Avete letto il post precedente? Bene! Sapete qual'è una delle principali cause di produzine di metano da parte degli allevamenti bovini, responsabili secondo il New York Times di spianare la strada all'effetto serra?
I peti!
Sì, proprio le care vecchie puzzette (o scoregge che dir si voglia), provenienti dallo stomaco dei nostri amici a quattro zampe sono tra le più formidabili produttrici di gas metano, responsabile del surriscaldamento globale! ...ma per il giornale le puzzette sono ancora politicamente scorrette...e nessuno ne parla, nè tantomeno le nomina!
Io il discorso l'avevo già sentito, ma ad essere sincero faticavo a crederci del tutto. Allora mi sono messo a fare un po' di ricerche, ed è saltato fuori questo: la documentazione sembra buona ed attendibile, ma se trovate altro...fate sapere!!!
Dal forum www.nntp.it, alla sezione di discussione sulle energie alternative... Mucche scoreggione!
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B) Il metano invece crea ozono negli strati bassi dell'atmosfera (dissociandosi), nella troposfera ed ivi non e' benefico. Quindi non solo non e' vero che il metano buchi lo strato di ozono, ma anzi favorisce la produzione di ozono, anche se, purtroppo, non nella stratosfera.
Non mi meraviglia che la sottigliezza di cui sopra sfugga al giornalista superficiale ...
Il problema e' che il metano e l'ozono da esso prodotto sono anche importanti gas ad effetto serra, anche se al secondo posto dopo l'anadride carbonica (CO2): http://www.giss.nasa.gov/research/news/20050718/ http://www.nasa.gov/vision/earth/loo...h/methane.html E' vero che e' da sempre che in natura viene prodotto del metano. Fonti di metano sono, oltre al bestiame, la putrefazione vegetativa, ad esempio nelle paludi e nelle risaie, e pare anche che le termiti contribuiscano in modo non trascurabile. A queste c'e' da aggiungere l'attivita' mineraria e di estrazione petrolifera (il metano e' spesso contenuto nei giacimenti ed e' il primo ad uscire dai pozzi. Pero' l'incremento della concentrazione di CO2 ha portato a notare anche queste emissioni. E' un po' come quando si portano nuovi mobili in casa, finiscono fuori dalla finestra quelli che e' decenni che sono in casa :-)
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Queste due considerazioni sono di interesse per i paesi interessati, perche' possono affrontare il problema della riduzione delle emissioni di gas serra, non riducendo il CO2, ma il metano (cosa forse piu' facile per economie in via di sviluppo). Ed in alcune di queste nazioni, la stima e' che il metano prodotto naturalmente e' per poco meno di un terzo di origine animale. Tra parentesi, in Brasile gli allevamente di bestiame incidono sulle emissioni di gas di effetto serra in modo pesante anche a causa dell'incendio della foresta tropicale per fare posto ai pascoli. Come e' successo in Italia del Sud negli ultimi duecento anni (ed ancora oggi certi incendi sono di origine sospetta).
Tornando al metano, gli allevamenti piu' grandi sono appunti "fuori stalla" e quindi la possibilita' di recupero e' difficile. Tornando alle stalle, usando i due numeri che ho trovato, pare che un bovino produca 94'000'000 t / 1'200'000'000 = 0.078 t/anno di metano. Percio' una stalla di 100 capi produrebbe all'anno 7,8 tonnellate di metano che se non sbaglio sono 5'617 metricubi, cioe circa 200'000 MJ di energia equivalente (circa 53 MWh).
Se non ho sbagliato i conti resta solo da capire come "distillare" il metano dall'aria di stalla. Un'idea che mi viene al volo e' per esempio di usare l'aria della stalla come comburente per una centrale termica: in teoria il metano presente viene bruciato e si dovrebbe produrre calore addizionale. Quanto incida su tutto il processo non so se pero' giustifica il costo delle canalizzazioni per convogliare l'aria della stalla.
Ahh, dimenticavo, la domanda: http://www.research.noaa.gov/spotlit...t_methane.html si puo' iniziare per le ricerche ... ad esempio: http://www.pnas.org/cgi/content/abstract/0600201103v1 ove scrivono che: "The main human activities that contribute to methane emissions are cattle and rice farming. Other sources include coal mining, landfill sites, and the burning of biomass." la cura: http://jas.fass.org/cgi/content/abstract/84/6/1489
R.L.Deboni
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