martedì 23 febbraio 2010

Affissioni abusive? Le attaccano i bambini! La denuncia di Italiafutura

Dal sito di Italiafutura, "Un manifesto di illegalità". L'ennesima denuncia di uno scempio (l'affissione abusiva, che oggi dovrebbe essere condonata in Parlamento anche per queste elezioni con l'approvazione del decreto Milleproproghe) che stavolte però ne contiene un altro forse ancora peggiore (l'uso dei bambini nelle campagne di attacchinaggio, in barba a qualsiasi convenzione contro il lavoro minorile).

Mentre sui muri i manifesti (abusivi e non) continuano a dirci sorridenti che va tutto bene e che non c'è problema, e che i nostri diritti sono al sicuro nelle loro mani.

E' solo nelle nostre che non è rimasto niente.

UN MANIFESTO DI ILLEGALITA'

Domani la Camera dei deputati voterà il decreto milleproroghe, e con esso la postilla tempestivamente inserita per il condono dei manifesti abusivi, la piaga che a ogni scadenza elettorale flagella le nostre città: i partiti, anziché venire multati per il danno effettivo, potranno pagare 1.500 euro forfettari per ogni provincia imbrattata. Tutto fa credere che il provvedimento passerà e che neanche quest'anno i muri, le piazze e la bellezza delle nostre città potranno salvarsi.

La degenerazione di questa pratica non è distante dai fatti che stanno occupando la cronaca degli ultimi giorni: quando si allargano le maglie delle regole per lasciare i partiti liberi di occupare tutti gli spazi della società, è lì che si varca la soglia della legalità.

E' per questo che Italia Futura ha deciso di pubblicare la fotografia scattata da una nostra collaboratrice (Giulia Innocenzi) su una via di Roma tutt'altro che degradata (viale Parioli) e tra l'altro in un orario di punta (le due del pomeriggio).

La fotografia ritrae un bambino, probabilmente rom, mentre attacca un manifesto elettorale munito di scopettone e secchiello con la colla. All'autrice della fotografia non è stato consentito un altro scatto, perché nel giro di pochi istanti due uomini dal fare minaccioso le hanno intimato di andarsene. Ma la fotografia e il manifesto sono stati poi portati al commissariato di Ponte Milvio per la segnalazione alla questura di Roma.

Sono poche le speranze che fanno credere che domani la Camera si pronunci contro il condono. Tuttavia, il rischio reale scatta nel momento in cui i cittadini smettono di indignarsi e si trasformano da controllori sui propri eletti a controllati. Probabilmente il Partito dei pensionati, il cui manifesto elettorale è stato appeso da un bambino, è totalmente ignaro dei metodi utilizzati dall'azienda cui si è rivolto per l'attacchinaggio. Saranno le autorità competenti a doverne accertare l'eventuale responsabilità. Ma è proprio questo il problema che sta vivendo la politica oggi: tanti sono gli spazi occupati e tanti altri sono quelli che si vorrebbero occupare. Il modo più veloce e diretto per farlo diventa quindi abbassare la guardia sul rispetto delle regole e sulla manifestazione dell'etica nel proprio operato, finendo spesso per razzolare assai diversamente da ciò che si predica.

Capita così che possa andarci di mezzo un bambino. Davanti ad un episodio del genere occorrerebbe fare tutti un passo indietro e riappropriarsi del valore stesso della politica: un servizio per il miglioramento della vita dei cittadini, e non un dazio che questi devono pagare per la normale prosecuzione delle proprie attività quotidiane. O addirittura, come nel caso del bambino, la cessione della propria infanzia a beneficio di chi, invece, dovrebbe esserne il primo guardiano.

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