lunedì 17 dicembre 2007

Il presidente iraniano Ahmadinejad ha un blog!

Mahmoud Ahmadinejad, il detestato (dall'America) presidente della Repubblica Iraniana ha un blog! L'indirizzo? http://www.ahmadinejad.ir/!

Non lo sapevo! L'ho scoperto oggi leggendo l'articolo del Corriere che ne parlava, tra l'esaltazione degli auguri di Natale pubblicati recentemente (a dire il vero sarebbero gli auguri al profeta Gesù, ma...) e l'altro dubbio che serpeggia tra un po' tutti i blogger: Ahmadinejad censurerà i commenti negativi come Mastella?

All'apparenza in tutte le 4 lingue in cui è tradotto il blog (inglese, francese, arabo e farsi) pare di no, visto che compaiono (guardacaso scritti da due americani) un simpatico "Die slow..." e un'ancor più incisivo "You are a nigger...". Ma il dubbio rimane, perchè conoscendo gli americani magari ci si aspetterebbe anche di peggio.

Leggendo invece i commenti dei "vicini di casa" arabi, la prospettiva su Ahmadinejad cambia, e non di poco! Un blogger iraniano comincia il suo post di commento con un riverente e altisonante "His excellency, it gives me immense pleasure to visit your site and post my comments this fabulous blog of a leader of free world not only islamic world", mentre un libanese scrive sinteticamente "Mr. President; Congratulations on your recent victory. I dont know much about you, and what I do know about you comes from many conflicting sources, but I wish you good health", e un canadese addirittura "I knew you were telling the truth".

Forse era proprio questo l'effetto che il presidente iraniano intendeva dare: dimostrare che il mondo arabo è con lui, indipendentemente da tutto quello che l'America può dire. Poi si vedrà dai commenti, man mano che il blog si diffonderà...

Per curiosità ho provato a lasciare un commento al suo ultimo post, dando il via libera alla pubblicazione in chiaro sul sito. Post naturalmente senza niente di offensivo, solo con un augurio al presidente nella sua avventura sul web, con in aggiunta un appello alla libertà di "blogging" nel suo paese. Ora aspetto di vedere se me lo pubblicano, poi vi farò sapere...

Intanto comunque una curiosità: dappertutto insegnano che lo stile di scrittura su Internet deve essere stringato, lineare e possibilmente comprensivo dell'utilizzo delle possibilità del mezzo (uso dei link, inserimento di video e immagini, commenti, etc). L'ultimo post del presidente iraniano sul blog, a data 1-12-2007 è invece un pezzo lunghissimo, senza nè immagini, nè link nè nulla di tutto ciò che si è detto prima. Evito di pubblicarlo integralmente perchè è veramente lunghissimo! Per curiosità sono andato a misurarne la lunghezza con un Copia&Incolla su Word: il risultato è stato 9 pagine dense di 4926 parole, per un totale di 23.446 caratteri spazi esclusi che sale a 28.467 aggiungendo anche questi. Praticamente una tesina universitaria! Pubblicato, sempre secondo il blog, alle 22:21. Io vorrei sapere quanto ci ha messo a scriverlo...

Aspettando il piccolo risultato della pubblicazione o meno del mio commento, qui sotto pubblico l'articolo del Corriere in versione integrale disponibile qui.

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Il presidente iraniano tiene un diario su Internet

