mercoledì 7 luglio 2010

"Non mi piacciono i bari"

[...] poi tradì la sua debolezza femminile:

"Perchè si interessa così di lei? Non l'ha mai conosciuta, non è neppure un poliziotto, anzi, mi ha detto che rischia parecchio a mettere le mani in queste cose".

Finalmente la guardò senza pensare ad Alberta.

"A lei posso dirlo, signorina Argomenti Generali, è per un argomento generale".

"E quale sarebbe"?

Poteva dirglielo, era anzi l'unica persona al mondo a cui si potesse dire una cosa simile senza farla sorridere. "Non mi piacciono i bari". 

Glielo spiegò meglio, doveva pur ringraziarla con un po' di generalità di tutte le informazioni utili che gli aveva dato. "La società è un gioco vero? Le regole del gioco sono scritte nel codice penale, in quello civile e in un altro codice piuttosto vago e non scritto, detto codice morale. Saranno codici molto discutibili, che devono essere continuamente migliorati, ma, o si sta alle loro regole o non ci si sta. L'unico trasgressore alle regole del gioco che io posso rispettare è il bandito col trombone che si nasconde per le montagne: lui non sta alle regole del gioco, lui, anzi , dice chiaramente che non vuole giocare alla bella società e che le regole se le fa lui come vuole, col fucile.

Ma i bari no, li odio e li disprezzo. Oggi ci sono i banditi con l'ufficio legale a latere, imbrogliano, rubano, ammazzano, ma hanno già studiato la linea di difesa con il loro avvocato nel caso fossero scoperti e processati e non vengono mai puniti abbastanza. Vogliono che gli altri stiano al gioco, alle regole, ma loro non ci vogliono stare. Questo non mi va, questa gente non la sopporto, quando me la trovo intorno o ne sento solo l'odore, mi vengono i nervi".

Duca Lamberti, da "Venere Privata" di Giorgio Scerbanenco, 1967.

Se volete leggerlo, un gran bel libro.

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