venerdì 22 maggio 2009

L'appello degli studenti fuorisede: "vogliamo poter votare anche noi"

Giustissimo. Ma non solo per gli studenti. Chi glielo fa fare ad esempio un precario che guadagna 500 euro al mese, lavora a Milano ma risiede a Caserta, di farsi centinaia di chilometri col treno per andare a votare a casa sua spendendo un sacco di soldi che nessuno gli rimborserà? Oltretutto Trenitalia ti dà si' lo sconto del 70% per il viaggio di andata se esibisci la tessera elettorale: ma il ritorno lo paghi quasi sempre intero!

Riusciamo a votare se siamo in Nicaragua, e non lo si puo' fare qui in Italia? Appoggio l'iniziativa, e spero sinceramente che ne venga fuori qualcosa! Comunque, l'articolo di Repubblica che spiega tutto lo trovate qui sotto:

Una petizione online e un movimento che chiede che il diritto di voto sia garantito anche a chi frequenta gli atenei lontano da casa
L'APPELLO DEGLI STUDENTI FUORISEDE:"ANCHE NOI VOGLIAMO POTER VOTARE"
Sono 250mila gli iscritti adn università in regioni diverse dalle loro. "I reclusi possono dare la loro preferenza, ma noi no".

ROMA - Chiedono di esercitare un proprio elementare diritto. Quello al voto, che, da fuorisede, risulta molto difficile da realizzare, dispendioso - quando ci si può muovere - del tutto impossibile quando per diverse circostanze non si riesce a tornare alla città di residenza in tempo utile.

Gli studenti fuori sede - sono più di 250mila - alzano la voce, in modo cortese ma fermo, e lanciano un appello alle più alte autorità dello stato, perché anche a loro sia permesso di dare il proprio voto, sollevando il problema proprio ora che l'appuntamento alle elezioni europee del 6 e 7 giugno prossimi è alle porte.

"L'Italia è un paese strano", spiegano i promotori di IOVOTOFUORISEDE, un gruppo di studenti che ha scelto atenei lontani dal proprio paese o città di residenza, ed ha lanciato una petizione online per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sul problema. E il loro appello in breve tempo è stato firmato da oltre 3.400 persone. "Perfino i reclusi possono votare dal luogo di reclusione mentre noi giovani, studenti fuori sede e futura classe dirigente di domani, non abbiamo la possibilità di scegliere la classe dirigente che determina il nostro presente", argomentano.

Se è vero che si lamenta continuamente la scarsa affluenza alle urne, "non si fa niente di concreto per agevolarla mentre ciò avviene regolarmente, da decenni, in altri paesi europei quali Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, Belgio, Danimarca e Paesi Bassi, solo per fare alcuni esempi", denunciano.
Difficile che il problema possa essere risolto per le prossime consultazioni, ma i ragazzi non si arrendono: "durante questo periodo pre-elettorare vorremmo sensibilizzare al massimo l'opinione pubblica sull'argomento". Sperando che per la prossima volta qualcosa possa cambiare.

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