mercoledì 20 ottobre 2010

Tutti i plastici segreti di Bruno Vespa

Alla fine c'è riuscito! Dopo aver portato in trasmissione a Porta a Porta il plastico della villetta di Cogne che è diventato la barzelletta di tutta Italia, ieri Bruno Vespa è riuscito a bissare l'evento mostrando in diretta a tutta Italia nientemeno che il plastico della villetta di Avetrana teatro del drammatico omicidio di Sarah Scazzi! Fiore all'occhiello del modello erano - ci informano i giornali - le automobiline semoventi usate dal conduttore per mettere a confronto le versioni dei due testimoni del caso, quella di Sabrina Misseri e dell'amica Mariangela.

In pochi sanno però che il plastico di Avetrana è solo l'ultimo di una lunga serie di progetti architettati dall'astuto conduttore e purtroppo per varie vicissitudini mai andati in onda, che riusciamo oggi a presentarvi in esclusiva:

Plastico delle C.A.S.E. dei terremotati d'Abruzzo. 

Il progetto mai mostrato rappresentava l'interno di uno dei container dati ai sopravvissuti del tragico terremoto dell'Aquila dell'aprile 2009. All'interno delle 47 stanze in cui ogni container era suddiviso, tappeti di broccato e sete di Damasco permettevanno di illustrare la vita quotidiana dei cittadini dell'Abruzzo impegnati a godersi la vita felice e sonnacchiosa del dopo sisma. Pavimenti in parquet e impianti di filodiffusione che trasmettevano in continuazione alle case confinanti l'inno "Meno male che Silvio c'è" contribuivano a rendere l'atmosfera della comunità grata al Governo per quanto fatto per i poveri cittadini abruzzesi. Fiore all'occhiello del diorama, l'altarino in salotto con Candela dedicata al Cavaliere di Arcore, con la scritta in chiara evidenza "Silvio santo subito, L'aquila grata pose".

Plastico della discarica di Terzigno

Il progetto rappresentava con dovizia di particolari l'aulico scenario della cosidetta "discarica di Terzigno". Scoiattoli felici intenti a scorazzare tra gli alberi vicini e cinguettii di pettirossi contribuivano ad illustrare la riuscita riqualificazione dell'area, decorata con pneumatici intagliati a forma di stella alpina e composizioni artistiche di sacchetti di plastica multicolori ripieni con copie invendute di Libero e Il Giornale. Una piscina di finto percolato al centro dell'area, presa d'assalto da bambini gioiosi armati di maschere, boccaglio e vere branchie dimostravano il reale atteggiamento della gente di Napoli verso il paesaggio rinnovato, smentendo le voci di presunte contestazioni dei soliti peones comunisti iervoliniani dell'area vesuviana. Fiore all'occhiello del diorama, la slitta dei rifiuti semovente guidata da un Bertolaso in vestito rosso e cappello a pon pon impegnato a sversare quintali di lucidissimi scarti di lavorazione del plutonio nell'area, scortato da agenti della polizia a cavallo di bellissimi e coloratissimi Mini Pony.

Plastico della casa di Fini a Montecarlo

Il plastico rappresentava interni ed esterni della contestatissimo appartamento di Boulevard Princesse Charlotte 14 a Montecarlo, attualmente in affitto al cognato del presidente della camera Gianfranco Fini. Uno spaccato permetteva di osservare l'interno della casa, con i poster alle pareti dei convegni di AN e Futuro e Libertà, oltre alla bellissima cucina Scavolini con sdraiata sopra una Lorella Cuccarini in plastica che tirando l'apposita cordicella ripeteva ossessivamente "Scavolini, la cucina più amata dai parlamentari". Notevole il salotto ed il tavolo centrale, decorato con un servizio da te per 4 persone con tazzine del periodo fascista dipinte con fasci littori e riproduzioni dei manifesti della propaganda dal 1922 al 1945. Fiori all'occhiello del diorama, il modellino di Ferrari in strada lavato con la pompa da un modellino in plastica di Giancarlo Tulliani, ripreso a sua volta da un modellino di reporter di Libero armato con teleobbiettivo lanciarazzi 70-300 mm appostato all'angolo della via.

