martedì 29 aprile 2008

"Pecunia non olet", la libertà neanche.

La globalizzazione e l'economia del "Made in China, perchè costa meno" può portare anche a paradossi incredibili come questo...


Tra l'altro la stessa bandiera è in vendita in un negozio (che vende tra l'altro articoli militari!) nella via di fianco al nostro master. Prezzo di vendita? 10 euro! In Internet invece la si trova a circa 10 dollari... Se ne spendono mezzo per farle è tanto...

(Foto a lato: A protestor holds the Tibetan national flag during a Free Tibet demonstration in Trafalgar Square in London March 22, 2008. ©.REUTERS/Luke MacGregor (BRITAIN), ogni uso o riproduzione è vietato)

Da
Corriere.it di oggi:

I proprietari e i lavoratori dicono che per loro è solo un telo colorato

LE BANDIERE FREE TIBET? LE FANNO IN CINA

La polizia cinese ha fatto irruzione in una fabbrica nella quale si producono bandiere a favore della libertà del Tibet

PECHINO (CINA) - Il teatro dei fatti è una fabbrica situata a Guangdong, regione meridionale della Cina dove è venuto alla luce un insolito commercio.

Bandiere inneggianti la libertà per il Tibet, in aperta contestazione contro il governo cinese e le sue olimpiadi, erano pronte per essere spedite in gran numero attorno al mondo. E, ironia della sorte, nascevano proprio in Cina.

SOLO UN TELO COLORATO - I proprietari della fabbrica e i lavoratori hanno dichiarato di non essere a conoscenza del significato della bandiera e di aver avvertito le autorità competenti del tipo di prodotto che stavano preparando non appena alcuni di loro lo hanno avvistato tra le mani di alcuni manifestanti in immagini di proteste al passaggio della fiaccola olimpica diffuse online e in tv.

LE FORZE DELL'ORDINE - La polizia sostiene che la richiesta di produrre le bandiere provenga dall'estero e che, molto probabilmente, alcuni lotti siano già stati consegnati. Da parte delle autorità cinesi, il timore è che le bandiere "incriminate" possano già fare la loro comparsa domani, quando il sempre più contestato simbolo dei giochi olimpici farà tappa a Hong Kong.

DISORDINI OLIMPICI - Parigi, Londra, San Francisco, tra le altre, hanno accolto la fiaccola tra tensioni e contestazioni. Qualche giorno fa a Seul la polizia è riuscita a impedire che un cittadino nord coreano si desse fuoco in segno di protesta. L'atteggiamento della polizia cinese è dunque molto vigile e c'è l'esplicita intenzione di sbarrare la strada, in senso letterale, a chi intende far giungere le bandiere a Hong Kong. Sono previste, infatti, una sorveglianza speciale e la possibilità di ispezioni dei veicoli lungo le strade che conducono verso la metropoli cinese. La torcia olimpica proseguirà poi il suo cammino attraverso le altre province cinesi e terminerà il suo viaggio, che sembra sempre più un calvario, a Pechino in agosto.

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Per chi volesse saperne di più, come al solito consiglio un salto sul blog del corrispondente di Repubblica Federico Rampini, sempre aggiornato con le ultime novità dalla Cina e dintorni. L'ultima di oggi parlava ad esempio di come fosse diventato improvvisamente difficilissimo avere i passaporti per la Cina: alla faccia di chi diceva che le olimpiadi dovevano servire per aprira il Paese al mondo...


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche tu appassionato di cina?

Anonimo ha detto...

Complimenti per il blog e in bocca al lupo per il master!
a presto,
Simo