giovedì 16 settembre 2010

Miraggi collettivi

Berlusconi ha dichiarato in un'intervista concessa ieri al giornale francese Le Figarò :" Abbiamo ricostruito in tempo record tutta la città dell'Aquila". 

Ma allora questa che città è?





(Le foto di Massimo Aloisi provengono dal blog di Samantha Di Persio)


Qualcuno spieghi a Berlusconi ( e lo racconti anche ai poveri cronisti imbrogliati di Le Figarò)  che mettere in atto il progetto C.A.S.E. è cosa diversa da ricostruire una città che ancora ha le sue strade ingombre di macerie, e che dire attrezzare i Musp per ospitare le lezioni degli studenti è cosa diversa dal dire di "aver ricostruito tutte le scuole distrutte".

Oppure qualcuno spieghi ai 47.915 sfollati che hanno perso la casa, ai 14.723 sistemati nelle casette antisismiche, ai 2.690 che dormono nei moduli abitativi provvisori, ai 1.600 che vivono in affitto concordato mentre nei loro letti dormono indisturbate da 17 mesi solo le pietre venute giù quel maledetto 6 aprile,  ai 2.865 che vivono in albergo (1.934 in strutture ricettive dell'Aquila, 633 nella provincia di Teramo, 56 a Chieti, 230 a Pescara, 12 fuori regione) e ai 483 che vivono nelle caserme ,che sono tutti vittime di un miraggio collettivo e che la loro condizione di terremotati non esiste più.

Qualcuno - per favore - dica loro che per scoprire la verità sulla propria città vadano a leggere un giornale a 1100 km di distanza, e non guardino fuori dalle loro finestre.

 I miraggi collettivi, si sa, colpiscono senza pietà.

Anche dall'Aquila a Parigi, passando per Arcore.

Nessun commento: