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martedì 5 agosto 2008

Sviste/2

Questo invece dal Corriere.it/Vivimilano di oggi: ieri avevo scritto anche di questo, ma non mi immaginavo sarebbe finita così! Pensate a quanto sarà stato preso in giro oggi dai colleghi dell'ufficio l'autista dell'Atm che aveva dichiarato ai cronisti: "Era proprio una bella donna..." :)

L'episodio lunedì pomeriggio in zona Certosa
LAP DANCE SUL TRAM, MISTERO SVELATO
De Corato ha riferito che la misteriosa ballerina era in realtà un 29enne trans venezuelano, fermato per atti osceni e aggressione

MILANO - «Nessun dubbio che fosse una donna», aveva detto (sbagliando) l'autista dell'Atm, raccontando agli increduli colleghi della centrale della bellezza dalla pelle scura, alta 1.80 che, seminuda, si era esibita in una lap dance improvvisata a bordo del suo tram, in zona Certosa, fra sorrisi e proteste dei passeggeri. La storia, confermata da un secondo autista Atm, aveva sollevato interrogativi divertiti: chi è la misteriosa ballerina? Si tratta forse di un'altra performance artistica, come la lap dance in metropolitana del dicembre 2006, con protagonista Lisa Dalla Via? E soprattutto, c'è speranza di assistere a un bis della performance su qualche mezzo Atm?

MISTERO SVELATO - Il mistero è stato svelato nientemeno che dal vicesindaco, Riccardo De Corato, che ha riferito con grande serietà del fermo di un transessuale venezuelano di 29 anni, salito sul un tram «indossando solo un tanga e un abito molto succinto completamente trasparente». A quanto riferito dal vicesindaco e assessore alla Sicurezza, il trans una volta sceso dal tram (e dopo aver mimato la lap dance anche attorno al palo della fermata) è stato fermato da due vigili che, notato il suo abbigliamento quasi inesistente, gli hanno chiesto le generalità.

TACCHI A SPILLO - Il trans si è rifiutato e, toltosi le scarpe con i tacchi alti, ha tentato la fuga. Raggiunto, ha aggredito gli agenti, procurando loro lesioni con prognosi di 7 e 8 giorni. Accompagnato presso gli uffici del Servizio Radio mobile il trans, visibilmente alterato dall’alcol, è stato tratto in arresto per atti osceni, rifiuto delle generalità e aggressione a pubblico ufficiale. A carico del venezuelano risultavano già due decreti di espulsione non eseguiti e precedenti penali per lesioni e aggressioni.

giovedì 29 novembre 2007

Istiga figlio di 4 anni al culto del "macho". condannato

A quattro anni?!?

Cristo, ti credo che questo povero bambino ne è uscito traumatizzato....


Niente da dire, la giornata continua sempre meglio.... Sempre dall'Ansa:

PADRE EDUCA FIGLIO A CULTO DONNA OGGETTO, CONDANNATO


PESCARA - Non si può educare un figlio attraverso un modello basato sul concetto di donna-oggetto, passiva ai desideri sessuali del maschio. E' la motivazione di una sentenza emessa dalla Corte d'Appello de L'Aquila, che ha condannato un padre che aveva istigato il figlio di quattro anni al culto del 'macho'. La sentenza n. 3712, depositata il 20 novembre scorso, ribalta una precedente assoluzione del tribunale di Pescara e spiega che "la donna non può essere soggetto meramente complementare e subordinato nella vita dell'uomo, strumento di mero piacere e di sfogo sessuale".

La storia, inserita in una separazione coniugale tra un aquilano e una pescarese, risale a 13 anni fa e come ha spiegato all'Ansa il consigliere in Corte a L'Aquila e estensore della sentenza Aldo Manfredi "é travagliata, dura, per certi aspetti ricorda le vicende di Rignano Flaminio vicino Roma: il bimbo, che oggi ha 17 anni, fu sentito 10 volte dagli inquirenti e dagli psicologi". Il padre è stato condannato perché faceva vedere al figlio di quattro anni film porno, arrivando persino a dire al piccolo che "alle donne bisogna toccargli il sedere e le tette". Il bimbo poi parlava con linguaggio volgare e palpeggiava davvero le donne che incontrava, e gli veniva spiegata la pratica della masturbazione.

"Parlare di machismo è enfatizzare - dice il consigliere Manfredi, già Gip a Teramo - ma abbiamo voluto stabilire che non sono accettabili certi comportamenti sessualizzati, che impongono mentalità devianti: è vera corruzione di minore e si tratta di maltrattamento in famiglia. Insomma, è una vessazione morale da condannare". Il padre non andrà in prigione perché il reato è prescritto, ma la Corte lo ha comunque condannato al risarcimento civile dei danni. "Il tribunale di Pescara aveva assolto il genitore perché non aveva riscontrato sul figlio violenze sessuali ai suoi danni - ha spiegato il magistrato della Corte d'Appello - la nostra sentenza stabilisce che non si può educare un figlio attraverso un bombardamento sessuale, né nel linguaggio, né nei comportamenti: questo ha rilevanza penale".