venerdì 11 gennaio 2008

Master in giornalismo: il nuovo quadro di indirizzi cambia davvero le cose?

Dopo lunghe attese, è finalmente uscito il nuovo quadro di indirizzi che dovrebbe, nelle intenzioni di chi l'ha scritto, riformare il panorama dell'accesso alla professione giornalistica. L'ordine dei giornalisti a dire il vero l'ha pubblicato online già lo scorso 27 dicembre, ma per cause varie (leggi: università chiusa nelle vacanze e impossibilità di poter usare computer e internet) riesco a scriverne solo ora.


Era stato annunciato lo scorso 16 dicembre con una mail a tutti gli iscritti come il "nuovo corso" per riportare sotto controllo (cito testuale) la delicata questione delle scuole di giornalismo, in crescita sregolata senza nessun controllo o quasi sulla loro effettiva utilità: qui sotto ne riporto qualche brano:

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"Non è stato facile mettere mano a una situazione per anni di fatto non governata dall'Ordine nazionale, con le Università purtroppo ormai abituate a gestire in proprio una materia delicata, quale è l'accesso alla professione giornalistica.

In Consiglio Nazionale le resistenze al cambiamento ci sono state e sono state forti. Riconquistare la centralità del ruolo dell'Ordine in materia di accesso e riportare i Master nella giusta dimensione è stato uno dei momenti qualificanti per la nuova dirigenza.

Tutte le convenzioni fin qui stipulate sono state disdettate e le scuole fin qui riconosciute potranno completare i corsi in atto nel rispetto della precedente normativa. I nuovi riconoscimenti saranno accordati solo a quelle strutture, vecchie o nuove, che avranno i requisiti previsti dalla normativa approvata dal Consiglio dell'Ordine il 13 dicembre. Si è trattato di dare uniformità alle scuole, passate dalle 3-4 di qualche anno fa alle attuali 21.

Il nuovo Quadro di indirizzi prevede molte innovazioni rispetto al precedente. Tra le tante alcune sono particolarmente importanti: sono state fissate rigorose incompatibilità negli incarichi evitando la sovrapposizione controllori-controllati, sono stati vietati gli stage degli studenti nel periodo 1 luglio-31 agosto, sono stati introdotti poteri reali per i Consigli regionali dell'Ordine fino a quello di veto nell'istituzione di nuovi Master, è stato affermato il principio della gestione paritetica tra Ordine e Università.
È solo l'inizio di un percorso ancora lungo.

Ma bisognava riportare i Master sotto controllo, e questo si è cominciato a fare. Attraverso regole chiare e non con parole vuote".
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Quello che mi sono chiesto poi è: ma questi cambiamenti saranno reali? E così sono andato a spulciare un po' il nuovo quadro di indirizzi (che potete scaricare per intero in formato word qui) , per veder cosa c'è di nuovo e confrontare il tutto con l'attuale gestione del nostro master.

Alla base di tutto una semplice domanda, che mi piacerebbe girare anche agli iscritti di altri master che capitino qui per tentare di avere un panorama globale della situazione: il nostro piccolo "Giorgio Lago" è in regola con la nuova normativa al momento? Se fosse applicata da subito sarebbe uno di quelli destinati a serrar bottega o no? E il vostro? Quanti dei master esistenti sono effettivamente già in regola e quanti completamente da rinnovare?

Per esigenze di scrittura (il quadro è un documento di oltre 36.000 caratteri, e verrebbe un papirone lunghissimo, ne prenderò in esame, commentandole, solo alcune parti prevalentemente relative all'aspetto pratico delle scuole (materie, stage, organizzazione, etc): per chi volesse approfondire rimando ancora al documento originale sul sito dell'ordine.

Ma cominciamo.

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All' Art. 2 (I soggetti promotori e le strutture che possono essere abilitate) il quadro recita così:


Nel quadro degli attuali ordinamenti possono essere riconosciuti, quali scuole abilitate allo svolgimento del praticantato giornalistico, i seguenti corsi per il cui accesso è richiesto il titolo di laurea in una qualsiasi disciplina o classe:

a) master universitari biennali in giornalismo;

b) istituti biennali per la formazione al giornalismo;

c) lauree magistrali in giornalismo.

Possono chiedere il riconoscimento le scuole promosse da Ordini regionali, da associazioni professionali dei giornalisti e dalle Università.

Non possono essere riconosciute scuole di tipo aziendale.

Le scuole possono essere gestite in forme consortili fra i soggetti e gli enti elencati ai punti a), b) e c) e operare con il concorso di soggetti pubblici e privati, enti locali, enti e istituzioni comunitarie, imprese editoriali o radiotelevisive iscritte al Registro degli operatori di comunicazione (Legge 31 luglio 1997, n. 249).

