giovedì 11 giugno 2009

La Ronda Padana di Oderzo – Veneto Sicuro. Cap. 1, "La fondazione"

Da La Rana, un cult intramontabile sulle ronde padane....

Siamo venuti in possesso dei verbali della Ronda Padana di Oderzo.
Ecco il resoconto della prima seduta.

Verbale n.1: atto di fondazione

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Nel ventiseiesimo giorno del signore del giugno 2009 siamo riuniti nel casòn di Terzo Albertini, che d’ora in avanti, per brevità, chiameremo Sede della Ronda Padana di Oderzo – Veneto Sicuro. Sono presenti…
[Interviene Giuseppe Passi e fa mettere a verbale che prima di trasformare la stalla di Terzo nella sede della Ronda Padana di Oderzo - Veneto Sicuro bisognerebbe prima redigere e approvare l’atto di fondazione della Ronda Padana di Oderzo - Veneto Sicuro].
[Interviene Terzo Albertini e fa mettere a verbale che lui è da quando è bambino e che ha la parola che chiama casòn il suo casòn e che non è sicuro di voler chiamare il suo casòn Sede della Ronda Padana di Oderzo - Veneto Sicuro].
[Interviene Luigi Isalberti e fa mettere a verbale che Terzo del casòn ne avevamo già parlato e tu testone, tàco, stupido che cosa metti a verbale?]
[Interviene Gaetano De Mori e fa me me mettere a verbale che che che el ca ca casòn…] [Interviene Luisa Zirlottin, la consorte di Gaetano De Mori come lei stessa tiene a precisare, e fa mettere a verbale che corpo di sbrio baco restemo d’acordo che ela va vanti a la zerca dele parole che manca al marido e che dopo ela le parecia tutte insieme per noi].
[Interviene Giuseppe Passi e fa mettere a verbale che approfitta dell’interruzione dialettale per sottolineare che prima di redigere e approvare l’atto di fondazione della Ronda Padana di Oderzo - Veneto Sicuro e di trasformare la stalla di Terzo nella sede della Ronda Padana di Oderzo - Veneto Sicuro bisognerebbe prima scegliere la lingua da usare in tutti gli atti ufficiali e non ufficiali della Ronda Padana di Oderzo e anche la lingua da usare per comunicare tra noi. Il dialetto può essere un’arma in più nelle nostre mani perché tutti gli exxxtra là, i negher, i rom e gli albanesi non lo capiscono mica. E’ il nostro codice segreto].

Riprende la parola Luigi Isalberti: per prima cosa tàco prova a mettere a verbale un’altra parola che ti staco i maroni. Poi a tì, Bepi Posta, del dialetto avevamo già parlato. E a tì, Terzo, del casòn avevamo già detto. Il casòn è la sede, l’italiano è la lingua dei documenti ufficiali e non ufficiali. Quando dobbiamo scrivere al ministro Maroni sennò che si fa? E per mantenerci in contatto con le altre ronde padane? Che facciamo? Traduciamo i nostri verbali in 444 dialetti? Italiano punto e chiuso! Casòn sede della Ronda Padana di Oderzo – Veneto Sicuro punto e chiuso!
[Interviene Mara Calàr e fa mettere a verbale che dove stanno i Carabinieri si chiama Caserma, dove stanno i Poliziotti si chiama Commissariato e che noi a chiamarla solo sede stiamo già dicendo a tutta Oderzo che quelli hanno dei veri quartieri generali e noi solo una sede, ecco. Dovremmo trovargli un altro nome, più altisonante, più consono alla missione di rendere il Veneto Sicuro che ci siamo dati. Altro che sede, un altro nome ci vuole, grosso e importante. Anche le mie due figlie si sentono più sicure, eccome, se sanno che non stiamo in una sede, ma in una roccaforte, in un fortilizio o in un bunker].
[Interviene Terzo Albertini e fa mettere a verbale che lui è d’accordo, che sede non va bene. Propone il nome di Casòn, il Casòn della Ronda Padana di Oderzo - Veneto Sicuro. Suona molto meglio di sede].
[Interviene Giuseppe Passi e fa mettere a verbale che a dire il vero ancora non ci siamo dati il compito di rendere il Veneto Sicuro perché prima di darsi qualsiasi compito le persone qui riunite in assemblea devono redigere e approvare l’atto di fondazione della Ronda Padana di Oderzo - Veneto Sicuro].
[Interviene Gaetano De Mori e fa me me mettere a verbale che che che el di di dialèt…]. Apre la porta del casòn (o della sede? o della caserma? o del quartier generale?) la moglie di Terzo Albertini e dice che è pronta la cena (che faccio? metto a verbale?) e che cosa ci fanno tutti questi scansafatiche a ciceràr nel casòn e che andassero a perder tempo a casa loro che qui c’è gente che lavora. Fora Terzo, vieni fora da lì subito, a mangiare.

La seduta è sciolta e riconvocata per la prossima settimana, stesso luogo, stessa ora. Uscendo Mara Calàr nota che all’automobile di Mario Alberti mancano due ruote. “Te le sei perse?”, gli chiede. Giuseppe Passi sottolinea che non mancano due ruote, ma le due ruote posteriori. Luigi Isalberti osserva: ma che fai? ti metti a cambiare le gomme di sera, qui davanti al casòn?

Idioti! Me le hanno rubate!

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