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Mentre sui muri i manifesti (abusivi e non) continuano a dirci sorridenti che va tutto bene e che non c'è problema, e che i nostri diritti sono al sicuro nelle loro mani.
E' solo nelle nostre che non è rimasto niente.
UN MANIFESTO DI ILLEGALITA'
Domani la Camera dei deputati voterà il decreto milleproroghe, e con esso la postilla tempestivamente inserita per il condono dei manifesti abusivi, la piaga che a ogni scadenza elettorale flagella le nostre città: i partiti, anziché venire multati per il danno effettivo, potranno pagare 1.500 euro forfettari per ogni provincia imbrattata. Tutto fa credere che il provvedimento passerà e che neanche quest'anno i muri, le piazze e la bellezza delle nostre città potranno salvarsi.
E' per questo che Italia Futura ha deciso di pubblicare la fotografia scattata da una nostra collaboratrice (Giulia Innocenzi) su una via di Roma tutt'altro che degradata (viale Parioli) e tra l'altro in un orario di punta (le due del pomeriggio).
La fotografia ritrae un bambino, probabilmente rom, mentre attacca un manifesto elettorale munito di scopettone e secchiello con la colla. All'autrice della fotografia non è stato consentito un altro scatto, perché nel giro di pochi istanti due uomini dal fare minaccioso le hanno intimato di andarsene. Ma la fotografia e il manifesto sono stati poi portati al commissariato di Ponte Milvio per la segnalazione alla questura di Roma.
Capita così che possa andarci di mezzo un bambino. Davanti ad un episodio del genere occorrerebbe fare tutti un passo indietro e riappropriarsi del valore stesso della politica: un servizio per il miglioramento della vita dei cittadini, e non un dazio che questi devono pagare per la normale prosecuzione delle proprie attività quotidiane. O addirittura, come nel caso del bambino, la cessione della propria infanzia a beneficio di chi, invece, dovrebbe esserne il primo guardiano.
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