martedì 22 gennaio 2008

A Milano scoppiano le Poste. Ma Topolino l'aveva già previsto dal 1976!

Oggi apro Repubblica.it e nelle pagine interne, tra la cronaca, trovo questo articolo!

"LE POSTE NEL CAOS: MILIONI DI LETTERE FERME NEI DEPOSITI, DISTRIBUZIONE IN TILT. La situazione più grave a Milano: ferme 200 tonnellate di corrispondenza. Tra le cause il progetto di riorganizzazione, gli scioperi e la mancanza dei mezzi".

Un nuovo pasticcio all'italiana? Assolutamente no!

Sapete infatti cosa ho scoperto rispolverando nei vecchi archivi di Topolino? La stessa identica storia, creata nientemeno che nel 1976! E' un pezzo della trama dei "Promessi paperi", la parodia dei Promessi sposi di Manzoni, pubblicata in due puntate sui numeri 1086 e 1087 di Topolino (19 e 26 settembre 1976) recentemente ripubblicata in volume unico all'interno del ciclo delle Grandi Parodie Disney. La sceneggiatura, finita incredibilmente per diventare realtà 32 anni più tardi, era di Edoardo Segantini, mentre i disegni di Giulio Cerchini.

Ho cercato le tavole originali sul web, ma non sono riuscito a trovarle, così per confermare resta solo il riassunto della trama (preso da Wikipedia) che riporto qui sotto:

"[...] Messo alle strette sia dai bravotti che da Paperella, Paperenzo chiede aiuto allo scienziato Mescolaintrugli. La soluzione di quest'ultimo è la seguente: usando uno speciale elisir di sua invenzione, l'"elisir dello sciopero", Paperenzo sarà in grado di mettere a tacere i bravotti, che non avranno alcuna voglia di lavorare dopo aver respirato l'effluvio sprigionato dall'elisir. Peccato che la giornata sia particolarmente ventosa e l'ampolla dell'elisir cada di mano a Paperenzo: sempre grazie al vento, l'elisir dello sciopero viene portato fino a Milano.

Proprio a Milano Paperenzo decide di fuggire, ignaro del fatto che la città è diventata inabitabile: l'elisir dello sciopero ha infatti colpito i postini milanesi; nella parodia non scoppia quindi la peste, ma scoppiano le poste. Le strade sono tappezzate di lettere mai recapitate e i postini gettano sacchi di missive dalle finestre per puro divertimento. Dopo alcune disavventure nella città lombarda, Paperenzo decide di attraversare l'Adda e di rifugiarsi dal fortunatissimo cugino Gastolo [...]".


Che dire...identico! Quando la fantasia diventa realtà, può succedere questo ed altro! E chissà che risate si farebbe anche Manzoni, a questo punto....

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Qui sotto anche il testo integrale dell'articolo di Repubblica.it:

MILANO - Centinaia di tonnellate di posta arretrata, giacenti. Lettere e cartoline in agonia da ormai due mesi. Ma anche corrispondenza pregiata, raccomandate, atti giudiziari, cumuli di "prioritaria" ancora da spedire. Uffici postali e centri di smistamento ingolfati; molti addirittura al collasso. I benevoli dicono che le poste italiane hanno il fiato corto. I malevoli che stanno scoppiando. Sullo stato di salute, forse, la verità sta nel mezzo. Nei tempi difficili che, complici una serie di fattori - primo fra tutti, sostengono i sindacati, gli effetti della riorganizzazione del servizio di recapito avviata da Poste italiane - stanno rendendo la vita amara ai 43 mila portalettere distribuiti nel nostro Paese.

La crisi delle consegne si è acutizzata a novembre del 2007. E sta allungando le sue "criticità" in tutta Italia. Da Nord a Sud, in particolare tra dicembre e gennaio, i tempi di recapito si sono diluiti fino a diventare, in alcune zone, imbarazzanti. I disagi maggiori hanno colpito la Lombardia, soprattutto Milano e provincia con un tappo di 200 tonnellate di corrispondenza arretrata. Qui, quattro giorni fa, l'amministratore delegato di Poste italiane, Massimo Sarmi, ha inviato una task force di ispettori per verificare cosa sta accadendo e perché. Ma Piemonte, Emilia Romagna, Puglia, Sicilia e Campania non se la passano tanto meglio.

"Sono disagi che hanno riguardato in particolare Milano - dice Sarmi - e li stiamo risolvendo. La nuova impostazione del servizio di recapito è basata su un progetto all'avanguardia che stiamo calando su tutto il territorio. In alcune zone si sono creati dei piccoli problemi, è vero, ma di qui a poco tutto rientrerà nella normalità".

Mario Petitto, segretario generale della Cisl Poste, la vede un po' diversamente: "Il progetto di riorganizzazione ha rotto il vecchio sistema ma, purtroppo, non è ancora decollato. Chiederemo all'azienda di rivederlo, di aggiustare gli errori che porta con sé, altrimenti la posta non riesce più a recapitare in condizioni normali". (Cisl intanto ha annunciato un altro mese di sciopero degli straordinari, dal 28 gennaio al 26 febbraio, che segue la protesta durata dal 13 dicembre al 12 gennaio).

In sostanza, il nuovo sistema - che pure i sindacati confederali avevano sottoscritto il 15 settembre del 2006 - prevede tre tipi di servizi: quello classico detto "universale", che resta nelle mani del portalettere ordinario. Quello "dedicato", con postini muniti di furgoni che servono i "grandi utenti" (società, aziende, studi professionali, grossi condomìni); e quello "speciale" per servizi aggiuntivi tipo la consegna di atti giudiziari o di oggetti di pregio. Diversificando e implementando il servizio di recapito, e dunque ritenendolo più snello e efficiente, Poste italiane ha stabilito di poter tagliare 4000 zone di recapito (oggi sono 42 mila). In più ha ridistribuito le forze in campo: centinaia di portalettere anziani (10-12 anni di servizio) sono stati messi agli sportelli e sostituiti con nuovi assunti a tempo determinato e con anche una robusta infornata di "ricorsisti".

Tutto questo, secondo i lavoratori, ha portato a un travaso di personale e di esperienza. E a un caos generale: con mancanza di mezzi e strutture idonee a far partire il nuovo sistema di consegna. Così molte zone sono rimaste scoperte. Dai paesi dell'hinterland di Milano, Torino e Palermo, al caso di Armeno, piccolo comune montano in provincia di Novara: 2.200 abitanti e un solo postino. Che si è ammalato.

Risultato: quattro giorni senza posta. Realtà diffuse, come le centinaia di cittadini che a dicembre e gennaio si sono trovate il telefono, la luce e il gas tagliati perché "morosi" nel pagamento di bollette arrivate in ritardo o non ancora arrivate. E' accaduto a Boltiere, nella bergamasca. Le Procure di Bergamo e Legnano, di fronte a decine di denunce, indagano addirittura per interruzione di servizio pubblico.

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