Per chi volesse seguire il flusso dei messaggi su Twitter, sotto la parola chiave Iran, il link è questo. Per i blog italiani, qui l’aggregazione di Blogbabel.
Più importante, anche sul piano pratico, il set dei consigli che lo scrittore e tecnologo Cory Doctorow dà (qui in italiano sul blog di internazionale) su come aiutare, stando seduti qui in occidente, quelli che stanno laggiù, cambiando qualche settaggio e con un po’ di astuzie.
Segnalazioni utili e commenti anche da Marco Pancini sul blog di Google Italia. The Pirate Bay, che ha tinto di verde il suo logo, ha messo a disposizione il sito Anonimous Iran e - dice un lettore: “ha aiutato a costruirlo in tempo record, offrendo spazio e servizi, il forum di coordinamento e traduzione delle notizie dal Farsi all’inglese e dall’inglese al Farsi, accessibile in Iran grazie ai magheggi dei pirati”
Ma lo spunto più interessante viene da Clay Shirky, autore di Uno per Tutti Tutti per Uno (qui la recensione di Repubblica), che l’altro ieri ha detto a questo blog:
(segue traduzione) I’m always a little reticent to draw lessons from things still unfolding, but it seems pretty clear that … this is it. The big one. This is the first revolution that has been catapulted onto a global stage and transformed by social media. I’ve been thinking a lot about the Chicago demonstrations of 1968 where they chanted “the whole world is watching.” Really, that wasn’t true then. But this time it’s true … and people throughout the world are not only listening but responding. They’re engaging with individual participants, they’re passing on their messages to their friends, and they’re even providing detailed instructions to enable web proxies allowing Internet access that the authorities can’t immediately censor. That kind of participation is reallly extraordinary.
Ecco la nostra traduzione, non siamo traduttori professionali, ci scusiamo: Sono sempre un po’ reticente nel giudicare avvenimenti ancora in corso. Ma mi pare abbastanza chiaro che ci ci siamo, eccolo, il “Big One”. Questa è la prima rivoluzione proiettata sul palcoscenico globale e trasformata dai social media. Ho pensato molto alle dimostrazioni di Chicago del 1968, dove la gente scandiva il grido: tutto il mondo ci guarda! In realtà, in quel momento non era vero (…) la gente da ogni parte del mondo non sta limitandosi ad ascoltare, ma sta rispodendo. Si stanno coinvolgendo con singole persone partecipanti, stanno passandone i messaggi ai loro amici, e stanno perfino fornendo le istruzioni per consentire accessi internet che le autorità non possono immediatamente chiudere. Questa modalità di partecipazione è davvero straordinaria”
Da Scene Digitali, il blog di Vittorio Zambardino.
Domani mi sa che mi apro un account di Twitter anch'io...
2 commenti:
Questa notizia è soprendente, e in parte mi rende felice... ho solo un dubbio: perchè chiudere tutti i vari blog, Facebook e lasciare operativo twitter? ci sono problemi tecnici che ne precludono l'oscurazione o si è semplicemente sottovalutato il social network?
Non é sottovalutato, tutt'altro. E' che é complicato da "spegnere". Twitter infatti si puo' aggiornare anche con dei semplici sms da qualsiasi cellulare, e quindi per bloccarlo dovresti fermare l'intera rete GSM a cui questi si appoggiano. Solo che é un'operazione un po' drastica, e quindi (almeno fino ad ora) non ci sono riusciti.
Poi tieni conto che anche se bloccassero il sito potresti arrivarci lo stesso con delle coperture proxy efficaci: toglieresti l'accesso ad un po' di utenti, ma di sicuro non a tutti...
E' per quello che é importante diffondere queste informazioni!
Intanto speriamo che resti in piedi ancora un po'!
Se hai altri dubbi, chiedimi pure! (e non dimenticare di cliccare sulle pubblicità a lato... :)
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