martedì 18 dicembre 2007

Confessioni di un assaggiatore di biscotti.

Qualche tempo fa (un mese o poco di più) ho fatto per un poco un mestiere che credevo esistesse solo nei fumetti di Topolino, quello tanto sognato dall'oca Ciccio, l'aiutante di Nonna papera: l'assaggiatore di biscotti. E mi sono venute in mente due xcose che vi voglio raccontare...

La storia andò più o meno così: un'azienda di ricerche di marketing qui di Padova (non chiedetemi il nome...) per cui avevo lavorato ogni tanto chiama me e dei miei amici per fare quello che in gergo viene chiamato "product testing": in pratica un'azienda che sta per lanciare sul mercato un prodotto nuovo prima lo fa testare insieme ai diretti concorrenti ad un campione di persone per sapere cosa ne pensino.
I prodotti erano biscotti, e visto che 1) si mangiava gratis e 2) si era pure pagati per farlo (quando ti succede?!?) ovviamente eravamo tutti entusiasti!

Per il test fummo sistemati in un piccolo ufficetto con altre tre persone: erano tre tavoli con tre tipi di biscotti diversi (la denominazione ufficiale Mulino Bianco era: "cuor di mela", "sfogliatine all'albicocca" e "abbracci panna e cacao"). I biscotti erano una decina per ogni tipo, chiusi in sacchetti diversi senza segni di riconoscimento, che avremmo dovuto provare uno alla volta. Il giudizio lo dovevamo dare in un questionario dove erano valutati, con giudizi da 1 (scarso) a 5 (ottimo) rispettivamente: colore, profumo, sapore, durezza/friabilità, con in aggiunta un giudizio sulla nostra intenzione di acquisto o meno dopo la prova sempre da 1 a 5.

Ora: due considerazioni. Primo:dopo che assaggi tre-quattro biscotti di un tipo, gli altri smettono tutti di avere sapore e dopo 10-15 assaggi sei talmente pieno che semplicemente non vedi l'ora di finire tutto, e in bocca non distingui più niente. Anche perchè alcuni erano definibili semplicemente con un solo aggettivo: chimici. Dei vari panna, cacao, albicocca (che nessuno di noi è riuscito a sentire) penso che forse solo in due contenessero effettivamente quello che dicevano. Seconda cosa: certe valutazioni erano secondo me e gli altri senza senso. Come lo valuti il colore di un biscotto?!? "No, mi piacerebbe un po' più tendente al Terra di Siena... Forse un attimo più Mogano non sarebbe male...".
In pratica, ci siamo accorti, tutti facevamo riferimento ad un color "biscotto standard" che manco sapevamo cosa fosse, se non credo il classico frollino del Mulino Bianco che ci hanno sempre descritto come il più naturale e genuino di tutti.

Alla fine del test poi ho cominciato a pensare ai risultati che il test avrebbe avuto.
L'azienda che distribuirà il prodotto lo cambierà seguendo le indicazioni di gente che secondo me del prodotto ha capito molto poco, dopo averne assaggiati altri 40. E quanto varrà questo test fatto così?
Io per curiosità ho provato a testarmi da solo. Dopo aver finito tutto il test ne ho ripreso e riassaggiato tutti i biscotti che avevo provato per primi, e ho fatto fare la stessa cosa anche agli altri. Il risultato? COMPLETAMENTE DIVERSO! Perchè a quel punto ne avevamo assaggiati altri che erano più buoni o meno, e alla fine veniva da pensare "sì, ma se lo confronto con quell'altro forse l'ho valutato male, meglio cambiare và...."

Alla fine ci hanno pagato non in soldi ma in biscotti. Tre pacchetti a testa, tutti belli colorati e appettitosi, con le loro splendide illustrazioni che rendono delle pastafrolle più belle e sgargianti di Monica Bellucci in un calendario senza veli. Ma poi...avete mai guardato l'etichetta di quello che mangiate? Formule arcane come "colorante E122, esaltatore di sapidità, aggregante, etc" in quelle confezioni erano dappertutto!

E qui la rivelazione: queste cose forse le hanno messe per dare retta a dei test fatti nello stesso modo da gente come me, prima di me! E i prossimi aggreganti, esaltatori, coloranti, etc, verranno messi per seguire le indicazioni di colore, sapore e densità che gli ho dato io! Io che cercavo un biscotto naturale, in realtà ho finito per crearne uno ancora più chimico!

poi su Internet trovo questo:

Che ne dite di un robot per testare dei biscotti? La United Biscuit che ha ripreso la pubblicità dei suoi McVIties, mi fa tornare sul tema del food design. Siamo proprio nei laboratori della United Biscuit, l’azienda anglosassone produttrice. Alla ricerca di cibi tecnologicamente perfetti come l’innovativo biscotto al cioccolato per il cui studio si è addirittura progettato il nuovo robot che riproduce la masticazione umana e permette di collaudare in quanto tempo si sbriciola un biscotto in relazione al suo peso. Si tratta di un Crumb test per studiare ‘the mechanical textural attribute relating to a low level of work required to break a biscuit into small fragments"s. Avreste mai detto che accadono questi tests? Dicono che il robot sia infaticabile! e soprattutto non perde l’appetito.

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Forse è per questo che i robot stanno finendo dappertutto ora come ora, e arrivando anche in campi dove non si sarebbe mai immaginato. Loro rispetto a noi hanno 2 vantaggi: non pensano, e quindi non possono riflettere su ciò che fanno, e soprattutto non sono responsabili di nulla di ciò che viene detto loro di fare.

Vado mangiarmi un biscotto: magari è quello che ho creato io, e col senno di poi non mi piacerà neanche...

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