Questo che vuol dire? Che in teoria potenzialmente le scuole non calano, ma anzi aumentano, perchè si aggiungono ai corsi già esistenti anche i nuovi corsi delle lauree magistrali. E cominciamo bene!

All'art. 3 (Condizioni per il riconoscimento) si dice:

Per chiedere il riconoscimento le scuole devono:

a) provare le finalità esclusivamente formative e non speculative o di lucro;

b) documentare la trasparenza, la legittimità e l’autonomia delle fonti di finanziamento, fornendo, mediante i relativi atti formali, adeguate garanzie circa le risorse annue, documentandone la misura e la natura (es. contributi comunitari, regionali, universitari, soggetti pubblici, soggetti privati, banche, ecc.). I finanziamenti non possono essere limitati alla sola tassa di iscrizione a carico degli allievi e non devono in alcun modo condizionare l’autonomia didattico-culturale e la capacità organizzativa della scuola;

c) garantire una effettiva preparazione professionale adeguata ai diversi mezzi di comunicazione (stampa, radio, televisione, agenzia, web e nuovi media) orientata a una formazione multimediale e a una preparazione culturale post lauream.

Il che vuol dire: le scuole non si fanno per guadagnarci sopra. Anche se non capisco molto il pezzo in neretto, che mi sembra un po' un controsenso: se i finanziamenti devono per forza anche venire da fuori ma non condizionare l'autonomia dell'istituto...allora da dove devono venire? Mi pare di capire dallo Stato, ma mi riservo di chiarirmi le idee. Per esempio la nostra costa 10.000 euro e rotti a cranio al biennio, che moltiplicato per 28 che siamo fa 280.000 euro di totale. Per garantirci l'autonomia non bastano? Qui ci vorrebbe una bella analisi dei conti interni del master, ma rischierei di metterci anni... Se qualcuno conosce quella del suo, la racconti che magari si chiarisce meglio!

All'articolo 4 (Durata dei corsi) il quadro dice che:

La durata dei corsi è biennale e di almeno 1.000 ore effettive all’anno, a tempo pieno e frequenza obbligatoria, di cui non meno dei due terzi dedicate alla pratica guidata all’interno delle scuole.

La pratica guidata nelle aziende è aggiuntiva e non può essere, neanche parzialmente, sostitutiva
dell’addestramento svolto nella scuola.

Durante il ciclo formativo, le scuole effettuano verifiche periodiche sul rendimento e sulla formazione acquisita dagli allievi. La documentazione di tali verifiche va trasmessa entro 30 giorni al Comitato tecnico scientifico e al Consiglio regionale competente.

Interessante la storia delle verifiche periodiche, anche se sarebbe curioso conoscerne le modalità... E cosa succede se non vengono superate? Lo vedremo più sotto.

Intanto resta confermato negli articoli successivi che le scuole sono e restano a numero programmato con 30 allievi di massimo per scuola, mentre per quanto riguarda la retta da pagare viene introdotto questo comma: "tale importo ( la retta di iscrizione) non potrà essere superiore all’importo massimo della tassazione prevista per i corsi post lauream degli atenei della regione in cui ha sede la scuola". Qui forse si spiega la necessità dei fondi di cui sopra. Anche se sarebbe curioso vedere ateneo per ateneo quanto si può arrivare a chiedere con questo criterio.

Ed ora viene il pezzo delle verifiche.

All'Art. 10 (Oggetto delle verifiche) è così scritto:

Le verifiche di cui agli articoli precedenti, riguarderanno il rispetto del “Quadro di indirizzi” e in particolare:

a) lo svolgimento effettivo degli insegnamenti pratici di giornalismo e della pratica guidata nelle testate della scuola, nelle misure stabilite dal precedente art. 4;

b) la presenza di giornalisti professionisti in qualità di docenti operativi nei vari settori multimediali per gli insegnamenti pratici e professionali coordinati dal direttore delle testate;

c) la disponibilità e l’uso di attrezzature per le pratiche multimediali di base, adeguate alle innovazioni tecnologiche. In caso di ulteriori necessità le scuole, previa verifica e autorizzazione del Comitato esecutivo, possono avvalersi di service non appartenenti ad aziende editoriali;

d) la presenza e l’effettiva diffusione di testate giornalistiche prodotte dagli allievi, del tutto autonome rispetto alla stessa università e a qualsiasi soggetto o ente pubblico o privato, e destinate all’esterno delle scuole;

e) la natura e la disponibilità di mezzi economici tali da garantire l’effettivo svolgimento del biennio autorizzato dal Consiglio nazionale secondo le condizioni poste dall’art.3 , lettera b) e dall’art. 20, comma 6.

