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La storia andò più o meno così: un'azienda di ricerche di marketing qui di Padova (non chiedetemi il nome...) per cui avevo lavorato ogni tanto chiama me e dei miei amici per fare quello che in gergo viene chiamato "product testing": in pratica un'azienda che sta per lanciare sul mercato un prodotto nuovo prima lo fa testare insieme ai diretti concorrenti ad un campione di persone per sapere cosa ne pensino.
I prodotti erano biscotti, e visto che 1) si mangiava gratis e 2) si era pure pagati per farlo (quando ti succede?!?) ovviamente eravamo tutti entusiasti!
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Ora: due considerazioni. Primo:dopo che assaggi tre-quattro biscotti di un tipo, gli altri smettono tutti di avere sapore e dopo 10-15 assaggi sei talmente pieno che semplicemente non vedi l'ora di finire tutto, e in bocca non distingui più niente. Anche perchè alcuni erano definibili semplicemente con un solo aggettivo: chimici. Dei vari panna, cacao, albicocca (che nessuno di
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In pratica, ci siamo accorti, tutti facevamo riferimento ad un color "biscotto standard" che manco sapevamo cosa fosse, se non credo il classico frollino del Mulino Bianco che ci hanno sempre descritto come il più naturale e genuino di tutti.
L'azienda che distribuirà il prodotto lo cambierà seguendo le indicazioni di gente che secondo me del prodotto ha capito molto poco, dopo averne assaggiati altri 40. E quanto varrà questo test fatto così?
Io per curiosità ho provato a testarmi da solo. Dopo aver finito tutto il test ne ho ripreso e riassaggiato tutti i biscotti che avevo provato per primi, e ho fatto fare la stessa cosa anche agli altri. Il risultato? COMPLETAMENTE DIVERSO! Perchè a quel punto ne avevamo assaggiati altri che erano più buoni o meno, e alla fine veniva da pensare "sì, ma se lo confronto con quell'altro forse l'ho valutato male, meglio cambiare và...."
Alla fine ci hanno pagato non in soldi ma in biscotti. Tre pacchetti a testa, tutti belli colorati e appettitosi, con le loro splendide illustrazioni che rendono delle pastafrolle più belle e sgargianti di Monica Bellucci in un calendario senza veli. Ma poi...avete mai guardato l'etichetta di quello che mangiate? Formule arcane come "colorante E122, esaltatore di sapidità, aggregante, etc" in quelle confezioni erano dappertutto!
E qui la rivelazione: queste cose forse le hanno messe per dare retta a dei test fatti nello stesso modo da gente come me, prima di me! E i prossimi aggreganti, esaltatori, coloranti, etc, verranno messi per seguire le indicazioni di colore, sapore e densità che gli ho dato io! Io che cercavo un biscotto naturale, in realtà ho finito per crearne uno ancora più chimico!
poi su Internet trovo questo:
Che ne dite di un robot per testare dei biscotti? La United Biscuit che ha ripreso la pubblicità dei suoi McVIties, mi fa tornare sul tema del food design. Siamo proprio nei laboratori della United Biscuit, l’azienda anglosassone produttrice. Alla ricerca di
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Forse è per questo che i robot stanno finendo dappertutto ora come ora, e arrivando anche in campi dove non si sarebbe mai immaginato. Loro rispetto a noi hanno 2 vantaggi: non pensano, e quindi non possono riflettere su ciò che fanno, e soprattutto non sono responsabili di nulla di ciò che viene detto loro di fare.
Vado mangiarmi un biscotto: magari è quello che ho creato io, e col senno di poi non mi piacerà neanche...
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