Ecco qui sotto il servizio (manco a dirlo) di Studio Aperto sul fatto:
Poi dicono che in tempo di crisi non si sa più cosa inventare....
"Anche un orologio rotto due volte al giorno avrà sempre ragione" (Get Fuzzy)
Era il 2 luglio 2009 quando il Senato approvava il decreto legge sulla sicurezza che introduceva tra le altre cose il reato di clandestinità, che doveva servire nelle intenzioni dei legislatori a permettere un rapido processo, appena 15 giorni, che portasse all’espulsione diretta dei clandestini dal territorio nazionale. Il reato è poi diventato di competenza del giudice di pace, entrando definitivamente in vigore l’8 agosto 2009. Ma a cosa ha portato in concerto questo provvedimento in 5 mesi di vita?
Siamo andati a vedere la situazione a Pavia, entrando nelle stanze del giudice di pace coordinatore Francesca Miceli. “I procedimenti in cui è stato contestato il solo reato di clandestinità - racconta il giudice - escludendo quelli in cui la clandestinità era solo un’aggravante di un altro reato, sono stati in questo periodo circa una settantina, tutti conclusi con condanne ad una pena pecuniaria variabile dai 5 ai 10 mila euro. Con soldi effettivamente incassati: zero. Di espulsione invece c’è n’è stata solo una: l’unica altra chiesta con forza addirittura dall’imputato stesso è stata negata. Il ragazzo, che chiedeva di rientrare in Russia, era infatti di nazionalità cecena, ed i giudici hanno ritenuto non prudente rimandarlo in patria. In compenso a sborsare soldi è sempre lo Stato. Gli accusati del reato infatti molto spesso non possono permettersi un avvocato, che gli viene così assegnato d’ufficio.
A pagare la parcella è così lo Stato. “L’unica parcella che ho visto – racconta
I 4 giudici di pace di Pavia, su un organico che invece dovrebbe contarne 10 per coprire un’area di circa 42 paesi in provincia di Pavia ed altri 8 nel basso milanese, oberati di lavoro hanno infatti dovuto stabilire un turno appositamente dedicato a questi processi ogni 15 giorni. Se qualcosa ritarda, esce dal turno infilandosi nel mare magnum degli altri processi.
“La cosa si gestisce – spiega
Tirando le somme: se l’intenzione del legislatore era quella di spaventare i clandestini italiani con l’effetto annuncio, il reato di clandestinità è stato un successo. Se invece era quella di favorire le espulsioni dopo processi veloci che condannassero gli stessi a pene esemplari, il flop è stato totale. In un gigantesco effetto boomerag, infatti, a pagere fino ad ora è stato solo lo Stato.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L’autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d’autore si prega di avvisare via e-mail per la loro immediata rimozione.
La foto sotto il logo del titolo è di Riccardo Roiter Rigoni (da www.venessia.com), lo sfondo è un rifacimento grafico di Corto Maltese, dal genio di Hugo Pratt.