Dal blog di Pino Scaccia, giornalista e inviato.
Prendo e copio per intero:
Il verdetto, pronunciato ieri dal tribunale di Balkh, conclude quello che è stato un processo a “porte chiuse e sommario”, come denunciano i familiari del ragazzo. Il fratello, Yacoubi Brahimi, riferisce che Sayed non ha avuto neppure la possibilità di essere difeso da un avvocato in aula. Il giovane farà appello, come suo diritto, ma l’influente Consiglio dei mullah preme per l’esecuzione capitale. Nel corso del procedimento il giornalista, che lavorava per il quotidiano Jahan-i-Nawa, rimarrà in custodia cautelare a Mazar-i-Sharif. Rhimullah Samandar, capo della National Journalists Union Afghanistan, spiega che il ragazzo è stato condannato a morte secondo l’art. 130 della Costituzione afgana, che prevede, in caso di vuoto legislativo su una materia, di attenersi alla giurisprudenza “Hanafi”. Questa è una scuola ortodossa di giurisprudenza sunnita, seguita nell’Asia centrale e del sud".
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E adesso Karzai dimostri che vuole veramente entrare nel mondo civile. Proprio perchè amo l'Afghanistan, ho una grande rabbia. La colpa di Sayed, giovane aspirante giornalista, è di tentare di portare il suo Paese fuori del medioevo, denunciando l'impossibile condizione della donna. Tremo leggendo il suo secondo nome, Perwiz, quasi identico (Parwiz) a quello del mio interprete, più o meno la stessa età e soprattutto le stesse idee di libertà, molto attento a quello che succede in Europa e con il sogno, mi diceva, di vedere un giorno "Kabul come Berlino". Ancora, purtroppo, mi sembra un sogno molto lontano, anzi solo un sogno".
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Per chiedere la sua liberazione si è mobilitato nei giorni scorsi anche il Parlamento Europeo, che per bocca del suo presidente Hans-Gert Pöttering ha chiesto la revoca della condanna a morte per il giovane studente di giornalismo.
Ne parla oggi anche il Corriere della Sera che spiega come il realtà l'arresto e la condanna del giovane farebbero parte di un disegno teso a colpire il fratello, giornalista critico contro il governo di Karzai, che aveva recentemente denunciato atrocità e delitti commessi da importanti figure politiche afghane.
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Da oggi questo blog seguirà la vicenda passo a passo, e vi terrà costantemente informati (per quanto possibile) fino alla sua conclusione. Se trovate inoltre altre petizioni o altre iniziative sul tema, invito tutti a segnalarmele.
Intanto, incrociamo le dita e diamoci da fare.
5 commenti:
Condannare un essere umano solo per ciò che dice è un'azione illogica al limite della follia.
Mio caro Gig, non posso che appoggiare la tua santa crociata. E' eroico quello che ha fatto quel giovane giornalista; sarà giustiziato ugualmente, a prescindere dalla petizione, ma sarà ricordato nei libri di storia del suo paese, quando chi ci vive si prenderà la briga di diventare democratico ed evoluto come noi occidentali. Ed è eroico e santo il tuo gesto, come sempre volto alla strenua difesa della libertà di opinione. Sì, cazzo, diciamolo: Gig sei un eroe! Ed è per questo che ho deciso di aiutarti. Chi, come me, ha beneficiato della lezione di René Girard, non può lasciarti solo nell'ora del sacrificio, nell'istante in cui la vittima sacrificale viene portata al macello. Da quel pharmakos (greco φαρμακος) tante cose verranno: potrà consolidarsi una società, potranno nascere nuove istituzioni. Quel pharmakos, però, non è l'afghano: sei tu. Non puoi lasciare che l'afghano, che non ha avuto l'illuminismo, ti batta in fatto di strenua difesa della libertà d'opinione, soprattutto se si tratta di quella di chi, con tutta evidenza, non ti è troppo simpatico. Ricordi Voltaire? Quello che ci si attende da te è semplice: devi portare copia di uno dei tuoi ultimi scritti (sai quale)alla conoscenza di persone che lavorano a quaranta gradini da te, in modo che abbiano quella facoltà di replica che, come mi insegni, è santa. Non puoi non farlo: è la tua grandezza, non Marco, che lo chiede. Anche tu, se non sarai sacrificato, sarai di certo un po' bastonato; la cosa è spiacevole, ma devi pensare in una prospettiva storica: il male particolare è bene nel tutto. E se non finirai nei libri di storia, di certo sarai ricordato negli annali dell'istituzione che frequentiamo. Non è poco, no? In tutti i casi, appoggio con forza la tua petizione. Ti saluto, Marco
http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:Orycteropus_afer01.jpg
Ti inoltro nuovamente il link sull'oritteropo. E' la creatura che, per fiuto e udito, meglio rappresenta il giornalista. Ti propongo una campagna un po' meno eroica, ma di grande impatto mediatico: fare dell'oritteropo il simbolo della categoria.
Caro Gig, devo farti i miei complimenti. Sei al pc da mezz'ora e non hai pubblicato la campagna sull'oritteropo. Naturalmente era uno scherzo: come ti ho scritto altrove, tendi un po' a lasciarti prendere la mano... comunque il blog, oggettivamente, non è male. Ciao, Marco
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