in redazione...
Happy hour, caro e obbligatorio. Otto euro per una bibita o un caffé
Dal Sempione ai Navigli cresce la protesta contro il prezzo fisso
di Luca De Vito e Franco Vanni
Una cena economica, oppure una fregatura: dipende dai punti di vista. L´happy hour, rito serale tutto milanese, è un´arma a doppio taglio: un affare per chi con il prezzo del drink si riempie la pancia al buffet, una condanna per chi vuole solo bere qualcosa, magari una bibita o un caffé, ed è costretto a sborsare 7 o 8 euro. «È il buffet quello che si paga», spiegano i gestori. Risultato: bere al prezzo giusto, dalle 18.30 alle 21, in alcuni quartieri è quasi impossibile.
Navigli, ore 19. Uno sciame di clienti comincia ad affollare i locali. «È un´ingiustizia che si facciano pagare 8 euro per dell´acqua - sbotta Michele Formia, consulente aziendale e assiduo frequentatore della zona - se uno si limita a bere non dovrebbe pagare così tanto». Allo Slice Cafè, in via Ascanio Sforza, sistemano all´aperto le poltroncine leopardate per i clienti che vogliono consumare: 8 euro dalle 18.30 alle 21, anche per un´aranciata. E non sono gli unici. Lungo la stessa sponda del Naviglio Pavese anche il Cristal e il Virgin Cafè fanno il prezzo unico, 7 euro, qualsiasi cosa prendi in orario happy.
Alle colonne di San Lorenzo la musica non cambia. In pochi cercano di tenere i prezzi un po´ più bassi, evitando magari di far spendere troppo per l´acqua o le bibite. Vera trappola, invece, è il "quadrilatero" dietro le Colonne, tra via Celestino IV e via Papa Gregorio XIV. L´Yguana, il Cheese e il «20» rifilano scontrini da 8 euro. Buffet ricco, e se non hai fame pazienza: è impossibile prendere da bere qualcosa senza pagare quella cifra. L´unico a salvarsi, in zona, è l´Hora Feliz che fa pagare 6 euro e 50 un cocktail, ma "solo" 2 e 50 l´acqua. «Il prezzo alto è normale - spiega Vittorio Bava, studente in Bocconi, al tavolino - è il mercato che lo determina. Il bello è che mangi quanto vuoi».
A Brera fra i locali c´è chi resiste alla moda imperante: al Montmartre, come al Jamaica, sopravvive il semplice aperitivo con stuzzichini. Altrove il bicchiere del pre-cena è da scontrino a doppia cifra. Al bar Brera, dalle 17 alle 21, tutto costa 6 euro. «È un prezzo giusto - dice il gestore Paolo Santinon - in una sera al buffet ruotano 90 vassoi». E ricostruisce la serie storica del prezzo di un drink in happy hour: nel 2000 erano 8mila lire, nel 2003 si è passati a 5 euro, sono 6 dal 2005. Corso Sempione, distretto dell´aperitivo deluxe, delle ragazze eleganti e dei giovani in vestito scuro. I prezzi vanno di conseguenza: al Living l´ordinazione più frequente è il calice di champagne da 10 euro (i cocktail ne costano 7), al vicino Deseo un Long island ne costa 8, 3 più dell´acqua. Stesso prezzo al Cream, gelateria dove si vendono pochi coni e tantissimi mojito. Pietro Malerba, 28 anni, beve limonata in lattina seduto su un muretto. Per lui, impiegato, «l´aperitivo a Milano è una trappola. Perché pagare il doppio? Per sgomitare al buffet? No, grazie».
Corso Garibaldi, area pedonale, la folla si riunisce davanti al Radetzky: bar lussuoso, fra i comuni mortali bevono le stelline della televisione. «All´aperitivo non mangio quasi niente - dice Claudia, studentessa allo Iulm - ci vengo per la compagnia». Negli 8 euro che paga per un vodka tonic, lo sa benissimo, il cibo è incluso. Sandro, 21 anni, quella cifra non può permettersela. Lui beve dal «China», bar gestito da cinesi proprio lì di fronte, dove comunque un cocktail costa 5 euro. «Milano per noi studenti è un incubo - sorride amaro - dopo il monolocale da 1.200 euro al mese si sono inventati il cocktail da 10». In corso Como si comincia alle 17 e si va avanti fino alle 22. Una maratona alcolica. E i prezzi non perdonano: al Pixell per un cocktail al tavolo si spendono 10 euro, stessa cifra al Pitbull.
Prezzi di cartello. Cristina Melis, 29 anni, è agente immobiliare. Di pagare una Coca 6 euro non ne vuole sapere: «Mi chiedo quando torneremo a pagare per quello che chiediamo, quando passerà questa assurda moda».
Tiziana Maiolo, assessore alle Attività produttive del Comune, si schiera con i commercianti: «Nessuno è obbligato a entrare, i prezzi dell´happy hour sono esposti». Per Pierfrancesco Maran, consigliere Pd a Palazzo Marino, «il Comune dovrebbe imporre il doppio prezzo: uno per chi mangia al buffet e si siede al tavolo, l´altro per chi vuole solo bere qualcosa. In estate acqua e bibite analcoliche sono un bene di prima necessità, un modo per difendersi dal caldo».
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Ps: penso che da oggi in poi giocoforza il blog si "milanesizzerà" un po', ma spero non troppo... Che volete, vivendo qui è difficile fare diversamente... :)
1 commento:
Ringrazio della dedica e confermo sulle zanzare. Ma chi è così scemotto da entrare in un locale per pagare 8 euro un'acqua minerale? Comunque il mio pezzo era diverso, sior Gigan! Parlava di sfollamento ai Navigli. Inoltre mi hanno cassato un articolo sui concerti jazz. Ma andiamo avanti e attento ai draghi!
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