E fin qui mi sembrano cose abbastanza ovvie... Poi si arriva alle valutazioni (art. 11):


Durante il secondo anno del biennio, una commissione formata da tre componenti del Cts, dai Delegati del Consiglio nazionale e del Consiglio regionale competente compie una verifica in ciascuna scuola al fine di valutarne la funzionalità e la rispondenza al “Quadro di indirizzi”. A tale verifica possono partecipare componenti del Comitato esecutivo.

La commissione valuta:

a) il giudizio degli allievi rispetto a:

1) rispondenza dell’insegnamento agli obiettivi didattici previsti,

2) validità dei laboratori,

3) funzionalità generale della scuola.

b) i parametri obbligatori contenuti nel “Quadro di indirizzi”:

1) Effettivo svolgimento delle ore di pratica:

le ore di pratica guidata devono essere reali, consistono in un lavoro redazionale, anche a rotazione tra le diverse testate, che impegni l’intero nucleo, assistito da giornalisti professionisti accreditati e in numero adeguato. (Da noi sono due per il giornale, due per la televisione, due per il web e la radio non l'abbiamo.)

2) Adeguatezza delle materie insegnate nelle ore di studio:

Conoscenza, ampia e approfondita, di diritto pubblico e privato con particolare riferimento a: diritto penale; economia e finanza; storia e geografia politica; deontologia professionale. (diritto l'abbiamo fatto, economia e finanza per nulla , storia solo quella del giornalismo, geografia politica nulla, deontologia sì ma con un prof che te lo raccomando...)

3) Consistenza dei prodotti redazionali:

i notiziari realizzati dalle scuole non possono essere house organ ma devono:

- essere diffusi sul territorio; (yes)

- essere realizzati integralmente dagli allievi; (yes)

- prevedere la partecipazione di tutta la classe; (da noi a volte si alternano, ma mi sembra più giusto così...)

- prevedere la rotazione dei compiti e delle responsabilità;

- utilizzare tutti i mezzi d’informazione: carta stampata, agenzia, radio, tv, web; (radio non ne abbiamo, agenzie abbiamo i loro siti internet...)

le scuole conservano, almeno fino alla fine del biennio successivo, copia dei prodotti redazionali realizzati e in particolare le registrazioni dei programmi radiofonici e televisivi.

4) Curriculum dei docenti:

i docenti universitari devono avere comprovate competenze scientifiche; i docenti giornalisti un’esperienza professionale almeno decennale e un adeguato curriculum.

5) Strutture e attrezzature in grado di supportare l’attività formativa:

in ciascuna scuola è indispensabile che vi siano le attrezzature previste dall’art. 20, comma 7 lett. a), b) e c) del presente “Quadro di indirizzi”.

6) Piano finanziario adeguato alle esigenze:

Disponibilità di mezzi economici tali da garantire l‘effettivo svolgimento del biennio autorizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine.

7) Analisi e raffronto del numero degli allievi che hanno conseguito l’idoneità professionale:

Sarà considerato il numero degli allievi della scuola che hanno superato l’esame considerando sia i risultati ottenuti alle prove scritte che a quella orale. (E questo invece lo definirei abbastanza interessante: è come il discorso che si fece degli incentivi alle scuole i cui studenti avessero avuto medie alte. Teoricamente giusto, ma chi mi garantisce ad esempio che la scuola TOT per non beccarsi un giudizio negativo e non chiudere perdendo tutti i finanziamenti non aiuti magari i propri iscritti all'orale? "A pensar male si fa danno - diceva Andreotti - ma molto spesso ci si azzecca". Su questo bisognerà stare attenti.)

Per ciascun elemento o parametro di valutazione sarà espresso un voto da 1 a 10.

La convenzione con l’Ordine non può essere rinnovata se la scuola ottiene un punteggio inferiore a 75/100 o se vi sia una insufficienza su due elementi di valutazione, di cui solo una potrà essere determinata dal giudizio degli allievi.

All'art. 12 le pene per chi non ce la fa: procedure per la revoca del riconoscimento
In caso di inosservanza anche di uno solo dei principi fissati dal “Quadro di indirizzi” nonché di violazione degli obblighi previsti, il Comitato tecnico scientifico informa il Comitato esecutivo, il quale avvia una procedura di infrazione che può portare alla revoca della convenzione.

Il Comitato esecutivo, sentito il Consiglio regionale competente, accorda alla Scuola un termine di 60 giorni per ristabilire le condizioni previste dal presente Quadro di indirizzi. Trascorso senza esiti tale termine, il Consiglio nazionale revoca il riconoscimento. La revoca diviene operativa al compimento del biennio in corso.

