Tornando a noi, eravamo arrivati all'art 16 del nuovo quadro di indirizzi: la formazione professionale ( e i sospirati stage) ! L'articolo recita così:
La formazione pratica degli allievi deve avvenire attraverso esercitazioni, raccolta di notizie e lavoro redazionale per organi di informazione editi dalle scuole. Solo in via sperimentale – al fine di verificare la preparazione e prendere contatto con il mondo del lavoro (dimenticando che di solito la gente che entra nei master o è pubblicista quasi, o poco ci manca... Io avevo già quasi un anno di lavoro dietro...) – gli allievi trascorrono periodi di formazione (stage) presso testate esterne.
In particolare, a partire dal secondo bimestre, le scuole editano contemporaneamente:
a) un periodico a stampa, almeno quindicinale, distribuito sul territorio, anche attraverso le edicole, dedicato agli approfondimenti sui temi della realtà locale, nazionale e internazionale; (Da noi per ora è mensile, con tentativi in corso di farlo diventare quindicinale che ora finalmente si spiegano...)
b) un giornale on line costantemente aggiornato sulla cronaca locale e su temi generali. E’ necessario evitare che nel quotidiano on line confluiscano gli stessi materiali prodotti per gli altri media, ognuno dei quali ha un proprio specifico linguaggio; (Il giornale online c'è, ma è un po' decaduto rispetto al resto...)
c) una rubrica radiofonica, almeno quindicinale, disponibile sul sito della scuola e possibilmente ospitata da una stazione locale, previa autorizzazione da parte del Comitato esecutivo. La realizzazione è integrata da corsi di dizione, speakeraggio e conduzione; (Nulla di nulla sul fronte radio. Zero assoluto... Abbiamo provato a costruire una web-tv che facesse anche da agenzia foto e video per i media cittadini, ma incredibilmente è stata bloccata proprio dalla scuola a cose già avviate!)
d) rubriche e servizi giornalistici televisivi, disponibili sul sito della scuola e possibilmente diffusi attraverso emittenti locali, previa autorizzazione del Comitato esecutivo.
Le scuole possono altresì editare anche un notiziario quotidiano di agenzia, realizzato dagli allievi e diffuso agli organi di stampa. (L'avremmo fatto, ma...)
Tutti gli allievi nel corso del biennio partecipano alla realizzazione delle diverse testate.
...voi come siete messi?
Art. 17
Gli stage e i doveri delle scuole
I periodi di formazione (stage) in testate esterne durano due mesi per ciascun anno. Obiettivi dei periodi di pratica guidata sono l’approccio con le realtà operative e la conoscenza dei meccanismi redazionali. All’inizio di ciascun anno di corso la scuola comunica al Comitato tecnico scientifico il periodo di svolgimento dello stage.
Gli stage non possono svolgersi nel periodo 1° luglio-31 agosto. Tale disposizione verrà sottoposta a verifica del Consiglio nazionale ogni anno a partire dall’approvazione del presente quadro di indirizzi.
Gli stage sono regolati da convenzioni, concordate di volta in volta fra
Le convenzioni, sottoposte alla verifica del Delegato del Consiglio nazionale, devono prevedere:
- da parte dell’azienda: la disponibilità ad accogliere l’allievo come praticante giornalista; la nomina da parte del direttore della testata di un tutor, che segua il praticante; l’impegno a non utilizzare il praticante in sostituzione di redattori per qualsiasi motivo assenti o per coprire vuoti di organico; (Tutto questo voglio proprio vedere come sarà rispettato, visto che già non lo fanno ora...)
- da parte della scuola: la copertura assicurativa per ogni ipotesi di incidente; il rispetto delle norme aziendali; l’impegno degli allievi a rispettare le norme per i praticanti (quali sono?) e a non effettuare prestazioni in sostituzione dei redattori (perchè è noto che il potere contrattuale di uno stagista gli consente di usare il pugno di ferro su questo...ma andiamo....)
Le scuole e i Delegati del Consiglio nazionale e del Consiglio regionale vigilano affinché sia evitata un’utilizzazione impropria degli stagisti. (voglio vedere le ispezioni dei delegati del consiglio regionale a veder cosa faccio o non faccio durante il mio stage...) A tal fine denunciano eventuali violazioni al Consiglio regionale competente affinché eserciti il potere disciplinare nei confronti del tutor e del direttore della testata.
L’omessa vigilanza da parte delle scuole sul comportamento delle testate presso le quali gli allievi effettuano gli stage comporta l’avvio della procedura di revoca secondo quanto previsto dall’art. 12 del presente “Quadro di indirizzi”. (E la scuola come può controllare? Hanno proibito i gestori-sceriffi nei locali dove non si può fumare, e li inseriscono nelle redazioni? Oltretutto alla scuola, anche se venisse a conoscenza della cosa, conviene denunciare? No, perchè 1) perde tutti i futuri posti per piazzare studenti e 2) va a rischio di sanzioni lei stessa. Chi lo farà?)
Le Università convenzionate con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti accettano di non inviare studenti di altri corsi di laurea nelle redazioni giornalistiche. (E questo ci sta) In caso di violazione sarà avviata la procedura di revoca della convenzione secondo quanto previsto dall’art. 12 del presente “Quadro di indirizzi”.
Art. 18
Gli allievi, in quanto praticanti, sono tenuti al rispetto delle relative norme contrattuali (Contratto? Che contratto?) e deontologiche e non potranno in alcun caso sostituirsi a un giornalista per qualsiasi motivo assente o coprire vuoti d’organico (E qui rimando al punto sopra... Se allo stagista dicono di fare una cosa, che margini ha per dire di no? Praticamente nessuno...)