AHMADINEJAD, AUGURI DI NATALE DAL BLOG

E tra gli interventi c'è chi lo riempie di insulti

Chissà cosa scriverà Mahmoud Ahmadinejad del suo «storico » pellegrinaggio alla Mecca. Proprio oggi, il devoto e superconservatore presidente d'Iran sarà il primo leader della Repubblica Islamica a entrare nel recinto della Kaaba, su invito di re Abdullah. Davvero uno storico riavvicinamento tra i due Paesi. Ma anche un ottimo argomento per un blogger quale è ormai l'ex sindaco di Teheran. Che in linea con la sua filosofia di «uomo qualunque » (giacchetta color topo da grandi magazzini, compleanni con gli ex vicini in un quartiere popolare, tappeti preziosi tolti dal palazzo dove ora vive) ha deciso di adeguarsi alla moda di Internet aprendo un suo sito. Il lancio di «www.ahmadinejad.ir» ha sorpreso molti, lo scorso anno. Ancor più, i nuovi argomenti comparsi sul blog in questi giorni dopo una pausa di vari mesi («scusatemi, ho passato tanto tempo a leggere i vostri messaggi, non ne avevo per scrivere »). Nell'Iran khomeinista dove giornali, tv, discorsi pubblici (e non) sono oggetto di censura, i blog sono fioriti più che altrove. I tentativi del regime di reprimerli anche. Ma se qualche ayatollah o hojatollah progressista aveva già scelto la Rete per comunicare con il mondo (primo tra tutti l'ex vicepresidente Mohammad Abtahi), l'ala dura rappresentata proprio da Ahmadinejad sembrava ben lontana da blog e affini. E invece ecco il sito, in farsi, arabo, inglese e francese. Con qualche sorpresa. Che sia solo propaganda, o riveli l'altra faccia di Mahmoud l'Oscuro (come qualcuno lo chiama), il blog presidenziale è infatti molto più moderato di quanto si immagini. «Auguri di Buon Natale a tutti! Le più sincere congratulazioni per la nascita del Santo Profeta, il Messia Gesù, pace sia su di lui», scrive Ahmadinejad, forse di buon umore per il venir meno della minaccia bellica, e in perfetto spirito ecumenico. «Che gioia quando un gruppetto di studenti mi ha insultato, in totale libertà, all'università Amir Kabir. Mi ha ricordato i miei giorni da studente, prima della rivoluzione», dice di una protesta finita in realtà con l'arresto di alcuni contestatori. E poi una lunga risposta a una «rispettabile signora americana », madre di un ragazzo morto in Iraq. Dice di «esserle vicino», attacca «chi ha spedito quel ragazzo a opprimere gli iracheni», «rispetta tutti i popoli, anche quello americano, ma non i governanti avidi». Infine, con una certa ironia (inconsapevole?), spiega alla «venerabile madre» di averle risposto sul blog e non via email per evitarle problemi, «nel caso qualche agente spiasse i privati cittadini americani e li controllasse illegalmente».

Ironica (certo inconsapevolmente) è stata anche la censura di cui è stato oggetto il blog presidenziale qualche tempo fa, quando una «retata telematica» dell'Irshad (il potente ministero della Cultura islamica) ha oscurato per un giorno anche il suo sito. Ma Mahmoud di questo non ha scritto. Piuttosto, come ha ammesso, ha preferito leggere e pubblicare la «valanga» di messaggi arrivategli. Compresi quelli che gli augurano «muori lentamente », lo chiamano «orribile essere umano», lo definiscono «ritardato mentale, ti bombarderemo». Adesso, però, il presidente blogger è tornato a scrivere. E si attende, appunto, un resoconto del suo hajj e (forse) del suo debutto da attore nel film che il regista Oliver Stone ha appena avuto il permesso di girare su di lui. Meno probabile che commenti gli arresti delle femministe e dei dissidenti, le tante censure che continuano. Ma potrebbe anche stupire tutti. E raccontare anche questo, a modo suo.

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Girando su Internet poi ho trovato un'altro paio di siti, che penso sia utile visitare. Uno è questo (http://www.iranpressnews.com/english/), sito che diffonde notizie dall'Iran sponsorizzato dall'ABF, ente per la promozione dei diritti umani e della diffusione della democrazia in Iran.

L'altro è questo qui (http://irandemocraticoweb.blogspot.com/) promosso dall'Aid (Agenzia per un Iran Democratico), che nel sito si definisce come un' "organo di informazione autonoma e indipendente. Ha il dovere di divulgare tutte le notizie, informazioni, avvenimenti e commenti inerenti alla volonta’ del popolo iraniano per un cambiamento democratico".

Tutti e due hanno una cosa in comune: descrivono un Iran che nel blog di Ahmadinejad non c'è, fatto di forze di sicurezza, censura, polizia segreta, violenze e violazioni sistematiche di diritti umani. Forse se mi pubblicano il primo scriverò un secondo post ad Ahmadinejad chiedendogli di guardarli e di darmi un parere.

Aspettando che ne parli lui, guardateli voi intanto.

Ambedue i volti dell'Iran hanno il diritto di essere guardati, indipendentemente dal nome di chi li scrive.


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