Con 447 voti a favore e 7 astenuti il Ddl Mastella sulle intercettazioni ha avuto martedì il via libera della Camera. A farne le spese saranno soprattutto i giornalisti, poiché tale legge prevede il divieto di pubblicare intercettazioni e atti di indagine fino alla conclusione delle indagini preliminari, anche se non coperte da segreto istruttorio. Qualora il processo prenda avvio gli atti non potranno essere pubblicati se non dopo la pronuncia della sentenza d’appello. Coloro che infrangeranno il divieto incorreranno in pesanti sanzioni: arresto fino a 30 giorni oppure ammenda da 10 mila a 100 mila euro. Verrà inoltre ampliato il potere di controllo della Corte dei Conti, che dovrà vagliare le spese delle Procure relative alle intercettazioni.
Oggi gli atti d’indagine sono coperti dal segreto investigativo finché diventano “conoscibili dall’indagato”. Da allora non sono più segreti e se ne può parlare. Per chi li pubblica integralmente, c’è un blando divieto di pubblicazione, la cui violazione è sanzionata con una multa da 51 a 258 euro, talmente lieve da essere sopportabile quando le carte investono il diritto-dovere di cronaca. Dunque i verbali d’interrogatorio, le ordinanze di custodia, i verbali di perquisizione e sequestro, che per definizione vengono consegnati all’indagato e al difensore, non sono segreti e si possono raccontare e, di fatto, citare testualmente (alla peggio si paga la mini-multa). È per questo che, ai tempi di Mani Pulite, gli italiani han potuto sapere in tempo reale i nomi dei politici e degli imprenditori indagati, e di cosa erano accusati. È per questo che, di recente, abbiamo potuto conoscere subito molti particolari di Bancopoli, Furbettopoli, Calciopoli, Vallettopoli, dei crac Cirio e Parmalat, degli spionaggi di Telecom e Sismi. Fosse stata già in vigore la legge Mastella, Fazio sarebbe ancora al suo posto, Moggi seguiterebbe a truccare i campionati, Fiorani a derubare i correntisti Bpl, Gnutti e Consorte ad accumulare fortune in barba alle regole, Pollari e Pompa a spiare a destra e manca. Per la semplice ragione che, al momento, costoro non sono stati arrestati né processati: dunque non sapremmo ancora nulla delle accuse a loro carico. Lo stesso vale per i sospetti serial killer e pedofili, che potrebbero agire indisturbati senza che i vicini di casa sappiano di cosa sono sospettati.”
“…E i dibattimenti? Almeno quelli sono pubblici, ma fino a un certo punto: “non possono essere pubblicati gli atti del fascicolo del pm, se non dopo la pronuncia della sentenza d’appello”. Le accuse raccolte (esempio, nei processi Tanzi, Wanna Marchi, Cuffaro, Cogne, Berlusconi etc.) si potranno conoscere dopo una decina d’anni da quando sono state raccolte: alla fine dell’appello. Non è meraviglioso?”
E si é arrivati al 10 giugno 2009, data in cui la Camera ha approvato con la fiducia proprio quel maledetto decreto. Due anni, per non cambiare niente. Oggi alle 15 il voto definitivo al Senato, ma ormai dispero.
Complimenti a tutti.
A proposito di Mastella: ma i simpatizzanti del PDL che intasavano il sito del partito di proteste alla notizia della possibile ricandidatura del Clemente alle europee (ricordate? Leggete qui...) oggi che é stato non solo candidato ma addirittura eletto dove sono finiti?!? Mi piacerebbe che qualcuno avesse davvero mantenuto la promessa di non votare il partito che lo candidava... Se ci siete, battete un colpo!
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