Gli allievi possono firmare o andare in voce o video soltanto eccezionalmente e comunque sotto la diretta responsabilità del direttore della testata presso la quale si svolge lo stage. (E se non possono fare nessuna di queste cose cosa faranno? Non so voi, ma io considero lo stage come una portentosa opportunità di farsi conoscere, tanto è vero che quando iniziai a lavorare alla Voce di Romagna a Ravenna e ancora non sapevo pagassero i collaboratori, l'unica cosa che chiesi fu la possibilità di firmare i miei articoli per intero. Se gli stagisti debbono restare nascosti nelle scrivanie a fare l'oscuro lavoro del desk, chi mai si accorgerà di loro in futuro? Persino all'Agr, dove pure non uscivo mai e il desk era la norma, quello che era mio veniva citato come mio! Questa mi sembra una solenne cazzata)
Durante il biennio formativo, gli allievi non potranno avere contratti di lavoro, né giornalistici né di altro genere. (Io lavoro in un ristorante per pagarmi l'affitto: questo come rientra nel quadro? Se me lo tolgono sono per strada...) Le eventuali collaborazioni giornalistiche dovranno essere autorizzate dal direttore della testata e saranno svolte fuori dall’orario e dai locali della scuola. (praticamente impossibile...)
Al termine di ogni stage, ciascun allievo redige una relazione dettagliata sull’attività svolta all’interno delle testate ospitanti. La scuola trasmette le relazioni al Consiglio regionale competente e al Comitato esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. In assenza di tali relazioni, il direttore delle testate non potrà rilasciare il certificato di compiuta pratica. (In assenza di relazioni non ottimali, mi sa che il ritorno al posto di lavoro lì però te lo sogni...)
Art. 19
Qualificazione e aggiornamento professionale
Le Università e gli Ordini regionali territorialmente competenti, di intesa con il Comitato esecutivo e con il Comitato tecnico scientifico del Consiglio nazionale, nell’ambito delle attività della Scuola possono organizzare corsi di qualificazione e aggiornamento professionale per giornalisti professionisti e pubblicisti. (E questi invece chi li tiene e come vengono regolamentati?)
A tal fine possono sottoscrivere convenzioni, con i soggetti di cui al precedente comma nelle scuole riconosciute, finalizzate a realizzare percorsi formativi.
I percorsi formativi possono anche non coincidere con il biennio di praticantato convenzionato con il Consiglio nazionale. Se il percorso formativo coincide anche in parte con il biennio di praticantato riconosciuto dal Consiglio nazionale, la frequenza degli allievi giornalisti professionisti o pubblicisti è limitata al ciclo di lezioni teoriche, previa autorizzazione della direzione della Scuola
---In conclusione, secondo me questa "rivoluzione annunciata" è destinata ad essere una bolla di sapone. Il mercato dei master e dei corsi non si riduce ma anzi aumenta, in un panorama già più che saturo. Certo, è richiesta più professionalità per quanto riguarda le materie e le lezioni, ma resta da vedere come questa verrà poi effettivamente applicata.
Per gli stage, direi che tutto sommato i praticanti giornalisti più che guadagnare dalle nuove norme ci perdono nettamente. Lo stage fa perdere agli studenti praticamente tutta la possibile "pubblicità" ottenibile su sè stessi (pensando ad un impiego futuro) senza nulla dare loro in cambio. La proibizione degli stage nel periodo estivo tutela dall'uso non corretto degli stagisti nelle redazioni durante i due mesi di luglio e agosto, ma trasferisce solamente il problema negli altri dieci. Oltretutto, in una redazione piena, i compiti rimasti per gli stagisti si riducono considerevolmente, e così la sua possibilità di accedere alle professione vera.
Non viene affrontato il nodo importante della retribuzione degli stage, in cui secondo me l'Ordine avrebbe dovuto mettere naso, che restano così poco di più di una fucina di braccia da desk a poco o nullo prezzo. C'è una forte corrente che dice che lo stage vada considerato alla stregua di un corso di formazione, quindi da non retribuire affatto (Semmai sarebbe lo stagista a dover ringraziare per il fatto che gli venga insegnato qualcosa!). Ma si dimentica che molto spesso lo stage non è il primo ingresso nella professione, ma soltanto l'ennesimo (secondo, terzo, quarto o oltre che sia) per una larga fetta dei provenienti da master e corsi universitari (mi baso sui dati del mio e sui racconti di chi conosco che ne frequenta altri), in realtà necessitanti solo del tempo per inserirsi nelle routine di lavoro per diventare perfettamente produttivi.
Secondo me, e con questo per oggi chiudo, quello che serve per cambiare il mondo del giornalismo (o almeno l'entrata) è ben altro.
...secondo voi?
6 commenti:
hai perfettamente ragione: lo stage non è il primo, ma soltanto l'ennesimo ingresso nella professione.
Hanno peggiorato molto le cose.
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grazie a tutti per i commenti...
Se trovate altre analisi sul tema o nuovi dati, magari anche più dettagliati dei miei, fatemi sapere!
Ho visto sul blog di Yodosky che si sta preparando qualcosa di "clamoroso" sugli stage... Passerò da quelle parti, ma in caso tenetemi informato!
Au revoir!
Gig:)
...e guarda caso 1) il commento di crescenet non è firmato, e 2) si tratta di un sito che (almeno a quanto dice in portoghese) paga chi ci lavora in base a quante persone si connettono, e al tempo in cui restano con la pagina aperta.
non credevo esistessero ancora cose del genere...e soprattutto credevo fosse impossibile arrivassero qui!
sempre controllare cosa si apre dappertutto... siete avvisati... :)
La sintesi, carissimo, la sintesi!...
Comunque, devo dire interessante... staremo proprio a vedere...
;-)
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