Un nuovo riconoscimento potrà essere richiesto non prima che siano trascorsi due anni.

Al termine di ciascun biennio la convenzione fra la Scuola e il Consiglio nazionale viene rinnovata attraverso una delibera del Comitato esecutivo, acquisiti i pareri del Comitato tecnico scientifico e del Consiglio regionale competente.

In assenza di tale delibera, la Scuola non può procedere alla pubblicazione del bando per il biennio successivo, pena la revoca del riconoscimento.

Per quanto riguarda i docenti, all'interno dell'articolo 14 (autonomia didattica e docenti giornalisti) si scrive così:

[...] In particolare ai giornalisti docenti sono richiesti:

- iscrizione all’Albo da almeno 10 anni;

- esperienza professionale nella disciplina o nella specialità d’insegnamento comprovata da circonstanziato curriculum;

- capacità didattica ed espositiva; (come e quando verrà certificata? E da chi?)

- adeguata preparazione teorica, soprattutto per quanto riguarda la deontologia professionale (Chi la certifica?)

- abilitazione all’insegnamento nelle scuole di giornalismo rilasciata dal Consiglio nazionale: la richiesta di tale abilitazione è subordinata alla definizione da parte del Consiglio nazionale delle procedure per conseguirla. (E quando verranno fatte queste?!?)

Per quanto riguarda invece le materie di insegnamento, tutto l'articolo 15 (raggruppamenti disciplinari di base) è dedicato a loro. Voi quante ne avete al momento?

Gli insegnamenti teorici e pratici necessari per la formazione del giornalista rispondono ai contenuti dei quattro seguenti raggruppamenti disciplinari:

a) Il sistema dell’informazione e del giornalismo: istituzioni e profilo professionale.

- Diritto dell’informazione e della comunicazione, doveri del giornalista, etica e deontologia; (La materia c'era, il prof un po' meno...)

- Storia del giornalismo; (niente da dire)

- Sociologia della comunicazione; (...scusa?)

- Economia dei media e delle imprese editoriali; (economia al Lago non esiste...)

- Ruolo degli Istituti di categoria; (questa voglio vedere se qualcuno ce l'ha...)

- Modelli organizzativi e produttivi internazionali; (nada de nada..)

b) Fondamenti culturali dell’informazione

- Elementi di economia, micro e macro; (economia nulla...)

- Elementi di diritto pubblico, civile e penale; (Noi abbiamo il diritto solo per quanto riguarda l'informazione...)

- Storia del mondo contemporaneo (con particolare riferimento al Secondo dopoguerra); (storia nulla: ci hanno detto di studiarla da noi...)

- Scienze sociali (elementi di scienza politica, geografia politica, psicologia e sociologia); (idem come sopra)

- Discipline scientifiche (con particolare riferimento ai temi della salute, dell’ambiente, delle fonti energetiche e della sostenibilità). (pure sottolineato?!? E' sponsorizzato da Pecoraro Scanio questo quadro? Comunque nulla...)

c) Discipline tecniche per le professioni giornalistiche.

- I media, loro organizzazione; (beh, questo sì dai...)

- Comunicazione verbale e non verbale (Dizione, prossemica, ecc.); (Dizione, ma perchè chiesta da noi studenti)

- Tecniche e linguaggi del giornalismo quotidiano e periodico nella stampa, nella radio, nella televisione e sul web; (Mitico Valentino Pesci!!!!! Web a parte...)

- Linguaggio visivo e grafico; (?)

- Linguaggi settoriali; (questo anche sì...)

- Giornalismo per uffici stampa; (ma sì...)

- Statistica e analisi dei dati; (sì...)

d) Innovazione tecnologica, giornalismo multimediale e di convergenza.

- Accesso alle fonti su Internet e verifica della loro attendibilità ; (aiutati che Dio ti aiuta...)

- Analisi comparata dei principali siti di informazione nazionali e internazionali ; (Un tubo)

- Giornalismo partecipato (public e civic journalism, social network, blog); (Nulla di nulla)

- La televisione via Internet: analisi e tecniche; (cenni generali...)

- Dal telegiornale al videogiornale per infomobilità; (?!?)

Tutti gli insegnamenti rientranti nei quattro raggruppamenti e quelli eventualmente aggiuntivi dovranno essere ispirati a una utile integrazione fra i principi teorici e le relative applicazioni al giornalismo.

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Per ora si chiude qui: il prossimo post sulle novità sugli stage in arrivo nel pomeriggio....

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