Il blog Fuori dal Ghetto (cliccando potete aprire l'articolo integrale) segnala una interessante intervista rilasciata da Menachem Gantz, corrispondente in Italia per il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, ad Adnkronos e incentrata sulle elezioni politiche italiane del 13 aprile.
Menachem Gantz vede un clima di "disperazione e frustrazione" perchè "nessuno garantisce che dopo (le elezioni) la realtà sarà veramente diversa e che non si ripeterà una scena già vista".
In una scena politica dove mancano reali "segnali di cambiamento, crescita, chiusura di un capitolo", il giornalista israeliano confessa la difficoltà nel raccontare ai suoi lettori una campagna elettorale italiana troppo basata sulla cronaca spicciola di singoli dettagli quotidiani: Gantz sceglie, quindi, di non "rimanere intrappolato negli sviluppi quotidiani" e collegare la campagna elettorale ai "principali fatti di cronaca".
L'interesse dell'opinione pubblica israeliana, che ha apprezzato, a suo tempo, "il rapporto particolare di Israele con Berlusconi" ma che sta scoprendo che anche in molte aree del centrosinistra italiano non esistono posizioni contrarie, è rivolto al dopo voto, "alla scelta del nuovo ministro degli Esteri". ''Queste elezioni sono in qualche modo diverse nei rapporti tra Italia e Israele, soprattutto perché oggi l'Italia è la principale forza armata nel Nord di Israele e quindi le conseguenze del voto, anche se non nell'immediato, potranno interessare Israele".
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