Plastico della miniera di San Josè in Cile

Bruno Vespa avrebbe voluto anche nel suo studio un plastico della miniera cilena dove rimasero intrappolati per mesi i 33 minatori a circa 700 metri di profondità. Su tale plastico venne posto il veto dal direttore generale Rai Mauro Masi dopo che gli venne riferito quale sarebbe stato il fiore all'occhiello del diorama: un buco con relativo carotaggio in scala di 47 metri di profondità nel pavimento dello studio, corredato con modellino di gru idraulica e modellino di mineros che tirando la solita cordicella faceva il segno della V di vittoria con la mano. Voci di corridoio narrano la delusione di Bruno Vespa alla notizia che il "piano B" per estrarre gli uomini dalle viscere della terra non significasse affatto "Piano Berlusconi" come suggerito dallo stesso in un primo momento.

Plastico del Parlamento secondo Silvio

Nel modellino di parlamento, con il classico stile ad anfiteatro romano, faceva bella mostra di sè il trono in stile Luigi XIV con cuscino mimetico alzaseduta su cui il presidente del Consiglio decorato in alloro avrebbe dovuto governare i giochi politici nell'arena. Il pavimento smontabile avrebbe rivelato i tre livelli di gallerie dove i deputati si preparavano prima degli scontri, e le gabbie delle belve ritratte con le fattezze dei giornalisti Gomez e Travaglio. Squadre di portaborse in tenuta da marinaio avrebbero regolato un complesso sistema di corde per manovrare le velature a copertura del Transatlantico, allagabile a richiesta per simulare battaglie e scontri navali tra motovedette libiche e pescerecci italiani. Tale modellino non fu più realizzato dopo il veto posto dai consiglieri leghisti del consiglio di amministrazione, che lo definirono "troppo romanocentrico e irrealistico rispetto all'attuale modello di politica italiana".

Plastico dell'Italia federalista

Fitto il mistero sul progetto di plastico più ambizioso di Bruno Vespa, che avrebbe dovuto ritrarre l'Italia federalista dopo le riforme promosse dalla Lega. Secondo indiscrezioni il magnifico diorama avrebbe avuto come cardine una specie di Tangram composto da 21 pezzi con le sembianze delle 21 regioni italiane per illustrare il pre ed il post riforma. Tali figure avrebbero composto (tra gli altri) quadri dove l'Italia si trasformava di volta in volta nel faccione di Tremonti con un naso da clown, nella villa di Berlusconi ad Antigua e nello studio della stessa trasmissione Porta a Porta. Fiore all'occhiello sarebbe stata la trasformazione della penisola italica da "stivale" a "scarpa con tacco 12 a spillo". Modellino respinto ufficialmente dopo le proteste della Puglia che avrebbe dichiarato "Noi il Tacco non lo facciamo: con questa storia che siamo la Regione più lunga e stretta d'Italia nelle mappe ci si ghettizza sempre, e tutto il peso dell'Italia si scarica su di noi". Voci di corridoio rivelerebbero in realtà che la sospensione del progetto sarebbe in realtà dovuta all'incapacità dello stesso Bruno Vespa di comprendere l'ambizioso progetto federalista. Confusione aumentata  - pare - dopo le spiegazioni fornite al conduttore da parte degli stessi ministri Bossi, Calderoli e Tremonti.

"Così non si può fare - avrebbe concluso il Bruno - tirate fuori il modellino di Avetrana, che con un omicidio efferato come questo ci si diverte di più". In allegato al plastico era prevista originariamente una Barbie modello "assassina" che tirando la cordicella ripeteva ossessivamente le frasi "Non sono stata io" e "E' un complotto di quelle maledete toghe contro di me", successivamente cancellata per evitare le polemiche con le alte gerarchie dell'emittente. "Pretendere anche che parli mi sembra un po' troppo - avrebbe dichiarato il dg Rai, Mario Masi - non si può farle mostrare il culo e basta come Belen?"