martedì 23 ottobre 2007

Una notizia vale 1000 cammelli


Giro e pubblico, dal sito del Corriere della Sera.

In Egitto il legame è tra giornalisti e cammelli: in Italia i giornalisti invece si avvicinano di più ai muli, se non altro per quanto sono pagati da collaboratori prima di avere un contratto! Cosa di cui non scrive nessuno, e di cui prima o poi mi occuperò con un post serio. I promise.

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per ottenere il perdono dovra' esporre 12 stendardi sui tetti di altrettanti notabili

EGITTO:GIORNALISTA DEVE PAGARE 1000 CAMMELLI

Il consiglio della tribù al Tarabin condanna cronista a versare l'equivalente del valore degli animali, circa 350mila euro

IL CAIRO (EGITTO) - Le cause civili esistono anche in Occidente. Ma in Egitto c'è una differenza: il prezzo di una condanna si paga ancora, come una volta, prendendo come valore di riferimento il cammello. Così nel Sinai egiziano, per essere stati offesi attraverso un articolo, il consiglio della tribù al Tarabin «condanna un giornalista a pagare l’equivalente del valore di mille cammelli». Il panarabo al Sharq al Awsat riferisce che i saggi dei Tarabin si sono detti disposti al perdono «A patto che, in segno di scuse, la tribù al Bayyadiya, a cui appartiene il giornalista, esponga 12 stendardi sui tetti delle case di altrettanti notabili».

MULTA - A dare la notizia è il quotidiano panarabo edito a Londra, al Sharq al Awsat che riferisce della «sorpresa» del giornalista del quotidiano d’opposizione egiziano al Ahrar, Amer Sulaiman della «multa inflittagli dalla sentenza del Consiglio Giuridico delle Tribù del Sinai». Interpellato dal quotidiano arabo, Sulaiman non ha esitato a «registrare le proprie scuse per i problemi e le polemiche sollevate dalla pubblicazione dell’articolo scritto da me senza alcun intento di offesa». La sentenza, in realtà prevede il pagamento della somma di 2,7 milioni di sterline egiziane (pari a circa 350mila euro), ma è stato il quotidiano arabo ad equiparare la somma al valore di mercato di cammelli nel Paese arabo. Per sospendere la multa, la tribù offesa , oltre alle scuse della tribù d’appartenenza del giornalista, chiede «la pubblicazione delle stesse su tre quotidiani nazionali».

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